2.Cicche e cambi di personalità

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Giunge quel momento nella tua vita in cui ti chiedi quanto sarebbe bello avere una macchina del tempo per tornare indietro e non commettere più gli stessi errori. Purtroppo per tutti noi non esiste nulla del genere perciò, adesso, mi ritrovo davanti al portone d'entrata della scuola guardando invidiosa tutti gli studenti andarsene mentre io sono bloccata qui dentro. L'aria fredda mi colpisce le guance, è una sensazione così bella.

<Jackson! Vieni con me> Richard uno dei bidelli mi chiama dirigendosi verso lo sgabuzzino. Alzo gli occhi al cielo sbuffando. Sono sicura che ci sia una persona divertente sotto quello sguardo burbero se solo si lasciasse andare un po', ma lo capisco. Pulire la sporcizia lasciata da quasi ottocento ragazzi non è di certo quello che si può chiamare divertimento, e poi non credo che qualcuno sarebbe felice di perdere capello dopo capello ogni giorno che passa con la vecchiaia, neanche io sarei molto felice se perdessi i miei adorati capelli mori. Scherzo. Sono lisci come spaghetti e nemmeno un quintale di lacca può fare qualcosa.Se potessi rasarmi a zero senza sembrare un fungo lo farei, ma dopo che un anno fa ho avuto la brillante idea di farlo scoprendo di avere un'inquietante somiglianza con Gollum, dovuta anche al fatto dei miei occhi troppo grandi per la mia faccia, ho promesso a me stessa che non l'avrei più rifatto. Cavolo almeno Gollum aveva gli occhi azzurri non marroni come i miei. Non sono una di quelle che si lamenta spesso del suo aspetto, anzi sto imparando ad accettarlo, ma non posso neanche dire che se qualcuno mi proponesse uno scambio di corpo rifiuterei perchè sarei una bugiarda, almeno adesso che i capelli sono cresciuti fin sotto il mento, ho trovato un taglio che non mi sta troppo male.

Mentre lo sto raggiungendo, dall'altra parte del corridoio vedo arrivare Sage, un'altra collaboratrice scolastica.E' una signora sulla cinquantina con dei spumeggianti riccioli rossi e delle guance paffute che la fanno sembrare perennemente gioiosa. Lei è la mia salvatrice, la maggior parte delle volte in cui cerco di scappare dalle lezioni lei mi nasconde sempre, se si venisse a scoprire non so in che razza di problemi potrebbe finire ed è per questo che l'adoro. Al suo seguito c'è McKenna, sempre con il suo sguardo corrucciato, chissà perchè è sempre così arrabbiato.

<bene, qui c'è tutto quello che vi serve. Pulite l'ala principale, fino in fondo al corridoio. Mi raccomando voglio specchiarmi sul pavimento> ci ordina Richard che poco dopo se ne va facendo ticchettare le chiavi legate alla cinta.

<ah..un accorgimento in più per il sotto dei banchi. Grazie mille e buona fortuna> ridacchia Sage prima di lasciarci anche lei, seguendo il collega. Che avrà da ridere..probabilmente tutta questa situazione fa ridere, chissà cosa trovano quando puliscono questo posto.

Apriamo la porta dello sgabuzzino ed entriamo. McKenna tira la cordicina appesa al soffitto e la luce si accende.

<wow..questo posto è un completo caos..> neanche si vede il pavimento per quanta roba c'è in questa piccola stanza. Riusciamo a starci a malapena in due, nonostante qui dentro ci sia il mondo e se dico così perchè è vero, c'è qualsiasi cosa: dalle scope, a secchi, su un piccolo scaffale c'è addirittura un macchina del caffè arrugginita con vicino un vaso di fiori appassiti.

<non ci credo che sono ancora qua..> mormora lui. Beh ragazzo nemmeno io.

<ma visto che ci siamo meglio darsi da fare! Senti un po', come ti chiami?> gli domando cercando di raggiungere il mocio in fondo alla stanza senza cadere.

<e che ti importa?> risponde secco. Ho capito che non è una persona molto socievole, ma non ho intenzione di passare tutti i pomeriggi dell'anno ad annoiarmi da sola rischiando di impazzire.

<dai, non ti mangio mica se mi dici il tuo nome> ridacchio porgendogli la mano.

<davvero non lo sai? Davvero non sai chi sono?> è sorpreso, ma cerca di non darlo a vedere. Dopo quello che mi hanno detto Joey e Bonnie non mi stupisce, mi dispiace solo che la sua fama lo preceda, non è giusto. Io scuoto la testa e lui afferra la mia mano. E' grande rispetto alla mia, più calda e avverto una strana sensazione mentre gliela stringo, ma non riesco a capire di cosa si tratti. Da vicino riesco a vederlo meglio, i suoi occhi sono così scuri così come i suoi capelli.

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