Capitolo 7

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Erano passati ormai tre giorni da quando erano arrivati in città. Ian e Kara ancora alloggiavano alla locanda, nonostante lui insistesse per partire. Ma ogni volta sua sorella la spuntava, non riusciva mai a fare la voce grossa contro di lei. Così aveva deciso di darsi da fare per ripagare l'ospitalità, e ogni giorno usciva per cacciare qualche preda, visto che i padroni di casa non avevano intenzione di accettare denaro da loro. Ma quella situazione aveva un risvolto positivo, e cioè che ogni giorno lo stesso gruppo di guardie arrivava la mattina, si sedeva allo stesso tavolo e parlava di cose "private". E Ian ovviamente, ogni giorno era lì in attesa, nascosto in bella vista. Sempre le solite notizie, qualche ribelle aveva attaccato un carro di denaro o di armi, o liberato dei prigionieri o chissà che altro. I capitani erano sempre più tesi e duri con i soldati che per sbollire si ubriacavano, e di conseguenza parlavano. Le informazioni per lui più importanti però, non venivano mai citate, quindi iniziava a stare sempre più rilassato, se le guardie non ne parlavano voleva dire che non avevano idea di dove si trovavano i due ricercati che giorni prima erano fuggiti dal castello. Il giorno prima aveva anche rischiato un uscita al mercato con Kara, entrambi vestiti in maniera da passare inosservati, e dopo tanto tempo sua sorella aveva sorriso. La continua fuga e il restare nascosti la stava fiaccando nello spirito, e gli si spezzava il cuore all'idea che di lì a poco sarebbero dovuti ripartire obbligatoriamente. Restare lì troppo a lungo voleva dire sfidare la sorte, e lui detestava perdere.
-"Che intenzioni hai?"-
Gli chiese quella mattina a colazione Maul, il proprietario della locanda.
-"Lo vedo che sei sempre circospetto, ti guardi sempre le spalle. Non credere che non abbia notato come ascolti le guardie ogni giorno. Sarò vecchio ma non sono tonto, non completamente almeno."-
Ian butto giù l'ultimo sorso di latte caldo.
-"Ci siamo trattenuti anche troppo. Dovevamo ripartire subito, però..."-
L'uomo servì altri clienti per poi tornare dal ragazzo.
-"Però tua sorella non capisce come stanno le cose, e tu sei troppo buono. O troppo fesso."-
Ian sorrise, annuendo.
-"Ascolta, non posso dire di conoscerti, ma vedo quanto ami quella ragazza. Dankan non vi avrebbe aiutato se non avesse visto qualcosa in voi, perciò anche io vi aiuterò. Ma sei tu che devi decidere cosa è meglio per voi. Se credi che sia più sicuro andarvene allora prendi le vostre cose e partite, ma fallo in fretta. Tra poco non sarà tanto facile andarsene."-
Il ragazzo guardò l'uomo.
-"Che vuoi dire? Cosa succede "tra poco"?"-
Nessuna risposta. L'uomo lo ignorò e servì altri clienti. Dopo colazione si sedette al suo solito tavolo, in attesa delle guardie. Aspettò dieci minuti, venti,  mezz'ora e infine un'ora. Niente. Nessuna traccia di loro. La cosa insospettì il ragazzo, ma immaginò che la loro assenza fosse dovuta a qualche nuovo attacco dei ribelli, e non gli diede troppo peso. Decise di fare il suo solito giro al mercato e per tutta la città, magari trovava qualcosa di interessante. Non si accorse subito di una cosa che avrebbe dovuto notare, e cioè che non solo le guardie della taverna erano sparite, ma anche tutte quelle della città. Non c'è n'era nessuna in giro, da nessuna parte. Fece il giro delle mura due volte per sicurezza, ma nulla.
Forse aveva qualcosa a che fare con quello detto da Maul? Forse lui sapeva cosa stava succedendo? Eppure nessuno sembrava diverso dal solito, tutti i paesani si comportavano come ogni altro giorno, non davano importanza a quella assenza, per questo anche Ian inizialmente accantonò le preoccupazioni. Grosso errore. Si accorse quasi subito di ciò che Maul voleva dire. Nella piazza cittadina, davanti alla locanda, ora vi erano due carri, circondari da una ventina di uomini.
-"Ok gente, sapete come funziona. Fate i bravi e nessuno si farà male. Ci metteremo poco se nessuno vorrà fare l'eroe."-
I carri con le gabbie erano pieni di persone, i paesani erano stretti alle famiglie, nascondendo i loro cari.
Schiavisti.
Stavano radunando i paesani per prendere degli schiavi.
Un solo pensiero in quel momento gli passò per la testa.
KARA.
Doveva trovarla e portarla via subito da lì.
Maul era fuori con sua moglie, davanti la locanda.
-"Perchè siete qui? Siete in anticipo quest'anno."-
L'uomo che doveva essere a capo della banda, si girò verso di lui.
-"Non sono affari tuoi vecchio, ma oggi sono di buon umore, quindi mettiamola così. Questa stagione la domanda di "lavoratori" è più alta. Ora zitto e lasciami fare lo stronzo in pace."-
I suoi uomini entravano nelle case,  mentre altri si aggiravano tra i paesani in cerca di "lavoratori promettenti". Qualche ragazzo era già stato preso e ora era fermo davanti ai carri. Ian aggirò gli schiavisti sfruttando la folla come copertura, riuscendo ad arrivare dietro la locanda. Il suo obbiettivo era una finestra al secondo piano, la sua camera. Dopo un'analisi veloce trovò degli appigli, e qualche secondo dopo stava entrando nella stanza.
-"Kara. Kara, ci sei?"-
La ragazza fece capolino da sotto il letto.
-"Ian. Oddio mi hai terrorizzato. Hai visto quelle persone? Chi cavolo sono?"-
Il ragazzo prese velocemente le loro cose riempendo le borse.
-"Nessuno di buono, ora esci da lì sotto svelta."-
Un rumore da fuori lo fece sobbalzare. Passi in avvicinamento.
-"Sshhh, Kara fa silenzio."-
In un movimento quasi robotico tese l'arco incoccando una freccia. Il suo respiro si fece pesante, si stava preparando a uccidere un uomo. Uccidere...ne sarebbe davvero stato in grado?
I passi si avvicinavano, la maniglia si abbassava. Una goccia di sudore gli scese dalla fronte. La porta, una volta aperta rivelò il volto di un inserviente della locanda.
-"Svelti, seguitemi. Il vecchio mi ha detto di farvi uscire.Muovetevi."-
Ian sospirò, quel giorno non avrebbe tolto la vita a nessuno. Purtroppo, l'uomo dietro il ragazzo non era dello stesso avviso. Gli afferrò la testa e la sbatté contro il muro, lasciando il ragazzo stordito.
-"Bene bene, cosa abbiamo qui? Tre bei gruzzoli d'oro."-

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