Capitolo 3: Ricatto e Coscienza

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Alzai la testa di scatto e sbarrai gli occhi, c'era una donna che mi stava fissando e io non sono una che si fa beccare con le mani nel sacco.

Scesi dal bancone e scattai verso la portafinestra per uscire. Lei schiacciò l'interruttore della luce e accese cucina e soggiorno assieme ma io ero praticamente fuori.

<<Se non ti fermi immediatamente, chiamo la polizia>> disse con tono duro.

Che rottura di scatole! e che strana voce ha questa, pensai.

Non avevo paura della minaccia o del suo tono, ma dovevo scoprire se stava dicendo la verità o bluffasse così l'accontentai. Meglio non rischiare, non che mi facesse paura la polizia, non conosceva neanche la mia identità, ma non mi andava di essere una ricercata solo perché ero entrata in casa di qualcuno per mangiargli i cioccolatini, sarebbe stato da stupidi e tremendamente umiliante.

<<....i!>> sentii solo quello, ero persa nei miei pensieri.

Brutto momento per distrarsi, è lei che ha il coltello dalla parte del manico, mi rammentai.

<<Girati!>> ripeté.

Sì, nei tuoi sogni, risposi mentalmente e involontariamente mi spuntò un sorriso.

Sentii che si stava avvicinando, molto lentamente e con circospezione, certo, ma si stava avvicinando, il rumore dei tacchi sul parquet a quell'ora di notte era difficilmente inudibile.

Tenni la testa bassa cosicché non ci potessimo vedere in faccia, non era una delle mie idee migliori ma meglio di niente; se aveva detto la verità e aveva davvero intenzione di chiamare le forze armate, l'ultima cosa che le avrei fornito sarebbe stato il mio identikit.  

<<Allora?>> continuò.

Era sempre più vicina e la cosa non mi piaceva per niente.

<<Girati o faccio partire la chiamata>>.

Iniziava ad innervosirmi.

Imperterrita la ragazza, pensai. Questa voce...

<<Come vuoi tu!>> disse e sbloccò il cellulare. Era dietro di me, il rumore dei tacchi era cessato.

Maledizione, pensai digrignando i denti.

Dovevo reagire, ma come? Non potevo di certo stenderla, avevo un codice d'onore che mi impediva di colpire le persone disarmate, scappare era impossibile era dietro di me, volendo mi poteva afferrare per un braccio; usare la frusta era impensabile; e se... no! meno cose sapeva sul mio conto meglio era per entrambe, se avesse capito qualcosa sarebbe stata la fine; forse potevo proporle uno scambio o un patto o qualcosa del genere, sono poche le persone che non si fanno comprare, ci sarà sicuramente qualcosa che vorrà.

<<Cosa vuoi?>> camuffai la voce e per la prima volta da quando era arrivata le parlai, avevo preso una decisione.

<<Come?>>

<<Hai capito benissimo, cosa vuoi?>> Oltre che rompiscatole era anche dura d'orecchi, che bello.

<<Che ti giri>>

<<Questo me l'hai già detto, altro?>>

<<No, girati e basta>>

<<Sei sicura? Potrei farti avere tutto ciò che desideri>> le spiegai.

<<Sicurissima, grazie>>

Sbuffai, non aveva funzionato.

<<Se lo faccio, poi me ne posso andare?>> chiesi, era una domanda stupida ma tentar non nuoce, al massimo diceva di no.

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