Capitolo 24

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Era già sera quando i Weasley, Harry e Hermione arrivarono alla stazione, dove li attendeva il padre di Ron e Ginny, pronto a portarli alla Tana per passare le vacanze insieme. Dopo essersi salutati, salirono sull'auto dell'uomo e partirono.

Una volta arrivati a destinazione, la signora Weasley salutò tutti i ragazzi molto affettuosamente, riempiendoli di baci e facendoli subito accomodare a tavola, che era imbandita di ogni genere di pietanze.

I ragazzi si accomodarono e subito si servirono tutte quelle prelibatezze. Tutti stavano parlando di ogni genre di cose, di Hogwarts, di lavoro, di cucina, ma Harry era come assorto nei suoi pensieri, anche se di fatto non pensava a nulla. Vedeva ogni cosa ma le voci gli giungevano alle orecchie ovattate, era come essere lì ma senza esserci davvero.

Poi ad un tratto tutti iniziarono a fissarlo e Ron, seduto accanto a lui, lo scosse per una spalla.

"Tutto bene amico?" Gli domandò il rosso.

Fu come ritornare nel suo corpo e riprendere pieno possesso, perché d'un tratto riuscì di nuovo a sentire tutto e a vedere più nitidamente.

"Oh si...Tutto ok, perché?" Domandò Harry.

"Mamma ti stava chiedendo come va quest'anno a Hogwarts." Disse Ginny.

"Oh scusami Molly. È che ultimamente sono molto stanco." Cercò di salvarsi in calcio d'angolo il ragazzo.

"Sta tranquillo Harry caro." Rispose comprensiva Molly.

"Comunque va tutto alla grande, è stato anche ripristinato il Quidditch. Fantastico vero?" Harry era sicuro che una volta sganciato l'argomento Quidditch il signor Weasley e gli altri si sarebbero lanciati in un'appassionante discussione, che avrebbe sviato l'attenzione da lui. E successe proprio così.

Harry ritornò in quello stato comatoso, ma stavolta i suoi pensieri ricaddero su Draco e a ciò che era successo quella mattina stessa in treno.

*FLASHBACK*

Quando si staccarono e ripresero fiato, Draco fissò i suoi occhi in quelli del moro, accarezzandogli dolcemente una guancia con il pollice della mano destra e stringendogli la vita con l'altro braccio, per far si che non si staccasse da lui.

"Harry, ti prego, ascoltami. Io non capisco più niente. Prima mi dici che sei obbligato a lasciarmi, poi mi auguri buon Natale e infine vieni qui e mi baci. Harry dimmi che succede."

Il moro fece per divincolarsi dalla stretta dell'altro, ma la presa salda e sicura del biondo non glielo permise.

"Harry ti prego non scappare. Io ti..." Draco si bloccò a metà frase. Era diventato ancora più bianco del normale, se possibile.

Harry era impallidito. "Tu cosa Draco?" Harry non sapeva se glielo avrebbe detto, e in cuor suo non sapeva se sparare che l'altro terminasse la frase o se la lasciasse a metà. Anche lui sapeva di provare un sentimento molto forte per l'altro, ma d'altro canto in quel momento niente sembrava che andasse nel verso giusto.

Draco cercò di fare un respiro profondo. "Io ti amo Harry."

Il Grifondoro fece un sorriso a trentadue denti. "Non avrei mai pensato che saresti stato tu il primo a dirlo."

Draco sorrise. "Oh sta zitto." Lo attirò a sé e riprese a baciarlo, spingendolo contro la parete dello scompartimento, chiudendo a chiave la porta e tirando le tendine.

Harry si staccò un attimo, per guardare Draco da vicino, ma quest'ultimo gli tolse gli occhiali. Al che il moro alzò un sopracciglio. "Stai meglio senza occhiali." Il moro alzò anche l'altro sopracciglio.
Draco roteò gli occhi verso l'alto. "D'accordo. È scomodo baciarti con quei cosi." Harry sorrise, e continuarono a baciarsi, almeno finché il treno non giunse vicino alla stazione d'arrivo.

"Cosa siamo adesso?" Gli chiese Draco, mentre si stavano sistemando, prossimi alla scesa.

"Non lo so, è complicato."

"Ma cosa lo rende complicato?" Provò di nuovo il biondo.

"Lo sai che non posso dirtelo."

"Okay, okay. Quindi non ci vedremo più?"

"Non sto dicendo questo."

"Allora cosa stai dicendo?" Draco si stava alterando di nuovo. Harry cercò di baciarlo, ma il Serpeverde si scansò.

"Ti prego Draco."

"Ascolta Harry, io voglio stare con te. Quando sarà finito tutto ciò che non puoi dirmi, allora cercami. Ma ti prego, non venire da me così di nascosto. Io voglio stare con te sempre." Detto questo Draco lo baciò un'ultima volta, gli accarezzò una guancia e uscì dallo scompartimento.

Harry rimase lì impalato, a fissare la porta che l'altro aveva lasciato aperta. E l'unica cosa che riuscì a pensare fu che non era stato in grado di dire quelle tre semplici parole all'altro. Harry nel profondo sapeva di amarlo, ma non comprendeva perché non fosse riuscito a dirglielo.

Una lacrima solitaria solcò il suo volto, scivolando fino all'estremità del mento per poi ricadere ai suoi piedi.

*FINE FLASHBACK*

Draco era appena arrivato a Malfoy Manor che già sentiva l'impellente desiderio di andarsene da lì. Per lui c'erano così tanti ricordi tristi e dolorosi che superavano di gran lunga quelli felici.

Bussò all'immenso portone e quando esso si aprí, rivelò le figure dei suoi genitori. Suo padre lo accolse freddamente, mentre sua madre lo abbracciò e lo baciò sulla fronte molto teneramente.

Anche se non voleva ammetterlo, sua madre gli era mancata molto in quei mesi a Hogwarts. E pensare a Hogwarts lo fece di riflesso pensare a Harry. Tuttavia cercò di allontanare immediatamente il pensiero, a disagio all'idea che suo padre fosse davanti a lui mentre pensava al moro.

"Seguimi." Ordinò Lucius con un tono di voce basso e freddo.

Draco obbedì senza dire nulla, seguendo il padre come gli era stato chiesto. Narcissa camminava accanto al figlio.

Si stavano dirigendo verso la sala dove erano soliti tenere le riunioni durante gli anni di Voldemort. Il biondo iniziava ad essere inquieto. Sperava solo che suo padre non facesse sul serio, ma il suo cervello sapeva bene che non era così. Gli affiorarono alla memoria tutti quei ricordi di Voldemort e dei Mangiamorte riuniti intorno al lungo tavolo ed il sangue gli si gelò all'istante. Guardò sua madre, ma lei abbassò lo sguardo.

Lucius si fermò davanti alla stanza del salone, rivolto verso Draco.

"Ci siamo." Esordì con un ghigno. Spalancò le porte e ciò che più temeva Draco si rivelò ai suoi occhi.

C'erano decine di Mangiamorte, tutti seduti al grande tavolo. Erano rimaste solo tre sedie vuote: una a capo tavola, la sedia un tempo riservata a Voldemort, la sedia alla sua destra e quella alla sua sinistra.

Draco non ci mise molto a capire che quelle sedie erano riservate per loro, e che suo padre avrebbe diretto tutti i loro folli piani.


MY SPACE!

Buon Natale ragazzi, anche se in riatrdo❤️
Ve lo avevo promesso che durante le vacanze di Natale ci sarebbero stati dei capitoli. Prendetelo come un regalino.
Non mi dilungo troppo perché sono abbastanza stanca, spero solo che il capitolo vi piaccia.

Buona lettura!

Kiss, Kiss

Ginevra🌈

Dopo la Guerra |Drarry|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora