XXVII

219 10 2
                                    

G: «no non ce la faccio» affermò prima che potesse suonare il campanello
Io: «suona questo cazzo di campanello!»

Eravamo di fronte la porta di casa di Andrea, Giovanni era in ansia, non voleva suonare il campanello.
Aveva paura.
Ed io lo capivo benissimo.

Io: «ce la puoi fare, dai» gli accarezzai la schiena

Ispirò.
Espirò.
Cercò di regolarizzare il respiro facendo del profondi respiri.
Suonò il campanello.
Subito dopo si udì una voce maschile.

X: «chi è?»

Guardai Giovanni, non aveva nessuna intenzione di rispondere.
Gli diedi una gomitata.
Scosse la testa spaventato.

X: «chi è?» ribadì il ragazzo al citofono

Il ragazzo al mio fianco mi prese il polso.
Mi guardò negli occhi.
Da quello sguardo capii, capii che quello al citofono era proprio Andrea e che Giovanni stava morendo di paura.
Era divorato dall'ansia.
La maniglia della porta si abbassò.
Giovanni strinse ancora più forte il mio polso.

La porta si aprì lentamente, finché non si spalancò quando Andrea, che si trovava davanti ad essa, vide Giovanni.
Quest'ultimo mi lasciò il polso.

Andrea spalancò la bocca per poi tapparla subito dopo con la sua mano destra.
Fece due passi indietro.
Gli occhi gli diventarono lucidi facendo esaltare il loro colore verde smeraldo.

Dopo vari secondi camminò velocemente verso l'amico, lo abbracciò, aggrappandosi con le braccia al suo collo.
Giovanni cinse i fianchi di Andrea, stringendolo a sé più forte che poteva.

An: «Giova...» singhiozzò allontanandosi leggermente da lui per guardarlo negli occhi.
Scoppiò a piangere
G: «Andre...» sussurrò accarezzandogli il viso lasciandosi andare anch'esso ad un pianto liberatorio.

Si strinsero nuovamente.
Guardai quella scena con un sorriso da ebete il volto.
Sapevo sarebbe finita così.

Andrea's Pov

Spalancai la porta quando vidi Giovanni.
Mi allontanai da lui, non ci credevo, non volevo crederci.

Corsi ad abbracciarlo, ed in quel momento il mio cuore, che prima batteva ad una velocità impressionante, si fermò.

Aveva lo stesso odore, lo stesso profumo di sempre, la stessa faccia, lo stesso corpo.
Era lui.

Dopo vari secondi di abbraccio cominciai a sfogarmi, non riuscivo più a tenere tutto dentro.
Ero arrivato sull'orlo della sopportazione.

Io: «sei un bastardo! un fottuto bastardo! sai quanto ho sofferto?! sai che piangevo ogni notte per colpa tua?! sai che sono arrivato al punto di provare a suicidarmi?! perché tu non rispondevi alle mie cazzo chiamate! te ne sei andato dalla mia vita da un momento all'altro, senza dare spiegazioni! eri la parte più importante della mia vita! e te ne sei andato così! come hai potuto?! brutto stronzo! cosa ho fatto per meritarmi questo?! cosa?! perché l'hai fatto?! perché?! DIMMI PERCHÉ?!» urlai tra le lacrime spingendolo dal petto fino a farlo sbattere contro il muro.
G: «lo so, e mi dispiace, non sai quanto mi dispiace, non ti meritavi nulla di tutto questo, sono un coglione» ammise

Appoggiai la testa sul suo petto, continuando a piangere.
Mi accarezzò i capelli.

G: «scusami, davvero» singhiozzò

Giova's Pov

Era tra le mie braccia, gli accarezzavo i capelli dolcemente dopo essermi preso una serie di insulti che mi meritavo.

Una sensazione bellissima, era davvero una sensazione bellissima.
Ci staccammo da quel abbraccio qualche minuto dopo.
Lo guardai negli occhi, abbassai lo sguardo sulle sue labbra

Avrei tanto voluto fiondarmi su di esse, assaporarle e dichiarargli ciò che provavo, ma si staccò.
E fu meglio così.

X: «Ciao Giova» sentii chiamarmi

Mi girai, vidi Leo, il mio amico Leo.
Andai ad abbracciare anche lui dandogli delle leggere pacche sulla schiena.

