So benissimo di andare male in algebra, ma non pensavo così male da dover essere chiamata dal professore, anche se non credo sia quello il motivo per il quale mi vuole parlare, in fondo non ha mai fatto nulla per qualsiasi studente che andasse male nella sua materia.
Strisciando i piedi per terra come per rallentare il passo e di conseguenza prendere tempo, mi dirigo verso la sua aula. La porta di legno chiaro con il cartellino che segna il nome della materia sembra emanare un'aura oscura, ma per questo devo ringraziare l'ansia che sta crescendo ad ogni passo in avanti. Hunter ha cercato di tranquillizzarmi, ma con il professor Frederick non si può mai sapere.
Una volta arrivata sull'uscio prendo un forte sospiro per poi bussare. Alcuni studenti mi guardando incuriositi, mentre Bonnie e Joey mi sorridono dai loro armadietti come se stessi andando in guerra e avessero paura di non rivedermi più. Diciamo che la fama del professore non è proprio delle migliori.
Sento la sua voce che mi invita ad entrare e lo ritrovo seduto alla cattedra con la testa china su decine e decine di fogli e nella mano sinistra un pennarello rosso con il quale direi che sta proprio pasticciando quei test invece di correggerli.
<si accomodi> mi ordina e subito avvicino una sedia davanti a lui senza farmelo ripetere due volte.
<lei sa perchè l'ho fatta chiamare?> mentre parla non alza lo sguardo continuando a scorrere furiosamente il pennarello rosso sui fogli.
<in realtà no> biascico cercando di risultare meno ansiosa di come sono. Alla mia negazione sospira, togliendosi gli occhiali e lanciando il pennarello nel suo portapenne.
<lei è al quarto anno, ciò vuol dire che non manca molto alla scelta universitaria. Vede, noi professori stiamo chiamando ognuno di voi del penultimo per un breve colloquio sui vostri progetti. So quello che sta pensando, e non è colpa mia se abbiamo avuto entrambi la sfortuna di essere stati abbinati, quindi facciamocelo andare bene e diamoci da fare.> a questo punto non so cosa dire, sapevo di non stargli simpatica, ma dirmelo così apertamente non me l'aspettavo, anche se preferisco così che uno che mi sorride per finta.
Ora che so di cosa si tratta comunque, mi sono tolta un macigno enorme dalle spalle.
<allora, lei ha qualche idea su cosa vuole fare? Qualche aspirazione, qualsiasi cosa? Un, come lo chiamano in molti, sogno nel cassetto?> mi guarda dritto negli occhi aspettandosi una risposta che nemmeno io conosco. Dovevo cominciare a pensarci quando me l'ha detto il nonno e invece non ho fatto altro che ignorare la questione.
<davvero? Nulla di nulla?> spiazzato alza gli occhi al cielo per poi sbuffare e cercare tra i cassetti della cattedra qualcosa.
<non abbiamo tutto il giorno perciò ti darò questo> e mi porge un questionario di 4 pagine.
<domani verrai qui alla stessa ora con quei fogli compilati e insieme capiremo quale sarà il tuo futuro, ora vai che ho altro da fare> mi alzo più in fretta che posso e ancora più in fretta esco dall'aula.
Appena vedo i miei due amici ancora vicini ai loro armadietti mi avvio verso di loro.
<ti è andata male Serena..>
<appena sei entrata siamo stati chiamati anche noi, io sono con il prof Human, e meno male che vado bene in letteratura inglese perchè lui è uno che va a simpatia> ci dice Joey asciugandosi del finto sudore dalla fronte.
< io sono con la prof Ramoz ed è uno sballo al di fuori delle lezioni, ma sono un po' in confusione perchè non so proprio cosa voglio fare nella mia vita, credo che mi piacerebbe farmi mantenere per sempre> tutti e tre ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
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Something good
Teen FictionSerena Rose Jackson è uno spirito libero, è spensierata ed è determinata a fare sempre di testa sua. Non si fa condizionare da ciò che dice la gente e infatti, quando finirà in punizione facendo la conoscenza di Hunter McKenna, non ascolterà ciò che...