Capitolo XIV

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Il giorno dopo Cesu, alle 10:00 di mattina mi venne a prendere e mi portò finalmente a casa.

Mi feci una doccia e uscii a fare una passeggiata, Bologna non era mai stata così bella.

È proprio vero, quando hai una cosa a portata di mano non fai caso alla sua importanza.
Quando te la proibiscono, lì capisci che era indispensabile.

E ciò accade anche con le persone.

A pranzo io, Cesu, Ale, Nels e Bea andammo al sushi, non lo mangiavo da troppo tempo, ero in astinenza.

Io: «quanto mi mancava!» esclamai mangiando un nigiri
C: «siamo contenti che ti abbiano fatto uscire»
Io: «già, grazie ragazzi»
N: «questa sera è alle 20:00 ma Nic ha detto che dobbiamo andare lì alle 19:30 per aiutarlo a sistemare»
C: «solo noi?»
N: «tutti noi di Space valley e le ragazze, Ele, Bea e Ale»

Quando disse "tutti noi di Space valley" mi strozzai con un pezzo di sushi.

C: «tutto ok?» mi chiese
Io: «si mi è solo andato di traverso il cibo» mi giustificai
A: «Ele, mi accompagneresti in bagno?» mi domandò con un sorriso strano
Io: «ma-»
A: «PER...favore» disse ancora con la stessa espressione prendendomi il braccio e tirandomi.
Io: «ok ok calmati»

Ale mi trascinò fino al bagno, entrammo e lei chiuse la porta a chiave.

Io: «ahi, mi hai fatto male» mi lamentai strofinando la mano sul braccio
A: «che ti prende?»
Io: «cosa?»
A: «che ti prende? insomma ogni volta che si parla di Space Valley cambi espressione, diventi strana...senti io ti capisco ok? ti capisco però non puoi continuare a fare così»
Io: «lo so»
A: «no tu- aspetta tu cosa?» si interruppe non aspettandosi da me quella risposta
Io: «lo so, so che non può andare avanti così, infatti stasera parlerò con lui»
A: «è successo un miracolo quando non c'ero?» chiese ironica
Io: «si, e si chiama Giovanni.» sorrisi
A: «uhh, il dottore eh?» domandò con una faccia perversa
Io: «si, lui, comunque, cambiando discorso...tu e Cesu?» dissi facendo la sua stessa faccia
A: «niente, niente di niente»
Io: «davvero? non sono cieca, li vedo gli sguardi che vi lanciate, state insieme?»
A: «no!»
Io: «beh stareste bene, a te piace?»
A: «assolutamente no»
Io: «Ale...» dissi ridendo
A: «ok, si, lo amo!» rivelò tappandosi la bocca subito dopo

In quel momento si aprì la porta...

X: «cosa ami?»
A: «come caz- la porta era chiusa a chiave!»
X: «la chiave si gira verso destra, non verso sinistra» ridacchiò
Io: «hai sentito tutto?»
X: «le ultime due frasi»
A: «emh...Cesare io...»
Io: «ama il sushi!» cercai di sviare l'argomento
C: «oh ma non mi prendere in giro, non ne sei capace!»
A: «ok...beh, ti amo, ti amo Cesare, questa è la verità, sono stufa di mentire, basta, so che non sono il tuo tipo, magari...magari ho fatto un errore a dirtelo ma prima o poi doveva accadere»
C: «anche ti amo, secondo te, quella sera, stavo scherzando?»
A: «non so, forse» non finì la frase che Cesu si avvicinò, la prese per i fianchi e la baciò.

Era davvero una scena dolce.

Io: «bene, io ritorno di là, voi...voi fate quello che dovete fare» dissi imbarazzata incamminandomi verso la porta.

A: «noi non abbiamo finito di parlare di...» disse staccandosi da Cesare
C: «di?»
Io: «di nessuno!»
A: «Ele...»
Io: «Ale...»
A: «dai mica ti mangiamo»
Io: «già, beh ne parliamo un altro giorno»
C: «no-»
Io: «oh ma guarda, si è fatto tardi, penso che dovrei andare a casa a preparami, mi è passata anche la fame» affermai uscendo dal bagno

Andai a casa di Cesare a piedi essendo vicina al ristorante.
Appena arrivata mi chiusi in camera, presi il mio computer e cominciai a guardare Netflix.

Dopo un po' mi arrivò un messaggio
Giova💙: «ehi, tra mezz'ora sono sotto casa tua»

Ma come tra mezz'ora?
Guardai l'orario, erano le 19:00
Mi alzai subito dal letto e mi andai a preparare.

Indossai dei pantaloni bianchi a vita alta, maglioncino grigio e una giacca nera.

Non mi vestii elegante, non dovevo fare colpo su nessuno.

Scesi sotto casa dove mi aspettava Giovanni, indossava un completo blu scuro e una cravatta con i gelati
Appena mi vide scese dall'auto e mi aprì lo sportello

Io: «grazie, ma la cravatta te la potevi anche risparmiare» risi entrando in macchina
G: «la mia cravatta è bellissima, tu non capisci il mio stile!» esclamò facendo il finto offeso, rientrando in macchina
Io: «se esiste una persona che lo capisce fammi uno squillo»
G: «devi continuare ad insultarmi o possiamo partire?» rise
Io: «dai andiamo!»

Dopo circa 15 minuti di strada arrivammo a casa di Nic.

Nic: «ciao Elena! oh ciao anche a te...»
G: «Giovanni» si presentò stringendogli la mano
Io: «allora, come possiamo aiutarti?»
Nic: «potreste sistemare le birre e i vari alcolici in quel tavolino lì» disse indicando prima una montagna di alcolici di ogni tipo e poi un tavolino posizionato in fondo alla stanza
Io: «ma quante cose da bere avete comprato?!»
Nic: «ci siamo fatti prendere un po' la mano» affermò grattandosi la nuca.

Io e Giova sistemammo tutte le bibite, intanto arrivarono anche gli altri, tutti tranne Dario.

Erano le 19:50 e ancora di lui nessuna traccia, fin quando, qualcuno suonò il citofono, Nic andò ad aprire.

Nic: «è arrivato Dario!» urlò a tutti noi che ci trovavamo nell'altra stanza
Dario entro in casa e, seguendo le indicazioni di Nic ci raggiunse, era stranamente solo.

C: «non hai port-» Cesare si blocco quando vide Sofia entrare nella stanza
C: «come non detto» si corresse

Spazio Autrice
To be continued...

Una serie di sfortunati eventi //Space Valley//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora