8. voglio sentire la tua voce

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La sua mano fredda stringe la mia calda facendomi venire dei brividi su tutto il corpo. Sono riuscita a portarlo in casa e ora ci troviamo in cucina, in silenzio. Menomale che papà ha il sonno pesante, non immagino che reazione avrebbe se ci vedesse, diciamo che uno sconosciuto in casa nel bel mezzo della notte non è una cosa che succede spesso.
< ti preparo una tisana, così ti rilassi un po'> gli dico e lentamente sfilo la mia mano dalla sua. Non ha detto una singola parola, solo il mio nome e nient'altro.
' Serena'...pronunciato da lui, con la sua voce profonda è meraviglioso, il suo abbraccio è meraviglioso.. tutto di lui.. scuoto la testa scacciando questi pensieri poco consoni alla situazione. Ora devo solo pensare a farlo stare meglio, qualsiasi cosa gli sia successa.
Metto l'acqua sul fuoco prendendo la ciotola dei biscotti dalla credenza.
< spuntino di mezzanotte un po' in ritardo> sussurro ridacchiando e Hunter fa un flebile sorriso, fatto solo per compiacermi non perchè volesse farlo sul serio. Le guance e il naso sono ancora arrossati dal freddo e questo lo fa sembrare più bambino e poi circondato da quell'enorme coperta sembra così piccolo..così facile da proteggere, e invece la realtà è proprio il contrario. Quando finalmente l'acqua è pronta, la verso in due tazze finendo di preparare l'infuso. Ne passo una ad Hunter che si scalda le mani poggiandole sulla tazza. Non so cosa dire, ne cosa fare. Vorrei tanto sapere perchè si trova qui, perchè è scoppiato a piangere e tutto il resto, ma le parole non escono, non hanno il coraggio di farsi avanti. Cosa lo ha portato a costruirsi quel muro intorno e cosa, o chi sopratutto e stato cosi crudele da riuscire a romperlo, a rompere mattone dopo mattone? Cosi tante domande e zero risposte. In cosa ti sei cacciata Serena?
Sono quasi le tre di notte, ma non ho sonno e nemmeno Hunter.
< scusami..non sapevo dove andare> spiega a voce bassa, non alza lo sguardo, lo mantiene soltanto sulla tazza davanti a sé.
< Bryan e Max? Sembrate molto attaccati..>
< hanno passato tanto a causa mia...e non so nemmeno perché sono qui..non voglio che anche tu soffra come hanno fatto loro..mi dispiace> appena finisce di parlare gli afferro le mani stringendole nelle mia facendolo girare di scatto dalla mia parte.
< sono stata io a voler diventare tua amica e in quanto tale ci sarò sempre per te, qualsiasi cosa accada e sono sicura che ci saranno anche Bryan e Max. È questo che fanno gli amici...> amici..dirlo mentre lo fisso negli occhi mi fa pensare a quanto stia mentendo a me stessa. Forse hanno ragione Joey e Bonnie, forse sto cominciando a provare sul serio qualcosa per lui. Hunter è diverso dai ragazzi della nostra età, lui a causa di quello che ha passato è più maturo, ha la testa sulle spalle. Guardandolo da fuori è normale pensare che sia un ragazzo che si irrita facilmente e che causa solo guai, ma la realtà è totalmente diversa.
< non guardarmi così.. > e riporta lo sguardo sul tavolo. Mi lascio scappare un sospiro per la frustrazione. So che la fiducia, se la perdi è difficilissimo riuscire a riaverla.
< guardarti come?>
< come per dirmi che rimarrai con me per davvero> ecco appunto. Mi domando se si fidi davvero dei suoi due migliori amici, ma da come ne ha parlato prima credo proprio di sì. Il difficile sarà far si che si fidi di me.
< credimi o no, anzi preferirei mi credessi, io ci sarò, voglio esserci per te quando avrai bisogno. Ci conosciamo da poco e capisco che tu non possa fidarti di me al 100% sopratutto perché non mi conosci così bene, ma ti assicuro che io farei di tutto per le persone a cui voglio bene e tu sei una di quelle. Non ho tanti amici, ma farei di tutto per loro. Non devi spiegarmi nulla, nemmeno il perché sei qua ora, l'importante è che sei qua e non da qualche altra parte a fare chissà cosa, vieni qua> ok, mi avrà presa per una logorroica, ma fa niente. Prima che possa rispondermi lo abbraccio stretto, come una bambina e il suo peluche preferito.
Lui non mi abbraccia e dopo aver sospirato mi stacca dolcemente dal suo corpo.
< grazie per tutto Serena..> inizia ad alzarsi e si mette il cappotto. Questa volta ce l'ha e addirittura una sciarpa.
< ma non posso permettere che altre persone si facciano male. Sono stato impulsivo a venire qua..mi dispiace..> detto questo esce dalla porta senza voltarsi indietro, senza darmi la possibilità di essere qualcuno su cui riporre la propria fiducia. Fisso la porta come se mi aspettassi che rientri da un momento all'altro. Te l'aveva detto Serena, ti aveva avvisata di non avvicinarti a lui.
Ma ormai è troppo tardi.

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