Prologue🥂

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Run run run away little girl.

«Devo ammetterlo, Zach. Sono impressionata.»

Se ho mai avuto una minima certezza nella mia giovane, ma ben vissuta, vita, questa è la profonda convinzione che gli inglesi non sanno decisamente come fare festa. O almeno non dopo le cinque del pomeriggio e senza thè e biscotti.

«Un toga party. Non credevo che voi mangia-pudding poteste arrivare ad usare mezzi così bassi per adulare un'americana.» affermo incrociando le braccia al petto e osservando l'idilliaco spettacolo che mi si para di fronte sul tetto del Saint Laurence, prestigioso collegio d'élite dell'isola brittanica.

Get your fun in this trashy world.

Un centinaio di adolescenti sudati con solo pochi centimetri di stoffa addosso e in preda agli ormoni: manca solo un ragazzo nudo con indosso la testa della mascotte del college che balla nel bel mezzo della pista e quasi mi sento a casa, a New York. Questa festa si può tranquillamente classificare allo stesso livello di disagio a cui arriva una festa del Pandemonium del lunedì sera, pacatamente nella norma. Ma capisco di non poter pretendere di più da degli inglesi.

«Devi essere sempre così cinica, Ella?» mi chiede Zach al mio fianco con un sorriso, esasperato dalle mie continue lamentele e pregiudizi sulla società inglese. «Fingi almeno di divertiti.»

Empty-hearted boys by your side.

In fondo nella mia vita nel grande continente le feste erano il mio ambiente di lavoro. Erano il mio mercato, il mio campo di battaglia, il luogo perfetto dove stringere amicizie, incontrare amanti, concludere affari. Per quanto frivole, prive di forma e confusionarie erano parte fondamentale della mia vita. Nel mio mondo le feste erano la superfice su cui si fondava tutto il resto della vita sociale newyorkese.

«Ci provo.» ribatto con un sospiro e un sorriso palesemente finto. «D'altronde si sa: ad una festa è importante essere divertenti, non sinceri.»

Trattenendo una risata, il moro alla mia destra comincia ad avanzare verso il centro del tetto dell'accademia mentre io lo seguo scrutando l'ambiente attorno a me. Come in un vero toga party che si rispetti, tutti gli invitati sono vestiti a tema. Compreso il mio accompagnatore per la serata, Zach Herron, che veste i panni di un avvenente, nonché segretamente gay, Giulio Cesare. In effetti, guardando bene le persone che mi ritrovo vicino, sono tutti vestiti da personaggi dell'antica roma: Dei, centurioni e imperatori accompagnati dalle varie consorti. È incredibile come gli inglesi riescano a rendere serio perfino un toga party, simbolo cruciale della cultura suburbana americana e del fantomatico mondo dei party da college, noto per la sua classica ignoranza e degrado.

Proprio mentre sono intenta a osservare un paio di ragazze impegnate a ''venerare'' un imperatore comodamente sdraiato su una poltrona da salotto romano con tanto di uva e ventagli, pensando che, essendo il ragazzo vestito da Nerone, dovrebbero togliergli l'accendino da mano, Zach ritorna da me con due calici di plastica dorata con dentro del vino rosso.

«Carpe Vinum!» afferma Zach alzando il suo calice e facendomi capire di voler fare un brindisi. Alzo il calice a mia volta con un sorriso divertito per poi bere un sorso generoso di vino. Non saranno dei bicchieri rossi ma per questa sera posso passarci sopra, dai.

«Quindi questa è una delle fantomatiche feste di Gatsby.» comincio a conversare, guardandomi attorno con il calice in mano. «Notevole, ma non eccezionale.» sentenzio in conclusione.

«Oh andiamo.» ribatte Zach dopo un bel sorso di vino rosso, con uno sguardo concentrato, pronto a scrutare ogni bel ragazzo nel raggio di 1 km. «Semplicemente sei abituata ai vostri party americani, all'insegna dell'alcool e dell'overdose. Qui siamo in Inghilterra, siamo più eleganti.»

Tender Curiosity//Why Don't WeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora