Capitolo 6

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Il mattino arrivò anche troppo presto. Un raggio di sole riuscì a superare la "tenda" e puntò dritto sugli occhi di Ian. Questo si svegliò controvoglia, stropicciandosi gli occhi. Kara ancora dormiva beatamente, era incredibile come lei riuscisse a dormire letteralmente ovunque e in ogni momento. Il ragazzo si alzò dal letto stiracchiandosi e sbirciò dalla finestra. Le strade erano già trafficate e la piazza del mercato presentava le prime bancarelle già allestite, mentre altri mercanti si accingevano a preparare le loro. Doveva essere già mattino inoltrato, ma per quanto lo riguardava avrebbe dormito ancora volentieri. Si sentiva esausto, privo di forze. Decise di darsi una lavata veloce e scendere a fare colazione, per poi provare a fare un giro in città. Trovò l'oste al suo solito posto dietro il bancone mentre la moglie, a giudicare dal profumo, era intenta a cucinare qualcosa di buono.
-"Buongiorno caro, dormito bene?"-
L'uomo gli sorrise, il che rese il suo viso vecchio e con qualche cicatrice un po' inquietante.
-"Molto bene grazie. Mi mancava un vero letto in questi giorni."-
L'uomo gli avvicinò un piatto con del pane e una ciotola contenente del burro fuso speziato.
-"La ragazza dorme ancora?"-
Ian ingurgitò l'ultimo pezzo di pane, prendendone un altro e imburrandolo.
-"Lei dormirebbe anche durante un assedio."-
L'uomo rise alle sue parole, ma non poté ribattere poiché dalla cucina la moglie lo chiamò. Finito il pasto, si diresse sul retro per fare un bagno caldo, almeno sperava fosse caldo. Le donne impegnate a lavorare nei bagni accesero un grande braciere ponendovi sopra due secchi pieni d'acqua e avvertendolo di tornare dopo pochi minuti per dare il tempo all'acqua di scaldare. Ian andò nella sua camera per prendere un cambio di abiti e biancheria, neanche a dirlo la sorella dormiva, per poi tornare di sotto ad aspettare. Nel frattempo però nel locale erano entrati altri clienti tra cui, è qui Ian sentì il sangue gelarsi, tre guardie. Si bloccò in mezzo alla stanza terrorizzato. Non sapeva cosa fare...erano lì per lui? Lo avevano trovato? Doveva scappare via?...
I suoi timori però si diradarono quando l'oste portò loro tre bei boccali di birra facendoli accomodare. Non erano venuti a prenderlo, probabilmente nemmeno si aspettavano che lui potesse essere così vicino. Fece un grosso respiro per riprendere il controllo, per poi fare al tempo stesso una cosa stupida e intelligente. Sfruttando la piccola folla nel locale si avvicinò ai soldati, sedendosi dietro di loro e dandogli le spalle.
Le sentiva ridere e parlare di donne, di gioco d'azzardo e di cani da combattimento. Per loro era un'altra normale giornata di lavoro, se solo avessero saputo che la promozione era letteralmente a pochissimi passi.
Stava per alzarsi quando il tono di uno del gruppo si fece più basso e serio.
-"Avete sentito dell'attacco al convoglio? Hanno ucciso cinque soldati e sono spariti con i rifornimenti destinati a noi."-
Il soldato più grosso finì la birra e sbatte il boccale sul tavolo.
-"Un altro, donna,e sbrigati.Dannati ribelli,sono anni che ci danno grattacapi. Non capisco perché il Re non faccia rastrellare l'intera foresta e li uccida tutti."-
Un altro si guardò attorno, per poi tornare a parlare una volta stabilito che nessuno badasse a loro.
-"Ci vorrebbero troppi uomini, la foresta è enorme, e non siamo sicuri che si nascondano li. Potrebbero essere nelle montagne, ci sono miglia e miglia di caverne la sotto, e poche mappe che le riportano. Ve lo dico io, i dannati ribelli hanno delle spie, ogni volta che pensiamo di averli trovati quelli si spostano prima che arriviamo."-
Il soldato ingurgitò il secondo boccale di birra tutto d'un sorso.
-"Feccia traditore, se mi capita tra le mani li taglio la lingua."-
Nel locale entrò una quarta guardia che puntò diretta il tavolo dei suoi colleghi e ci si sedette.
-"Porto brutte notizie. I ribelli hanno fatto evadere tre prigionieri questa notte. E hanno lasciato volantini ovunque per incitare i cittadini alla rivolta. Dicono che il Re è un tiranno e un usurpatore."-
Quest'ultima guardia si prese un ceffone in piena nuca.
-"Parla piano idiota, vuoi che ci senta qualche idiota bifolco? Ci manca solo una rivolta in piena regola."-
La guardia che fino a quel momento era rimasta in silenzio però aprì bocca.
-"Secondo voi sono vere? Le voci sul Re intendo. Dicono che abbia ottenuto la corona uccidendo il precedente monarca, e che tenga in ostaggio il principe per evitare attacchi diretti."-
A quelle parole la birra quasi andò di traverso ai tre soldati.
-"Razza di idiota, vuoi forse morire? Sai cosa succede a chi parla in questo modo del Re? Vere o no è lui sul trono, e io non ho intenzione di inimicarsi un Re. Per cui zitto e obbedisci ad ogni ordine ti venga impartito, come ho intenzione di fare io, e vedrai che vivrai a lungo."-
Detto questo, i quattro uomini si alzarono dalle sedie e una volta pagato uscirono dal locale. Ian invece rimase fermo sul posto, ancora pensando a ciò che aveva udito. Era la prima volta che sentiva parlare di ribelli e non sapeva cosa pensare. Combattevano il Re per un loro ideale di giustizia, ma a pagarne il prezzo erano coloro che avevano troppa paura per opporsi o fuggire. Per questo Dankan lo aveva trovato? In realtà era un ribelle? Era plausibile, quelle guardie avevano parlato di nascondigli nelle foreste,e il cacciatore era un esperto di quelle zone. I suoi pensieri vennero interrotti da una ragazza, venuto ad avvisarlo che il suo bagno caldo era finalmente pronto. Si ritrovò da solo immerso in una vasca di acqua bollente, ma non riuscì a rilassarsi come avrebbe voluto. La parola "ribelle" gli aleggiava ancora in testa. Si insaponò e lavò velocemente, per poi asciugarsi,e una volta vestito uscì dalla stanza adibita a bagno.
Sua sorella, finalmente sveglia, era seduta al bancone intenta a mangiare una fetta di torta in compagnia di una donna, che Ian identificò come la moglie dell'oste. Le si avvicinò e sedendosi accanto a lei, le scompigliò i capelli.
-"Ben svegliata bell'addormentata. Finalmente ti degni di farci compagnia."-
La ragazza, con la bocca piena e il viso un po' sporco, lo ignorò essendo troppo presa dal mangiare.
-"Ascolta, io ora devo uscire. Vado a controllare un po' la zona e cerco di capire cosa fare. Non possiamo stare qui troppo a lungo, una volta prese le scorte dovremmo rimetterci in viaggio. Tu stai qui, è più sicuro. Se ti serve qualcosa chiedi all'oste. Ti prego, non attirare l'attenzione."-
La ragazza gli afferrò il polso prima che lui potesse muoversi.
-"Dobbiamo proprio andare? Hai detto anche tu che questo è un posto sicuro, forse non ci troveranno. Potremmo stare qui per qualche giorno almeno. Ho bisogno di un pasto decente e caldo, un letto morbido e di un bel bagno. Non mi lavo come si deve da giorni."-
Ian notò lo sconforto negli occhi della sorella. Era a pezzi, e non solo per la stanchezza, ma per la paura e l'ansia costante.
-"Lo sai che non possiamo, questo posto è sicuro ora, ma non lo sarà per sempre. Prima ho visto delle guardie a quel tavolo laggiù, sembravano clienti abituali. E se domani ci vedono e ci riconoscono, cosa faremo? Dobbiamo restare in movimento e nasconderci meglio che possiamo."-
Lui strinse forte la sorella a se, baciandole il capo.
-"Te lo prometto sorellina. Un giorno sistemerò tutto."-

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