Mi ricordai di Elena, che si trovava ancora davanti alla porta d'entrata, appoggiata allo stipite.

Io: «lei è Elena, la mia-»
E: «amica! sono un'amica di Giovanni piacere» mi interruppe.
Andò a stringere la mano ad entrambi i miei amici.

Salimmo in camera di Andrea, cominciammo a parlare del più e del meno.

An: «Allora...come vi siete conosciuti?» chiese a me e ad Ele
La guardai
Le annuì
Io: «in ospedale»
An: «cosa?! hai avuto qualcosa?» mi chiese preoccupato
Io: «no no, io sono un infermiere sbarra dottore diciamo»
L: «tu? dottore? ma non dicevi che era l'unico lavoro che non avresti mai voluto fare?» domandò Leo ridacchiando
Io: «si cambia idea no?»
An: «si ok, ma come vi siete conosciuti?» chiese con più insistenza

Perché gli interessava così tanto?

Io: «Elena ha...un tumore, ed io sono il suo medico» mi era ancora difficile dirlo
E: «tranquilli eh, è tutto ok, non dovete dispiacervi per me» aggiunse lei vedendo le facce di Leo e Andrea, visibilmente a disagio.
Io: «le piace il Black Humor» la indicai
An: «andremo d'accordo allora» si rivolse a lei.

Elena's Pov

Sembravano simpatici entrambi gli amici di Giova.
Camper era cinico, ma divertente.
Leo era, come lo definivano i due, un "autistico", mi faceva ridere.

An: «io dovrei registrare ragazzi...» indicò l'attrezzatura
G: «ok, allora noi ti aspettiamo di sotto» fece per alzarsi ma Andrea lo bloccò
An: «oppure potresti registrare con me...come ai vecchi tempi» propose
G: «non lo so e se-»
Io: «credo sia una splendida idea» cercai di convincerlo
G: «va bene» si rassegnò
An: «dai allora cominciamo, mettiti la maglietta degli Inoob però» disse felice, lanciandogli la maglietta

Cominciò a sbottonarsi la camicia lì stesso, davanti a tutti, restando poco dopo a petto nudo, lasciando vedere i suoi pettorali non troppo definiti.

Andrea lo guardava, ogni tanto si mordeva il labbro inferiore.
Avevo intuito cosa stava succedendo dentro quel ragazzo.

Giovanni si mise la maglietta e poi si sedette sulla sedia da gaming.

An: «no no, avevo pensato di fare in un altro modo, faccio un Flash Q&A, e come ogni Flash Q&A ci sarà la domanda "ma Spawn?" e questa volta non risponderò con il solito "ha cambiato interessi"»
G: «va bene» ridacchiò

Andrea cominciò a registrare, noi rimanemmo tutti nella stessa stanza.
Più o meno dopo 5 minuti arrivò la fatidica domanda.

An: «dov'è finito Spawn? Ragazzi, siccome mi sono rotto di questa domanda, ecco a voi...» non completò la frase.

Lo indicò, invitandolo ad entrare nell'inquadratura.

G: «dove quando come? ah no, non è ancora il momento» rise andando velocemente accanto all'amico
An: «...Spawn! ecco così non vi lamentate più per altri 6 mesi»
G: «si, aspettate, c'è un piccolo problema» bloccò Andrea
An: «che c'è?»

Giovanni si limitò ad indicare la sedia da gaming sulla quale era seduto Camper.

An: «ahh, non sei cambiato di una virgola» disse alzandosi e sedendosi nella sedia accanto
G: «ecco, adesso si che ci siamo!» si sedette comodamente

Continuarono a registrare per altri 30 minuti.
Giovanni si inventò una scusa stupida per giustificare la sua assenza nel canale e in parte nella vita di Andrea.
Quando finirono uscimmo per fare un giro.

Giova stava attaccato ad Andre, ridevano, scherzavano, si guardavano intensamente negli occhi per poi distogliere lo sguardo dalla parte opposta diventando rossi in viso.

Io li guardavo da dietro, sorridevo
Non avevo mai visto Giovanni così felice
Leo si avvicinò a me e mi guardò...

Una serie di sfortunati eventi //Space Valley//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora