Capitolo 2

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-"Ti odio stupido idiota, era ghiacciata."- i due ragazzi uscirono dall'acqua tremanti, muovendosi velocemente verso gli alberi. Se qualcuno avesse sentito il tonfo sarebbe andato a controllare, e loro non potevano farsi trovare lì.
-"Siamo fuori, dovresti ringraziarmi invece che maledirmi."-
Si poggiarono contro un albero, al riparo nella fitta ombra delle foglie. Ian tolse dalla sacca due coperte e vi si avvolsero entrambi. L'inverno era particolarmente freddo quell'anno, e la loro fuga non poteva essere interrotta da una malattia.
-"Fratello...ora dove andremo?"-
Lui si strofinò i capelli, mentre ancora tremante, si avvicinò alla sorella.
-"La città più vicina è a qualche giorno di cammino verso est. Aspetteremo qualche minuto per asciugarci un po', ma dobbiamo rimetterci in cammino. Domattina si accorgeranno di tutto e dobbiamo allontanarci il più possibile."-
Lei annuì, mentre si posò al fratello.
-"Hai pensato proprio a tutto. Ma come faremo ad arrivare al villaggio prima delle guardie? Noi siamo a piedi e loro hanno i cavalli, e i cani."-
Ian carezzò la testa della sorella.
-"Non preoccuparti di questo. Dei cani mi sono già occupato, l'acqua del lago dovrebbe nascondere il nostro odore per un po'. E nei giorni passati ho studiato un piano ben preciso. Se lo rispettiamo non dovremo avere problemi. Ora riprendi fiato, tra poco ripartiamo."-
Passarono ancora una decina di minuti stretti nelle coperte, non bastavano di certo quelle per asciugarli ma non potevamo permettersi di accendere un fuoco.
Ripresero la fuga camminando di gran carriera verso il villaggio ad est, protetti dalla foresta. Ian ne approfittò per raccogliere qualche bacca e delle radici. Il cibo che avevano preso dal castello non sarebbe durato a lungo. Con le monete ne avrebbero preso dell'altro in città, ma chiunque si sarebbe insospettito se due ragazzi trasandati come loro avessero speso molte monete d'oro. Il piano del ragazzo consisteva nel passare inosservato il più a lungo possibile, ma a breve avrebbero avuto le guardie reali e sulle loro tracce.
-"Fratello, sono stanca. Mi fanno male i piedi, stiamo camminando da ore. Facciamo una pausa ti prego."-
La ragazza, seppur con tutta la sua buona volontà, non era affatto abituata a lunghe camminate, e ancora meno a saltare dai tetti o a tutti gli sforzi a cui il fratello la stava sottoponendo.
-"Kara, sai che non possiamo stare qui. Te l'ho già spiegato...senti,s olo qualche minuto. Davvero, è troppo pericoloso. Mangia qualcosa se vuoi, c'è del cibo nella mia sacca e dell'acqua."-
Nonostante cercasse di spronare la sorella a proseguire, anche lui si sentiva stremato. Un conto era pensare al piano, e un altro attuarlo. Al momento di saltare dal tetto era terrorizzato, ma doveva farsi vedere sicuro. Anche ora, seppur stremato, doveva essere la roccia su cui sua sorella poteva fare affidamento. Si sedette accanto a lei, e dividettero una pagnotta con del formaggio, bevendo qualche sorso di acqua. Il piano era già stravolto, non aveva contato di fare quella fermata ne di intaccare le poche scorte così presto.
-"Kara, so che sei sfinita ma dobbiamo proprio andare ora. Tra poco arriveremo ad un fiumiciattolo, lo seguiremo per un po' poi lo attraverseremo, così i cani perderanno definitivamente le nostre tracce. Una volta superato il fiume, se siamo fortunati potremmo trovare un riparo sicuro dove accamparci per un po' restando nascosti."-
La ragazza annuì distratta.
-"Avevi detto che eravamo diretti in città."-
Lui guardò il cielo, ancora pochissime ore all'alba.
-"Si infatti, ma non possiamo camminare per giorni ininterrottamente. Appena troveremo un riparo sicuro potremo concederci una pausa più tranquilla, per riordinare le idee e magari, se siamo fortunati, accendere un fuoco.-
Tirò fuori una mappa della zona.
-"Noi siamo qui, vedi che più avanti ci sono dei segni? Indicano dei ripari per i cacciatori,dovrebbero essere sopra gli alberi. Mentre questi altri simboli indicano delle grotte,non dovrebbero essere troppo profonde ma faranno al caso nostro, sempre che riusciamo a nasconderne l'ingresso."-
La ragazza sospirò.
-"Ho capito. Dai proseguiamo, non voglio essere un peso."-
Lui la guardò dritto negli occhi,sorridendole.
-"Tu sei una seccatura da quando sei nata idiota."-
Lei gli fece una pernacchia.
-"Tutta invidia la tua perché io sono quella bella e tu sei un mostro."-
Lui si finse offeso.
-"Guarda che ti lascio qui eh. Aspetto che ti addormenti e poi me ne vado."-
Lei sbuffò divertita.
-"Non oseresti mai."-
Continuando così ancora per un po', ripresero il cammino. Attraversarono il piccolo fiume, stavolta senza bagnarsi passando sopra delle rocce che fuoriuscivano dall'acqua.
-"Ok, addio ai cani. Qui dovremmo essere relativamente al sicuro, dubito che setaccino palmo a palmo la foresta. Punteranno dritto alle città più vicine. Perciò se passeremo qualche giorno qui nascosti non dovremmo avere intoppi. Con il terreno indurito dal freddo, sarà quasi impossibile seguire le nostre tracce. Proseguiamo per un po', più avanti ho segnato dei possibili ripari."-
Camminarono ancora per un ora prima di arrivare alla destinazione momentanea.
-"Perfetto. Sopra questo albero troveremo un riparo. Saliamo."-
Ripeterono l'operazione fatta ore prima per fare salire la ragazza mentre Ian si arrampicò un po' a fatica.
-"Fratello, ma se questi ripari sono segnati nelle mappe, allora potrebbero trovarli anche le guardie."-
Lui posò le sacche sopra le assi che formavano i nascondigli dei cacciatori. Si trovavano su una piccola piattaforma a svariati metri d'altezza, camuffata dal fogliame e quasi invisibile dal basso.
-"No,le ho segnate io su questa mappa. Non ci sono su nessun'altra. Ti ho detto che nei giorni passati ho pensato a tutto. Ora possiamo riposare, sarebbe perfetto riuscire a dormire. Dobbiamo passare qui il giorno e riprendere il cammino solo la notte, nascosti dal buio. Ora silenzio e cerca di dormire, sarai sfinita e anche io lo sono."-
Ma la ragazza dormiva già da qualche minuto e anche lui, dopo averle messo sopra un'altra coperta, si addormentò.

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