Chapter 3🥂

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P.O.V Madelaine

A volte immagino la mia mente come un computer con troppe finestre aperte.
Troppe icone sul desktop, troppi file e documenti. Così pieno da risultare ingombrante e confuso, lento perfino nella ricerca di anche un solo documento utile. Certe volte penso che se solo potessi chiudere un po' di quelle finestre, se solo potessi spostare nel cestino un po' di quelle icone, forse le cose andrebbero meglio. Ma come fai a scegliere quale finestra chiudere, quando sembrano tutte così essenziali? Ogni finestra, icona, applicazione, parola sembra essere vitale per il funzionamento del computer e, metaforicamente, per ciò a cui aspiro. Fin dalla mia infanzia ho programmato in ogni particolare il mio futuro, creandomi una tabella di marcia più che rispettabile: un lavoro rispettabile, uno splendido marito e dei figli tutti miei. Ho sempre avuto un piano preciso nella mia testa e l'idea di accettare un piano B non mi ha mai neanche sfiorato la testa. So quello che voglio e sono pronta a tutto pur di ottenerlo.
<<Dolcezza.>>
A disturbare la tranquillità del primo pranzo che riesco a passare senza dover studiare per nessun test imminente è Louis.
Non so effettivamente come definire Louis, lui ama definirsi l'ancella prediletta della regina, titolo che i miei compagni, data la mia relazione con Corbyn, mi hanno affibiato.
<<Ho del nuovo gossip da raccontarti.>>
A mio parere è l'ancella prediletta con la bocca più larga di tutto il reame ma, se ho imparato una cosa in questi 5 anni al Saint Laurence, è che la sincerità non ripaga mai. Dovrebbero smetterla di usare questa cosa come morale delle favole per bambini, basta inculcargli in testa menzogne fin da piccoli.
<<Oh wow, cosa?>> chiedo, fingendomi sorpresa e mangiando con elegante lentezza il mio purè di patate. <<Hanno beccato ancora Matthew e Isla a fare cose nel laboratorio di chimica?>>
Gli uomini odiano le ragazze che mangiano come dei trita rifiuti, diceva mia nonna. Pace all'anima sua, riusciva sempre a farmi ritornare con la mente agli anni 50'.
<<No.>> il ragazzo sembra pensarci su un paio di secondi prima di correggersi: <<Cioè, si. Ma non sto parlando di questo.>>
Lo guardo leggermente confusa continuando a mangiare il mio pranzo.
<<Anche se devi ammettere che, dopo la seconda volta, è colpa dei professori: chi insegnante con un minimo di cervello lascia due adolescenti in preda agli ormoni in una stessa stanza per più di dieci minuti per completare una ricerca sulla riproduzione. Dategli anche un pacco di preservativi e un manuale versione tascabile del Kamasutra e salite in scala di efficacia rispetto Lovoo.>>
Trattengo una mezza risata aspettando che finisca il discorso precedente.
Dopo qualche secondo sposto di nuovo lo sguardo sul ragazzo, chiedendomi perché non abbia ancora cominciato a raccontarmi il dramma del giorno.
<<Quindi?>> chiedo posando la forchetta e passandomi il tovagliolo sulla bocca. <<Quale è il dramma?>>
<<Non sono sicuro tu voglia sapere ciò che so.>> risponde, facendo un sorriso di circostanza, al metà tra il preoccupato e quello dell'ambasciatore che non vuole decisamente portar pena. <<Si tratta di Corbyn.>>
A quelle parole la mia curiosità viene catturata totalmente dal moro seduto di fronte a me e incrociando le braccia al petto affermo: <<Beh, se la metti così, è ovvio che io voglia sapere.>>
Louis mi lancia uno sguardo indecifrabile per poi fare un sospiro e affermare cauto: <<Girano delle voci.>>
<<Delle voci.>> ripeto confusa incitandolo a continuare e anche in fretta, sentendo un bocciolo di ira nascermi nel petto.
<<L'hanno visto entrare in uno sgabuzzino con una ragazza.>> sputa tutto di un fiato il moro.
<<Una ragazza.>>
Le vedete anche voi le fiamme alle mie spalle?
<<L'americana, la ragazza nuova.>> ribatte il ragazzo posando la sua mano destra, adornata di quello che sembra essere lo smalto rose gold che gli ho prestato ma che non mi ha mai ridato, sulla mia spalla cercando di essere di conforto.
Faccio un lungo sospiro per sbollire la rabbia che si sta accumulando dentro di me per cercare di ragionare razionalmente. <<Okay, sono solo voci no? Le voci possono essere ingannevoli. Sono sicura ci sia una spiegazione logica.>>
Faccio una pausa sperando che Louis confermi la mia teoria e mi rassicuri sui pessimi pensieri che girano per la mia mente in questo istante.
Quando il silenzio sembra non fermarsi più chiedo esplicitamente: <<È così, vero?>>
Il ragazzo sobbalza e afferma rapidamente: <<Si, tesoro. Sono sicuro che sia come dici tu.>> recitato così bene da non sembrar quasi falso.
Un altro secondo di silenzio scende tra noi lasciandomi in balia dei miei pensieri, mentre prendo il mio telefono in mano per mandare un messaggio al mio ragazzo.
Gli mando un ''Vediamoci, dobbiamo parlare.''.
<<Non risponde, cazzo.>> affermo mettendo in stand by il cellulare e cominciando a mangiarmi le unghie, cosa che faccio in continuazione quando sono nervosa. <<A che serve avere un cellulare se poi non lo usa mai?>>
Proprio io dovevo beccare l'unico adolescente non cellulare-dipendente? Un po' di sindrome ossessivo compulsiva verso la tecnologia fa sempre comodo.
<<Andiamo, tesoro. Appena vede il messaggio ti risponderà, tranquilla.>> mi rassicura il ragazzo guardandomi prendere il mio quaderno di chimica dallo zaino.
So che forse non è un buon momento per fare le ossidoriduzioni ma, come ogni donna ossessionata da un problema di rapporto, devo fare qualcosa che mi impegni la mente e tenga le mani occupate per non comporre il suo numero almeno una dozzina di volte.
<<Lo sapevo.>> borbotto a bassa voce mentre mi immergo completamente in ossigeni, idrogeni e elementi di altro genere.
Chissà perché quando le cose sono troppo facili, siamo portati a sospettare che ci sia qualcosa di sbagliato.
<<Mi sembrava che le cose stessero andando troppo bene.>> affermo velocemente, come faccio di solito quando mi prende l'ansia.
Siamo cresciuti credendo che la via del vero amore non possa essere tutta piana, che sia piuttosto un dirupo da scalare per arrivare al meraviglioso paesaggio che ci aspetta in cima.
<<Tutto troppo calmo.>>
Ci deve essere sempre un secondo atto con gli ostacoli prima di poter vivere felice e contenti nel terzo atto.
<<Tutto troppo perfetto.>>

Tender Curiosity//Why Don't WeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora