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Milano.

Amata e odiata come poche città.

Quando ero piccola il mio sogno era quello di laurearmi e diventare qualcuno di importante, volevo costruirmi un futuro sano e soprattutto senza gravare sulle spalle dei miei genitori, che per me avevano fatto già tanto; la musica ha sempre fatto parte di me, non l'avevo però mai vista come un vero lavoro.

A 14 anni il mio sogno era quello di trasferirmi a Milano, la mia città del cuore dopo ovviamente Gorizia, stesso tempo di merda, tranne in estate ma veramente ben organizzata.

Appena usciti dalla casetta io e Albe ci eravamo promessi di andare a vivere insieme, la città non sarebbe stata un problema, bastava stare insieme; chissà se lui ricorda ancora quella promessa.

•    •

«Testa fa freddo per stare ancora qui fuori, dai entra»

Il solito.

Alberto si preoccupava sempre per quella ragazza, non che lei lo trattasse bene eh ma nonostante ciò era fottutamente attratto da lei.

«Ma perché per una volta non la smetti di fare l'anziano e ti siedi qui vicino a me»

Si era offeso un po' per quell'appellativo ma non voleva dargliela vinta quindi si sedette vicino a lei che appoggiò la testa sulla spalla.

«Albe, fuori da qui io e te cosa saremo?»

Quella domanda aveva lasciato spiazzato e non poco il ragazzo.

Cosa saranno? In realtà nemmeno lui lo sapeva, sarebbe stato difficile conciliare tutti i loro impegni e ovviamente la distanza avrebbe contribuito ma ci avrebbero provato.

«Piccola Testa, io e te fuori da qui vivremo il nostro amore esattamente come adesso e fra qualche anno vivremo insieme, in una casa stupenda, difronte al Duomo dove ogni mattina vedremo l'alba e la sera il tramonto. È una promessa e tu lo sai che una promessa per un siciliano è questione d'onore»

Tish non potè fare a meno di sorridere.

In quella casetta tutta adornata di blu, l'unico momento della serata in cui potevano stare tranquilli era la sera, senza telecamere o compagni ficcanaso.

Sarebbero veramente andati a vivere insieme? Tish non ci credeva molto, sapeva quanto fosse difficile per lei fidarsi di una persona, a distanza poi sarebbe stato ancora più difficile.

Peccato che lei non poteva assolutamente immaginare quello che sarebbe successo dopo.

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«Tish smettila di pensare ad Alberto dai, l'hai visto per dieci minuti, non può averti scombussolato anni di lotta per dimenticarlo»

La voce di Mameli aveva interrotto tutti i suoi ricordi, si sbagliava così tanto, era bastato davvero così poco per fare riaffiorare tutti quei pensieri che credeva di aver dimenticato.

«Sai Mario, sono anni che aspettavo questo momento, di rivederlo intendo, avevo sognato di sputargli in faccia il mio odio e di rianfacciargli tutto il male che mi aveva procurato.
Poi l'ho visto lì insieme a lei ed ho pensato a noi, a tutte quelle promesse di merda che mi aveva fatto in quella casetta, al mio modo di amarlo così intensamente e mi sono chiesta se veramente lui mi amasse come sosteneva! Perché ha scelto Nicole? Durante il programma e anche dopo mi aveva assicurato che noi avremmo vissuto il nostro amore fuori.
Non nego che mi manca e rivederlo mi ha fatto male, ma speravo almeno che non mi facesse esattamente lo stesso effetto e invece mi sono solo illusa»

I miei occhi sono stracolmi di lacrime e alcune credo siano anche fuoriuscite, sento il dito di Mario accarezzarmi dolcemente la guancia e poi mi racchiude in uno di quegli abbracci che solo lui sa dare.

Mi accarezza la testa, sussurrandomi di stare tranquilla ma io non ci riesco. Mi fa così male immaginarlo felice con una ragazza che non sono io.

Il nostro momento viene interrotto dal campanello che suona, siamo a casa di Mameli, tra poco saremmo dovuti uscire per andare a firmare il contratto della mia nuova casa.

Mi alzo e vado ad aprire.

Alberto?

«Scusa scusa lo so non era il momento di apparire qui da un momento all'altro ma avevo bisogno di parlarti»

«Cosa vuoi da lei?»

La voce di Eugenio appare prorompente alle mie spalle facendomi voltare di scatto.

Nel corso di questi anni lui per me c'è sempre stato, sa i miei dolori e le mie paure e nonostante ciò non mi ha lasciata sola. Abbiamo anche provato a costruire qualcosa insieme ma eravamo troppo legati da una profonda amicizia che non c'è stato nulla da fare.

Tra loro due non scorre affatto buon sangue, soprattutto dopo tutte le sofferenze che Alberto mi ha provocato.

«Non ho detto di voler parlare con te ma con Tish»

La vena sul collo di Alberto inizia a pulsare segno che si sta incazzando.

«Non mi interessa quello che hai detto, lei è stata male per te e non ti permetterò di parlarle»

«Sei il suo ragazzo o suo padre per caso?»

«No, sono un suo amico e le voglio bene»

Sorrido alle parole di Eugenio e mi volto verso Alberto.

«Cosa vuoi»

«Dirti che mi dispiace per come è andata»

Sorrido ironicamente alle sue parole.

«Hai detto bene, ormai è andata e a me non importa più. Esci da questa casa ho di meglio da fare.»

Lui si volta e va via senza dire nulla, il solito.

Chiudo la porta e raccatto la borsa dal divano.

«Andiamo Euge l'agente ci aspetta»

«Ecco a lei signorina la casa è sua arrivederci»

Ho appena firmato il fatidico contratto, questa casa la amo già.

È molto semplice, le pareti sono grigio scuro e allo stesso modo anche i mobili, è a due piani: sotto si trova il soggiorno con la cucina mentre sopra tre stanze due da letto e una la userò come magazzino.

«Allora sei felice?»

Gli sorrido, assurdo come sia sempre con me in ogni momento.

«Si Euge lo sono da morire»

Mi abbraccia e con il suo braccio ancora intorno al collo, ci dirigiamo verso il bar del centro.

Appena seduti vedo entrare dalla porta due visi a me decisamente troppo familiari.

Assurdo ma mi seguono ovunque io vada?

«Se vuoi andiamo via»

«No, mi sono stancata di scappare. Ho 22 anni non quattro e devo affrontare questa situazione. Lo devo dimenticare»

Ed è così

Prima o poi dovrò dimenticarlo e spero che quel momento sia il più vicino possibile

Mi manca tanto ma devo smetterla di logorarmi dentro, lui non merita il mio dolore.

Il mio telefono squilla e mi affretto a leggere il messaggio che mi è appena arrivato.

«Granità al caffè a Milano? Brutta scelta rossa, la prossima volta almeno avvisi che andiamo insieme a Messina. Ah e poi Beddezza la tua casa affaccia esattamente sul mio balcone. Ci vedremo spesso»

Destino vuoi spiegarmi cosa ti ho fatto di male?.

Sorrido istintivamente e mi volto.

Mi sorride anche lui.

E come cazzo faccio a dimenticarti?

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