Capitolo Sette

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Non poteva essere possibile.
Ogni volta che c'era un passo avanti, ne facevano cinque indietro.
Ma cosa pretendeva, Derek?
Di schioccare le dita e risolvere tutto come se niente fosse? 

Stiles sapeva che in fondo aveva ragione ed era per quello che non aveva dormito per nulla quella notte. Aveva continuato a pensare alle parole di Derek e aveva deciso che forse era meglio dargli retta. 
Per quello, la mattina seguente, gli aveva mandato un messaggio.

(10:24) Ci ho pensato. Ho preso un appuntamento con un medico. Mi costa chiedertelo e vedi di comportarti bene, ma puoi tenere JJ per un'oretta? SS

Non sapeva se era la cosa giusta, ma suo padre lavorava e non poteva fare altrimenti.

(10:32) Sì, certo. Hai qualcuno con cui andare? DH

E a lui cosa interessava?

(10:33) No. SS

(10:36) Ti posso accompagnare io e lasciamo JJ con Cora. Le farebbe piacere. DH

Assolutamente no.
Nemmeno erano una coppia e voleva sapere dei suoi calori? Se lo scordava proprio.

(10:39) No. So cavarmela da solo. SS

L'aveva sempre fatto e l'avrebbe fatto anche in quel momento.

Se non fosse stato che, alla fine, se l'era ritrovato fuori dalla clinica. Aveva cercato di non essere impulsivo, ma come poteva non esserlo se gli aveva chiesto una sola cosa e non l'aveva fatta?

Chissà dove aveva lasciato JJ... <<Si può sapere dove hai lasciato nost- mio figlio? Una cosa ti avevo chiesto. Una>> Stiles aveva anche alzato un po' troppo la voce, ma non se ne pentiva, stavano parlando di JJ.
<<L'ho lasciato a Cora>> aveva detto con fare ovvio, Derek.
<<Ascoltami bene. Non è un pacco postale. Questo lo sai, vero?>> L'aveva detto puntandogli l'indice contro il petto.
Sapeva che non doveva fidarsi, non era nemmeno vicino all'essere responsabile. <<Certo che lo so. Non sono deficiente. Ha deciso lui che voleva stare con Cora. Non l'ho obbligato>> Di certo non poteva dirgli che era stato JJ a chiedergli di andare lì perché sapeva che suo padre era agitato, anche se non ne conosceva il motivo, aveva fatto una promessa e l'avrebbe mantenuta.
<<Fai sempre di testa tua, vero? Questo non è cambiato negli anni>>
<<Non l'ho costretto. Prova a fidarti per una volta. Ha anche detto che i biscotti che fa lei sono più buoni>> Derek l'aveva detto sorridendo, cercando di distrarre Stiles.
<<Ehi! Comunque mi sono fidato. Te l'avevo lasciato per un'ora. Invece tu sei qui>>
Non aveva fatto in tempo a continuare perché era stato chiamato dal medico. Aveva preso un profondo respiro e poi si era avviato verso lo studio lasciandosi Derek alle spalle.

Dopo mezz'ora era finalmente uscito. Derek era scattato in piedi, le sedie delle sale d'aspetto erano sempre troppo scomode. In più Derek la sentiva la preoccupazione emanata da Stiles. <<Che ti ha detto?>> Aveva detto all'improvviso.
<<Sei ancora qui>> Stiles era piuttosto sorpreso da quella scoperta.
<<Sì. Com'è andata?>>
Stiles aveva preso un profondo respiro prima di iniziare a parlare <<Mi ha fatto la predica, mi ha dato degli esami del sangue e mi ha detto di sospenderli una volta finita questa scatola. Non sa come reagirà il mio corpo al primo calore e non essendo legato mi ha detto di stare lontano da tutti appena sento di esserci entrato. Ah, e se ci sono delle complicazioni di venire qui>> Aveva detto tutto d'un fiato. Non era riuscito a dirlo in altro modo.
<<Sei preoccupato>> Derek e l'ovvio.
<<Non so cosa significhi essere in calore. Ho un figlio in casa che sa già il significato di tutte queste cose. Se non dovessi accorgermene? Se non fossi solo? Se gli creassi problemi? Se si spaventasse? Se, essendo solo, mi facessi del male senza che nessuno se ne accorga? Direi che ne ho di cose per cui essere preoccupato. Tu che dici?!>> 
<<Scusa>> Derek aveva abbassato lo sguardo.
Stiles si era seduto e si era passato le mani davanti agli occhi. <<No, scusa tu. Sono nervoso>> Era rimasto con le mani sul viso un altro po' cercando di prendere fiato e di calmarsi. Almeno fino a che non aveva sentito Derek, che nel frattempo si era abbassato alla sua altezza, parlare.
<<So che mi hai dato fiducia solo sul rapporto con JJ e non sul nostro, però se me lo permetterai posso aiutarti io. Ti ho già detto che posso tenerlo io JJ durante il calore, così sarai sicuro che non gli succederà nulla>>

<<Mh, magari ci penserò. Questo non significa nulla però>> Aveva dato una possibilità nel rapporto con JJ, perché il bimbo aveva accettato. Ma era stato tassativo sul loro tipo di relazione. Non era pronto a perdonarlo e non lo sarebbe mai stato. 
Erano usciti dalla clinica e Stiles non aveva proferito parola. Aveva fatto un conto e, sì e no, gli mancava una settimana prima di finire i soppressori e questo rendeva le sue paure ancora più vicine. <<Finisco i soppressori giovedì, vieni a prenderlo venerdì e sta con te tutto il weekend. Puoi farcela?>> aveva chiesto serio, il minore.
<<Puoi fidarti e ci proveremo>>
<<Se ha bisogno di qualcosa mi chiamerai, cercherò di aiutarti tramite telefono>> Derek aveva annuito. Stiles aveva pensato a tutto ma nulla era andato secondo i suoi piani. Più passavano i giorni e più si agitava, anche JJ se ne era accorto. Erano arrivati a mercoledì quando Derek gli aveva proposto un cambio di programma.
<<Stiles, so che sei agitato. Anche se non ci vediamo da quel giorno, ma se ne è accorto anche JJ. È stato lui a dirmelo>>
Stiles aveva tirato fuori tutto a macchinetta, all'improvviso. <<Non ce la farò. Andrà male, li ricomincio e basta, così sono tranquillo. Non devi più tenere JJ questo weekend>>
<<No, ragiona. Pensa a JJ. Se smetti di prenderli niente metterà più a rischio la tua vita>> così Derek aveva provato a farlo ragionare.
<<Potrebbe andare male>>
<<Non succederà>>
Stiles nemmeno sapeva perché si era lasciato convincere. Sapeva solo che, in quel momento, si ritrovava davanti alla porta di Derek insieme a JJ. Era spaventato, non sapeva nemmeno cosa sarebbe successo e sarebbe stato da solo. Non aveva nemmeno detto nulla a suo padre per non farlo preoccupare.
In più non si era mai diviso da JJ per così tanto tempo.

Non era spaventato, no.
Era terrorizzato.

<<Ehi, cucciolo, allora... hai preso tutto?>> Stiles si era inginocchiato davanti a lui per sistemargli il giubbotto. <<Sì, ho tutto. Anche il pigiama>>
<<Bravo. Ascolta, ci sentiamo ogni volta che vuoi, va bene? Basta che lo dici a Derek. Ti prometto che passerà in fretta>>
<<Stai solo andando fuori per lavoro. Non succederà nulla e se Derek fa il cattivo ci pensa zia Cora. Non preoccuparti>> il bimbo aveva cercato di fargli forza vedendo la reazione del padre.
<<Lo so. Derek non farà il cattivo, altrimenti se la dovrà vedere con me e non gli conviene>> gli aveva risposto toccandogli leggermente il naso con l'indice.
<<Ci vediamo lunedì?>> aveva chiesto poi il bimbo.
<<Sì>> Aveva detto prima di abbracciarlo e continuare <<Ti voglio un sacco di bene, ricordatelo sempre>> JJ aveva stretto di più l'abbraccio <<Anche io, papà>>

Stiles nemmeno si era accorto di essersi lasciato scappare qualche lacrima. Non sapeva perché faceva così male. Non era ancora entrato in calore, ma già l'odiava. 
Aveva scelto di portarlo lì la sera prima di quanto concordato. Voleva essere sicuro e più passava il tempo più non lo era. Da quando l'aveva lasciato andava sempre peggio. Sentiva una stretta allo stomaco e si sentiva irrequieto. Non sapeva nemmeno cosa era dovuto all'avvicinarsi del calore e cosa no.

La casa era vuota e lui stava per scoppiare in lacrime senza saperne il motivo. Aveva sopportato troppo e ora, che era solo, si stava lasciando andare per tutte le volte che non aveva potuto farlo.
Era crollato definitivamente quando alle dieci e mezza aveva ricevuto una chiamata. 

Derek.

Love of the not common peopleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora