5. fidarsi non è semplice

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Ha lo sguardo spento, guarda dritto davanti a sè guidando lentamente a causa della neve che continua a cadere senza fermarsi e peggiorando la situazione sulla strada. Dopo avermi rivelato di aver paura che un giorno le persone vicine a lui si potrebbero fare del male ho solo biascicato un " mi dispiace" perchè so che in alcuni casi la cosa migliore da fare è rimanere in silenzio e lui mi ha semplicemente sorriso tristemente ed è partito. Che cosa ha passato di così brutto per aver timore che la sua sola vicinanza possa causare dolore a chi gli sta accanto? In questo momento vorrei solo stringerlo a me forte, come una mamma fa con i propri bambini per rassicurarli e dirgli che tutto andrà bene. 

<dove avevi detto che abitavi?> mi domanda rallentando ulteriormente quando la neve cominciò a cadere più violenta.

<vicino al parco giochi> rispondo e per fortuna che non è troppo lontano perchè sta diventando pericoloso.

<sei di strada allora, io abito due isolati dopo> 

<ma scusa..come è possibile che non ti abbia mai notato? Non riesco proprio a spiegarmelo..ok che sono sempre con la testa fra le nuvole, ma non fino a questo punto..non abiti neanche troppo lontano da me> sfrego le mani l'una contro l'altra cercando di scaldarle, ma nonostante il riscaldamento si gela.

<diciamo che non passo molto tempo in giro..o in questa cittadina> spiega rimanendo comunque sul vago. 

<che vuoi dire?> se non fossi me stessa probabilmente mi starei antipatica, sono troppo una che non si fa gli affari suoi, ma non mi è mai successo di essere così curiosa verso una persona, così attirata dal voler conoscere qualcuno..dal volermi avvicinare.

<siamo arrivati> dice ignorando la mia domanda. Sospiro, ma anche se non si potrebbe notare, so quando è meglio smetterla e questo è il momento. 

<aspetta un attimo..me lo daresti il tuo numero?> stranamente mi sento in imbarazzo e dire che quando ho pensato di chiederlo, non ci ho visto nulla di strano.

<non pensavo che ti saresti innamorata di me così presto> risponde ridacchiando. Quella smorfia che fa sempre quando cerca di trattenere le risate..non so neanche come descrivere la sensazione che trasmette. Da quando lo conosco sto provando troppe sensazioni diverse e non riesco neanche a capirle.

<smettila, gli amici si scambiano i numeri!> esclamo passandogli il cellulare. Mi fissa per un attimo per poi digitare sulla tastiera e ridarmi il telefono. Sorrido soddisfatta nel vedere il suo nome salvato sulla rubrica. Hunter scuote la testa sorridendo vedendomi così felice solo per così poco. Ma questo non è poco, mi sto avvicinando a lui...

<grazie mille, ci vediamo lunedì!> dico salutandolo e il sorriso che mi rivolge mi fa rimanere senza parole e credetemi non sono quasi mai senza parole. Ha degli occhi così strani, come se stessero lanciando un grido d'aiuto, ma che lui non vuole far notare. Cerca di nascondere il fatto che soffre, ma non ce la fa..quei due pozzi neri sono colmi di tristezza e dolore. 

<ciao> mi risponde soltanto e se ne va scomparendo dietro i fiocchi di neve che cadono sempre più grandi. 

<che ci fai fuori a congelare Serena! Vieni dentro forza> mamma mi chiama dalla finestra e solo in questo momento mi accorgo di essere rimasta a fissare il punto dove la sua macchina è scomparsa. 

Entro in casa e vado a farmi una doccia bollente. Ci voleva proprio con tutto quel freddo. Ho una sensazione brutta proprio al centro del petto, come se fosse ansia, ma non capisco per cosa. Continuo a ripensare a quello che ha detto Hunter, a come non vorrebbe nessuno vicino per paura di quello che potrebbe accadere. E' così triste, la solitudine mi terrorizza e non riesco nemmeno ad immaginare come si possa sentire. A me piace stare sola, quello sì, ma nel senso che qualche volta mi piace passare del tempo con me stessa, non che non ho nessuno nella mia vita..no, rimanere sola nella vita mi terrorizza al solo pensiero.

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