Capitolo Tre

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Stiles non poteva continuare quella cosa, doveva allontanarlo il prima possibile. Se JJ si fosse affezionato... forse doveva dirglielo. Ma come? Non sapeva nemmeno la storia. Derek li avrebbe rifiutati, era già successo e l'avrebbe rifatto. Il problema era che non era più da solo e indifeso, ora doveva pensare a JJ. Non avrebbe digerito facilmente un rifiuto. Non dopo ciò che aveva detto a Derek. 

Così, Stiles, aveva iniziato a inventare scuse per diminuire le uscite, anche se Derek trovava il modo per riuscire a vederli.  

Poi era successo qualcosa che non avrebbe mai pensato.  

Era stato recapitato un pianoforte a casa di Stiles. Sapeva che era opera di Derek, non poteva essere altrimenti. Era l'unica persona a cui JJ aveva parlato della sua passione per il piano. Stiles odiava la ricchezza di Derek. Quel pianoforte avrebbe dovuto regalarglielo lui con i risparmi, non qualcuno con cui stava uscendo da mesi ma che stava per essere scaricato. 

(16:19) Grazie mille, ma non possiamo accettare. SS 

No, non potevano.  

(16:22) Perché? DH 

(16:25) Non puoi regalare un pianoforte al figlio di uno con cui nemmeno sai se continuerai ad uscire. SS 

(16:26) L'ho fatto. E ti ho già detto che lo faccio con piacere. Mi piacete e non so come spiegartelo, ma sento un legame speciale con JJ. Son contento se è felice. DH

Un legame... sei suo padre. Stiles aveva il pensiero fisso. 

(16:26) Non dovevi. SS

(16:28) Accettatelo. DH 

(16:28) Ci penseremo. SS      

Non poteva essere peggio di così. Doveva trovare il modo di risolverla. Ovviamente JJ era stato più che contento del pianoforte e Stiles amava sentirlo suonare.

Era stato proprio in uno dei tanti giorni in cui lo aveva sentito suonare che aveva visto quelle due lettere incise sul pianoforte.  

T.H

E Stiles aveva intuito. 

(12:24) Non l'hai comprato, vero? SS 

(12:32) No, era di mia madre. Ma io non lo so suonare e so che lei avrebbe voluto che non finisse in disuso. DH 

(12:37) Lo sta suonando ora, se non hai nulla da fare puoi venire a sentirlo. SS 

(12:38) Io... Grazie. DH 

Stiles sapeva di star sbagliando. Sentiva una strana sensazione, come se qualcosa dovesse andar male, ma se ne era fregato per un attimo. Gli era venuto istintivo. 

Derek era arrivato poco dopo, JJ era stato felice di vederlo. Ancora non aveva avuto l'occasione di ringraziarlo, così aveva suonato una melodia per farlo. Stiles non aveva resistito, era andato in cucina. Non poteva farcela, non ci riusciva, era troppo difficile. 

Era stato un'ondata in piena di emozioni. 

Il karma gli stava giocando troppi scherzi ed era andato ancora peggio quando JJ, finito di suonare, l'aveva chiamato con il suo soprannome e non con il solito "Pà". Stiles era tornato lì di colpo sperando non fosse troppo irrimediabile ma, a vedere la faccia di Derek, era una tragedia.

Tragedia confermata quando Derek aveva aperto bocca <<Stiles…>> Questo era tutto ciò che era uscito. <<Già>> Stiles l'aveva detto con l'aria più fredda che potesse assumere, mentre incrociava le braccia al petto. <<Lui è…>> Non era riuscito a finire nemmeno questa di frase; così Stiles aveva preso in mano la situazione. <<J tiri su la manica della maglia, per favore?>> Stiles aveva una prova di tutto quello che aveva detto otto anni prima. Se la ricordava bene la voglia che Derek aveva sul braccio. Ci aveva anche scherzato da ubriaco, ma quando JJ era nato e l'aveva vista non aveva avuto più nessun dubbio. Nemmeno quelli che Derek aveva cercato di fargli venire facendolo sentire una persona orribile.  

Love of the not common peopleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora