Il giorno dopo aveva portato JJ a scuola e aveva trovato Derek al solito posto. Aveva tirato un sospiro di sollievo quando l'aveva visto. Nonostante tutto non poteva negare che si era preoccupato.
Non l'aveva mai visto così.
<<Der->> Il maggiore non l'aveva fatto parlare. <<Io, ti giuro, non so cosa sia successo. Mi stava facendo vedere le sue cose, non gli ho detto nulla, anzi ho cercato di->> Era stato il turno di Stiles fermalo. <<Frena, frena. Non ti sto dicendo nulla>><<Ho fatto un passo falso, non mi toglierai la possibilità di vederlo?>>
Stiles era sconvolto.
Lui non era una persona così orribile ma soprattutto, quello davanti a lui, non era il pallone gonfiato che si ricordava. Se ne era accorto anche la sera precedente, quando l'aveva visto lasciarsi picchiare da JJ. Il vecchio Derek non l'avrebbe mai fatto.
Non l'aveva mai visto così agitato. Insomma, non era Derek, non credeva nemmeno potesse essere così preoccupato il Derek che conosceva lui.<<Non so cosa sia successo. JJ non ha voluto parlarne e sto facendo di tutto per fidarmi di te. Non ti toglierò la possibilità di vederlo per questo, ma aspetteremo che sia JJ a volerti vedere. Okay?>>
Derek aveva annuito e Stiles non aveva detto nient'altro. Il maggiore si era fatto poi coraggio e <<Hai... hai un attimo libero?>> gli aveva chiesto.
<<Sì, non vado a lavoro oggi>>
<<Potremmo prendere un caffè?>> Stiles sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma non sapeva se sarebbe riuscito a parlargli di tutti quegli otto anni. Specialmente di tutti i momenti brutti, come il motivo per cui aveva iniziato a prendere soppressori. Sapeva, tuttavia, di non avere molto altro tempo. <<Sì, magari vieni a casa da noi. Così ti faccio vedere qualcosa di questi otto anni>>
Derek non aveva fiatato, non credeva di essere già a quel punto e non voleva forzarlo.Quando erano arrivati, Stiles aveva lasciato Derek in sala ed era andato a prendere una scatola. L'aveva appoggiata sul tavolo, insieme alla sua scatola di soppressori.
Dentro c'era tutto quello che serviva per quegli otto anni. I braccialetti dell'ospedale, il ciuccio, le prime scarpe, le foto di JJ appena nato, una videocassetta con su i primi passi, tutte cose che Stiles aveva conservato senza nemmeno sapere perché.
La prima cosa che Stiles aveva preso in mano, e gli aveva passato, erano stati i braccialetti. <<Ho pensato di abortire, credo sia stato il pensiero più brutto che abbia mai avuto. Peggio di tutti quelli in cui ti facevo soffrire in modi atroci. C'è stato un periodo della gravidanza in cui vedevo tutto nero e ci ho pensato. Fortunatamente mi hanno fatto rinsavire. Sono stato in ospedale due settimane in più di JJ, perché ci sono state delle complicazioni e sono quasi morto. Settimane in cui JJ doveva stare con il mio compagno, che non avevo, e quindi è stato affidato a mio padre>> Stiles aveva marcato volutamente su quella cosa. Derek doveva sapere che non si dimenticava le cose così facilmente e Stiles non l'aveva nemmeno guardarto negli occhi perché stava fissando la scatola come se fosse in trance.Come seconda cosa aveva tirato su il ciuccio. <<È stata la prima cosa che ho comprato. Non so perché proprio il ciuccio, ma stavo passeggiando per il nuovo paese in cui mi ero trasferito e l'ho visto in una vetrina. È stato subito dopo aver deciso di non abortire. Ho preso quel ciuccio e ho promesso che non avrei mollato>> Si sentiva gli occhi pizzicare, ma aveva comunque tirato fuori le foto. Derek le aveva guardate attentamente e Stiles aveva ripreso a parlare. <<Mangiava in continuazione, per quello non ho mai capito quale sia stata la sua prima parola. Ho un atroce dubbio sul papà o pappa, ma mi piace pensare che sia stata papà>> In quel momento aveva sorriso, ricordava persino come era vestito quel giorno. Avevano anche visto il filmino e Derek si era alzato ed era andato in bagno. Non aveva resistito. Non si era mai sentito così in colpa in vita sua e Stiles non aveva intenzione di alleggerire la dose, anzi, nemmeno gli occhi rossi - per le lacrime - di Derek l'avevano fermato. Quando era tornato, Stiles gli aveva passato la scatola di soppressori per poi dire <<Mi hai accusato di non averlo cresciuto bene per via dei calori, perché sono un omega... non so cosa sia un calore da otto anni. JJ aveva due mesi quando ho iniziato a prenderli. È successo all'improvviso, in un parcheggio del supermercato, avevo già messo JJ in macchina, quando un alpha ha cercato di violentarmi perché ero vicino al calore. Da quel momento ho deciso che la mia natura non avrebbe preso il sopravvento, perché se mi fosse successo qualcosa, mio figlio sarebbe rimasto orfano>> Derek aveva cercato di prendergli la mano. <<Io...>>
Stiles non l'aveva fatto finire. <<Basta Derek, niente io. Sappiamo entrambi quanto sei stato un pezzo di merda e mi hai già detto un sacco di volte che ti dispiace, quindi proveremo a passarci sopra. Specialmente per il tuo rapporto con JJ, ma non ti permetterò mai più di dirmi che non ho saputo crescere mio figlio solo perché sono un omega.>> Sapeva di aver colpito a fondo ma non se ne pentiva. Aveva usato un tono freddo che nemmeno sapeva di avere. Se c'era una cosa che non tollerava era quella di essere giudicato per la sua natura. <<Ero solamente arrabbiato anche se non ne avevo il diritto. Se è cresciuto così è merito tuo e se hai fatto delle scelte allora erano quelle giuste>>
<<Già>> Wow, non si aspettava fosse così ragionevole. Da giovane non lo era per niente. Erano rimasti un altro po' a parlare e Stiles gli aveva raccontato tutto quello che JJ aveva combinato. Derek era andato via prima di pranzo e Stiles gli aveva detto che l'avrebbe chiamato non appena JJ avesse voluto vederlo.*
Era successo una settimana più tardi. JJ aveva detto a Stiles che doveva chiedere scusa a Derek e Stiles era rimasto sconvolto, perché l'aveva deciso di sua spontanea volontà, senza che lui gli dicesse nulla.
Così erano usciti assieme a cena. Derek non sapeva cosa dire ma il primo a parlare era stato JJ.
<<Scusa, Derek. Ho reagito male e non avevi fatto nulla>> Derek, qualcosa, l'aveva fatto ed era pronto ad ammetterlo. <<No. Avevi ragione. Sono stato cattivo e ho fatto soffrire il tuo papà. L'ho fatto soffrire tanto e mi sono meritato la tua reazione>> Stiles non credeva a ciò che aveva appena sentito.
Durante la prima discussione che avevano avuto non credeva l'avrebbe mai ammesso e, invece, ora lo stava facendo con JJ. <<Ma non sono lo stesso di prima e voglio essere migliore e fare parte della tua vita se vorrai>> Aveva finito così la frase mentre si accovacciava per essere all'altezza dell bimbo. <<Va bene, puoi provarci. L'altra volta eri stato buono con me e con il mio papà>>
Stiles si meravigliava ogni volta dei pensieri di JJ, era così orgoglioso di lui.La serata era andata bene, JJ aveva persino convinto Derek a salire e stare un po' con loro dopo cena. Stiles non ne era molto convinto, ma JJ era tranquillo e a lui bastava quello.
Il bimbo non era stato sveglio ancora per molto e come stava per chiudere gli occhi, Stiles l'aveva svegliato. <<J vai a mettere il pigiama e a lavarti i denti, forza. Poi vengo a rimboccarti le coperte>> JJ si era alzato dal divano e si era avvicinato a Derek.
<<Non ci abbandoni se vado a letto, vero?>> aveva detto all'improvviso.
<<No, verrò a trovarti di nuovo>>Stiles aveva convinto Derek ad andare con lui a rimboccargli le coperte. Era rimasto sull'uscio della porta a guardare come Stiles gli infilava le coperte sotto al materasso, come gli accarezzava la testa prima di dargli la buonanotte e gli baciava la fronte. Ogni volta che assisteva a scene come quella, si sentiva terribilmente di troppo.
Stiles si era poi spostato dal letto ed era tornato in sala seguito da Derek che non aveva fiatato finché non aveva visto cosa stava per fare Stiles. <<Fermo>> Aveva detto con tranquillità mentre gli prendeva la mano in cui teneva la scatola di soppressori. Stiles non aveva risposto, l'aveva semplicemente guardato e Derek aveva ripreso. <<Non farlo, non prenderli. Più continui e più avrai problemi, lo sai>>
<<Non posso>> No, non poteva. Era un casino.
<<Sì che puoi. Non sei più da solo e posso tenerti io JJ durante i calori>>
<<No>> aveva ribattuto in modo freddo il più piccolo.
<<Stiles... almeno pensaci>>
Non se ne parlava. Non poteva smettere. JJ non era abbastanza grande e di sicuro non l'avrebbe lasciato da solo con Derek.
<<Ci ho già pensato un milione di volte ed è troppo tardi. La probabilità di avere effetti collaterali è troppo alta>> Derek sembrava non capire le sue scelte, così aveva insistito. <<Non sei seguito da un medico?>>Tasto dolente.
No, non lo era.<<Con le complicazioni che ho avuto durante il parto non potrei nemmeno prenderli. Quindi no, non sono seguito da nessuno>> Derek aveva spalancato gli occhi, ma a Stiles non importava. Lui era l'ultimo che poteva giudicarlo. <<Cosa ti dice il cervello?!>>
<<Nulla, ecco cosa. Non avevo altra scelta. Sei l'ultimo che può farmi la predica. Ora ti sarei grato se te ne andassi a casa>> Si era avvicinato alla porta e l'aveva aperta in un segno muto. <<Non vado da nessuna parte>>
<<Si può sapere cosa vuoi da me?>>
<<Sarò anche l'ultimo che può farti la predica ma, per favore, chiedi un parere medico>>
<<Certo... compari dopo otto anni e credi di poter risolvere tutto così>>
Derek si era spazientito dopo aver sentito quella frase, così aveva risposto un semplice <<Fa come credi>> e detto questo era uscito senza voltarsi indietro.
STAI LEGGENDO
Love of the not common people
Fanfiction[Sterek|Omegaverse] Stiles è un ragazzo padre. Lui e JJ sono sempre stati bene da soli, almeno fino a che non è arrivato Derek a destabilizzare la loro tranquillità. Dal testo: "Sei legato a qualcuno?" Era rimasto perplesso a quella domanda. Insom...