Call Me-YuWin

07

Yuta

WinWin mi aveva detto di aver raccontato tutto a quel cretino di Ten, e io ne ero assolutamente fiero. Gli avevo detto anche di quello che mi aveva rivelato Johnny, chiedendogli di non parlarne col tailandese. Loro sarebbero tornati dopo una settimana. Non vedevo l'ora, anche perché poi avremmo avuto qualche altro giorno libero da passare magari insieme.

Io a Johnny non avevo parlato di me e WinWin, perché avrei voluto aspettare che il cinese tornasse. Quella mattina passò tranquilla. Io, Johnny, Taeyong, Jungwoo e Doyoung avevamo passato tutto il tempo a giocare insieme ai videogiochi, mangiucchiando e ridendo. A un certo punto però, il telefono dell'americano squillò.

"Pronto?"

"Ciaoooo Johnny! Metti in viva voce, noi ragazzi qui volevamo salutarvi!"

Johnny mi guardò un attimo e poi mise il telefono in viva voce. In sottofondo si sentivano gli altri ridere.

"Taeyong come stai?"

Chiese Ten

"Perché chiedi proprio a me?"

Disse ridendo

Tra le chiacchiere però, ancora non avevo sentito WinWin. Johnny e Ten ancora non avevano parlato tra di loro.

"Hey ragazzi, ma WinWin è con voi?"

"Ti manca tanto eh?"

Disse sarcasticamente il tailandese.

"Prima che io venga lì in Cina a strozzar-"

"Hey Yuta, ci sono anche io haha. Semplicemente non sapevo che dire."

Avvampai, e cercando di parlare normalmente, mentre Taeyong mi dava colpetti di incoraggiamento sulla schiena, gli risposi.

"Forse è vero però che un po' mi manchi. Anche se davvero un giorno verrò a strozzarlo il tuo amichetto so-quattro-lingue"

"Scusa ma no, quel ruolo spetta a me."

Disse fermamente Doyoung.

Scoppiammo tutti a ridere.

"In realtà penso di doverlo fare io"
Aggiunse Kun poi.

Le risate ancora più forti.

"Oh ma qui volete ammazzarmi tutti?Johnny salvami tu ti prego!"

Piagnucolò scherzando Ten.

"Scusa, faccio anche io parte della squadra di quelli che vogliono farti fuori"
Rispose Johnny, anche lui in tono scherzoso.

WinWin non mi aveva risposto, però ero certo che avesse sorriso alle mie parole. Per noi era normale parlarci così. Per gli altri non era strano, erano abituati alla nostra "amicizia" un po' smielata. Spesso anche tra di loro gli altri facevano così, eravamo una famiglia, non era strano per noi NCT esprimere apertamente tutto il bene che ci volevamo.
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Una settimana passò, e i WayV tornarono. Tutto il resto degli NCT andò ad accoglierli, ed è inutile dire che appena vidi WinWin lo abbracciai fortissimo. Lui cercò di allontanarmi un po', ma fu inutile. Lo riempii di baci sulle guance, e forse però questa volta avevo davvero esagerato. Infatti Taeil e Lucas ci guardarono in modo un po' stupito, ma non me ne importava. Lo presi per mano, e senza neanche fargli scaricare i suoi bagagli, lo trascinai al dormitorio dei 127. Ci avrebbe pensato Kun a portare le sue valige in camera, ormai quell'uomo era come una mamma, un papà e un maggiordomo a tempo pieno e senza stipendio. Lo ringraziai da lontano e lui sorrise. Ten ci fece l'occhiolino e WinWin sbuffò, facendo ridere il tailandese. Johnny non lo aveva neanche salutato, decidendo invece di andare a fare un giro con Lucas. Imprecai e gli diedi del c0glione[censura family friendly] mentalmente, ma poi tornai a pensare solo a me e WinWin. Lo lanciai sul divano del salotto, e prima di potermi buttare su lui, era già in piedi. Sembrava infastidito dal mio comportamento, anche un po' arrabbiato.

"Yuta smettila!"
Mi riproverò.

Non capivo cosa avevo fatto di sbagliato. Anche se c'erano gli altri, non è che lo avrei baciato o altro. Volevo solo un po' coccolarlo.

Taeyong ci raggiunse e posò un braccio sulla mia spalla.
Prese me e WinWin a formare un cerchio, come fanno le squadre sportive quando devono decidere sul da farsi senza farsi sentire dagli avversari.

"Yuta, che hai in testa? Ci sono in giro sia i membri che i manager, WinWin ha ragione a respingerti, non puoi essere così espansivo in pubblico se non vuoi essere beccato"

Ovviamente parlavamo a bassa voce.

"Non è la prima volta che mi comporto così..."

"Lo sai che non mi piace quando fai così, soprattutto davanti agli altri, come devo dirtelo?"

WinWin aveva quasi alzato la voce. Mi sentivo in colpa, ma allo stesso no, ero solo felice di rivedere la persona che amo, era sbagliato per caso?

"Scusa se sono felice di rivederti"
Risposi sarcasticamente.

Taeyong ci guardava con uno sguardo un po' rattristato.

"Dai ragazzi, adesso non litigate..."
Provò a dire per farci calmare.

Ma apparentemente quella giornata doveva andare così. WinWin sciolse quel "cerchio" e a passò svelto e deciso se ne andò, diretto probabilmente verso camera sua. Non provai neanche a fermarlo, e fermai Taeyong che voleva seguirlo.

Intanto, gli altri che erano in salotto, ovvero Doyoung e Jaehyun, ci guardarono un po' perplessi. Io guardai entrambi negli occhi per qualche momento, imbronciato, e senza dire nulla andai in camera mia e di Taeil(e di Jungwoo da quando WinWin era nel dormitorio con i WayV, ma al momento lui era dai Dream), sbattendo la porta. Taeil, che aveva le cuffie al telefono, se le tolse leggermente scioccato. Mi chiese spiegazioni ma non risposi e salii sul letto. Lui capì di dovermi ignorare.
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Autrice

Taeyong intanto disse agli altri due di lasciare il giapponese e il cinese in pace e che non era successo nulla di grave. Loro lo ascoltarono e fecero finta di nulla, anche se in realtà erano un po' preoccupati. Poi il leader dei 127 si recò nel dormitorio dei WayV, in camera di WinWin e Lucas, dove c'erano però Sicheng e Kun. Il più piccolo stava piangendo sulla spalla del leader dei WayV, seduti sul letto, anche se il più grande tra i due cinesi non riusciva a capire il motivo di quelle lacrime. Si accorsero di Taeyong e non dissero nulla. Il coreano decise allora di sedersi vicino a loro e iniziò ad accarezzare delicatamente la testa del ragazzo che piangeva. Finalmente poi, dopo qualche minuto WinWin smise di piangere, e i due leader decisero di portarlo a fare un giro per fargli schiarire un po' le idee. Kun non sapeva nulla di WinWin e Yuta, sapeva solo che un suo caro amico era triste e che avrebbe fatto di tutto per lui. E per Taeyong, anche se conosceva la storia, valeva lo stesso. In quel gruppo l'amicizia veniva al primo posto. Erano una famiglia, nessuno avrebbe mai voltato le spalle ad uno dei membri, vedendoli in difficoltà.