Capitolo 9: Paura e Abbracci

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<<Il portafoglio>> sbraitò l'uomo.

Era lo stesso del vicolo.

<<Il portafoglio o la tua ragazza muore>> ripeté l'uomo mentre le stringeva il collo.

La guardai un attimo e aprii la borsetta pronto a dargli tutti i soldi che avevo.

<<No>> disse Lyn, il tono duro ma calmo e le parole chiare e concise. Era tornata ad essere la Lyn della mattina che cercava la frusta e metteva paura, veramente tanta paura.

Lui si girò verso di lei.

<<Cosa hai detto?>> chiese mentre le stringeva la gola.

<<No>> rispose, e nel farlo, gli diede una ginocchiata ben piazzata alla pancia.

L'uomo rimase senza fiato, si piegò e mollò la presa alle mani di Lyn, lei ne approffitò per dargli il pugno destro sulla guancia talmente forte da stenderlo, l'impatto con il suolo gli fece perdere i sensi.

<<Corri!>> mi disse prendendo la mia mano, facemmo il tragitto verso casa il più velocemente possibile e ci lasciammo alle spalle l'uomo.

Entrammo nell'attico e tirai un grosso respiro di sollievo.

<<Stai bene?>> le chiesi.

<<Sì, e tu?>>

<<Anch'io>>

<<Avresti pagato sul serio?>> mi chiese.

<<Sì>>

<<Perché?>>

Già, perché?

<<Perché non ti avrei mai lasciata morire>> risposi sinceramente.

<<Buonanotte>>

<<Buonanotte>>

Andai in camera, tolsi i panni della drag queen e mi sedetti sul bordo del letto.

L'adrenalina era andata via ed io rimasi sotto shock spaventato a morte, non mi ero reso conto del pericolo che avevamo corso fino a quel momento e neanche del pericolo che correvo con Lyn.

Aveva steso quella persona con una facilità incredibile ed era più alta e forte di me.

Io te l'avevo detto di lasciarla andare, disse la mia coscienza.

Ti prego, non adesso, le risposi.

Iniziai a tremare come una foglia ma non volevo piangere anche se sapevo che mi avrebbe fatto bene.

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L'avevo guardato sparire nella sua stanza, spaventato.

Non si aspettava quell'uomo e, di certo, non si aspettava che io sapessi, e potessi, mandarlo al tappeto con una tale facilità.

Mi avvicinai alla sua camera da letto e lo osservai.

Si era cambiato, non indossava più la maschera della drag queen, aveva le mani appoggiate sulle ginocchia e lo sguardo fisso sul pavimento.

Lo guardai per un po' non sapendo cosa fare, poi decisi.

Entrai in camera sua e mi fermai davanti a lui.

Lui alzò la testa e mi guardò. Aveva un'aria così stanca e gli occhi che gli brillavano a causa delle lacrime che non aveva ancora versato.

Lo abbracciai d'istinto e lui iniziò a piangere mentre ricambiava l'abbraccio.

Rimanemmo abbracciati anche quando ci stendemmo sul letto e lo guardai addormentarsi.

<<Mi dispiace, buonanotte Thomas>> sussurrai mentre prendevo sonno anch'io.






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