Capitolo 11

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-" Colpisci più forte ragazzo. Tira in dietro quella gamba se non vuoi fartela mozzare. "-
Erano passate delle ore ormai dalla partenza di Cara e dall'inizio del suo addestramento, ma Ian non aveva avuto un attimo di tregua. Dopo aver misurato le sue abilità con spada e arco, lo avevano fatto combattere ininterrottamente contro più avversari di fila.
-"Nell'arena non ci saranno pause, o si vince o si muore. E non ci sono combattimenti sleali, vale tutto purché faccia divertire il pubblico. E il pubblico non si diverte se il combattimento non dura abbastanza."-
Questa era la spiegazione che gli avevano dato, ma lui sospettava che volessero solo dargli una lezione per la facilità con cui aveva superato le prime prove. Aveva sempre fatto un centro perfetto con ogni freccia in ogni bersaglio, anche quelli più difficili, così erano passati alle spade. Era ormai il quarto scontro che affrontava, il braccio gli doleva, gli occhi bruciavano e la fatica rallentava considerevolmente i suoi riflessi, ma nessuno era intenzionato a fermare "l'allenamento". Di sicuro non sarebbe stato lui a chiedere una pausa, e darla vinta ai suoi aguzzini, che già ridevano ogni volta che, per la fatica, non riusciva a parare o schivare un colpo e un nuovo dolore si aggiungeva alla lista. Distratto dai suoi stessi pensieri, non vide arrivare un colpo diretto alla nuca, che lo buttò malamente a terra annebbiandogli la vista e facendogli perdere l'arma.
-" Sei morto. "-
Il suo avversario gli puntava il bastone da allenamento alla gola, come pronto a trapassarla se solo avesse una vera lama.
-" Basta così. Alzati ragazzo e datti una sistemata, tra dieci minuti ti voglio alla torre. Ti faremo rafforzare quel corpo gracilino che ti ritrovi, non si è mai visto un gladiatore così. "-
Ian si rialzò a fatica, e si avvicinò alla botte con l'acqua, bevendo due bei bicchieri ricolpi e freschi, mentre riprendeva fiato seduto su una panca li accanto. Più che dieci minuti gli sarebbero servite ore per riprendersi dalla fatica e dai dolori che sentiva ovunque. Respirava lentamente e a pieni polmoni, come gli era stato insegnato a fare in circostanze dove il tempo scarseggia e non ci si può riposare adeguatamente. Prese un altro bicchiere d'acqua e lo mandò giù, poco prima che una guardia venisse per scortarlo alla torre. Dentro era pieno di attrezzature per l'allenamento.
-" Eccoti qua. Iniziavo a pensare che fossi morto su quella panca. Ora faremo un bel gioco. "-
Ian che di solito amava giocare e divertirsi, in quel momento ebbe un pessimo presentimento. E infatti, lui e la guardia avevano un opinione molto diversa di "gioco".
Questo, si trattava di indossare un'armatura da battaglia e correre attorno a campo.
-" È per aumenta la resistenza e la forza. Quando avrò finito con te sarai una macchina da guerra, sempre se sarai ancora vivo. Il vecchio ti vuole pronto per il prossimo spettacolo, quindi non c'è tempo per fare le cose nel solito modo. Vedi di sopravvivere, non ho voglia di doverti seppellire un qualche fossa. "-
L'armatura, composta da gambali, pettorale e bracciali, era pesante, gli ostacolava i movimenti e faceva caldo, senza contare che era troppo grande per lui.
-" Muoviamoci, mi aspetto che faccia almeno tre giri delle mura, ti conviene soddisfare le aspettative se vuoi mangiare. Mi spiacerebbe se il tuo pranzo finisse a qualcun'altro. "-
Ridendo lo portò di fuori, dove lo aspettavano due soldati a cavallo.
-" Loro ti scorteranno, per la tua sicurezza ovviamente, non sia mai che ti capiti qualcosa, o che ti venga in mente di non tornare."- Poi, rivolto alle guardie disse -"Non fatelo fermare, se lo fa colpitelo."-
Queste annuirono e spronarono i cavalli,dando il via al suo nuovo "gioco".

                                *CARA*

-" Svelta con quei vestiti, portali dalle lavandaie, così li puliranno. Abbiamo tanto lavoro da fare. "-
Rosa le stava sempre vicino, consigliandole i modi migliori e più veloci per sbrigare le varie faccende. Erano ore ormai che correvano da una parte all'altra, e Cara aveva i piedi in fiamme e il fiato corto, ma non voleva causare problemi alla donna. Avevano già sistemato la camera da letto del padrone, strigliato i cavalli, e preso l'acqua al pozzo. Come Rosa le aveva spiegato, non avevano incarichi precisi, facevano ciò che bisognava fare, l'unica costante era la pulizia delle stanze nobiliari. Era la prima cosa da fare la mattina, in quando il vecchio odiava la sporcizia. Le aveva raccontato anche la vita delle serve del piccolo palazzo, ogni giorno ci si alzava prima dell'alba, si preparava la colazione per i padroni e li si pulivano le camere, in seguito ci si organizzava per tutte le altre faccende.
-" Purtroppo sei stata sfortunata, a giorni è previsto il ritorno della figlia del padrone, quindi dev'essere tutto perfetto e in ordine. Ciò vuol dire più lavoro per noi, ma il lato positivo è che la signorina è sempre molto gentile con la servitù, e tende a rabbuonare anche suo padre. Solo avita di darle troppa confidenza, il vecchio ha fatto uccidere l'ultimo servitore che le ha sorriso una volta di troppo. "-
Cara assimilava tutte le informazioni in silenzio.
-" Hai detto che sua figlia tornerà a giorni. Dov'era? Tornerà anche la signora del castello? "-
Rosa ebbe un sussulto.
-" Non nominare mai la signora. Purtroppo è morta di malattia pochi anni fa, e il signore non tollera che se ne parli. Per quanto riguarda la signorina, era in viaggio nella cittadella, li le biblioteche sono meglio fornite rispetto a quella di qui, e suo padre desidera che sua figlia abbia la migliore istruzione. Le ha affiancato i migliori maestri che potesse permettersi, non bada a spese per la sua bambina. "-
Cara so spirò, malinconica.
-" È un gesto molto premuroso, ogni padre dovrebbe fare ciò per i suoi figli."-
L'altra donna la guardò, l'espressione preoccupata.
-" State pensando alla vostra famiglia? "-
La ragazza, si asciugò una lacrima solitaria.
-" Mia madre è morta quando ero piccola, non ho ricordi di lei, e mio padre ormai è venuto a mancare da dieci anni. Ho solo mio fratello, è tutto ciò che mi rimane. "-
Rosa le sorrise, posandole una mano sulla spalla.
-" Sono certa che vi rivedrete, ho un buon presentimento. "-

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