Campo Base

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Il Campo Base era pressochè una piazzola fatta di tende distese su tutto il piano del casolare, ammassate in piccoli gruppi, piccoli tavolini visibilmente traballanti erano messi qui e li su cui poggiavabo delle lampade ad olio , cassettoni e tutte cose di arredamento rubate da vecchie discariche abbandonate erano sistemati all'interno o esterno di alcune tende, come a formare dei bachi di lavoro. Dante camminava fiero tra le varie tende, aveva le spalle larghe ed era molto alto, forse 1.90, con muscoli allenati e occhi scuri, di fianco a lui c'era Angus, era un po' più basso di Dante con i capelli scuri color cioccolato e gli occhi ambrati, il fisico asciutto e atletico.
Mi portarono in una tenda che sembrava vuota in cima a tutto quel campanello di abitazioni posticce - questa tenda è nuova, puoi usarla tu- disse Dante - Grazie - dissi quasi con un filo di voce mentre il ragazzo faceva segno ad Angus di seguirlo.
Restai da sola guardandomi in giro: tutto era vecchio e logoro, pieno di polvere e di cose rubate, un vecchio palco in legno era posto un po' più in là in centro al gruppo di tende che su vedevano da lontano, nascoste, il soffitto del casolare era di cemento rattoppato con pezzi di metallo qui e lì probabilmente per non far piovere dentro e delle grosse finestre giravano attorno a tutto il grande soppalco, largo quasi quanto tutta l'estensione del piano terra, di fatto la specie di villaggio era concentrata un po' qui e la.
Entrai nella tenda trovando all'interno un materasso abbastanza nuovo ma comunque logoro e delle coperte, una lanterna a gasolio, del giornale e fogli di libri messi impilati su un piccolo comodino con all'interno una spazzola a setole grosse, trovai anche poco più in là un cuscino fatto fa vecchie toppe cucite assieme malamente "questa sarà la mia casa adesso" pensai mentre mi sedevo a gambe incrociate sul materasso - Maren? - la voce di Angus mi destò dal controllare la mia sistemazione, affacciandomi dalla tenda con espressione torva - se vuoi venire ti faccio vedere il Campo - disse, si era cambiato indossando una maglietta azzurrina un po' sgualcita e scolorita che gli ricadeva male sui fianchi - si - dissi appena accennando e mi strinsi nel cappotto uscendo dalla tenda, il ragazzo mi guardò di sfuggita - sai non abbiamo mai avuto una ragazza qui - disse iniziando a camminare, io non risposi fissandoli la schiena mentre camminava- perché mi seguivi prima? - dissi poi dopo un po' cambiando discorso, lui si girò verso di me con sguardo stranito per poi starsene zitto per un qualche minuto - a dir la verità - incalzò poi - non lo so nemmeno io - disse e io feci un piccolo scatto raggiungendolo e mettendomi alla sua destra, lo osservai di sfuggira per non farmi notare indagando il suo volto: aveva un principio di barba ai lati e i capelli erano spettinati e pieni di polvere, la pelle del volto era arrossata dal freddo sugli zigomi e gli occhi erano due fessure dai lineamenti quasi gentili - mmmh....- dissi - In ogni caso non sarei qui se non mi avessi indicato il posto, ti ringrazio- il ragazzo accennò una smorfia compiaciuta svoltando verso un gruppo di quattro capanne - avrai notato che il magazzino è formato da gruppi di capanne e tende, alcune sono un po' più sparse di altre come la tua, ma ogni gruppetto ha un compito- si fermò davanti alle capanne di legno vecchio con dei simboli sopra, proprio verso la fine del casolare - qui ci sono i capi dei vari gruppi come Dante - disse poi spostò l'attenzione su altre tende, una quindicina per la precisione, poco più avanti e dietro di noi, erano larghe e giallognole con alcuni buchi sulla cima - li ci sono i Raccoglitori, raccolgono le cose che trovano nelle discariche e le portano qui da noi, per costruire varie cose che possono servire - poi mi voltai verso altre cinque tende poco più avanti di quelle dei raccoglitori e lui iniziò a incamminarsi per raggiungerle - li ci sono i Costruttori, grazie alle cose che si raccolgono creano oggetti utili, mentre laggiù c'è la capanna di Fry, il nostro cuoco, e le quattro tende laggiù sono di chi si occupa della manutenzione del tetto e di varie parti del Campo- io annuivo osservando le capanne vuote e le tende flosce e larghe, una strana sensazione mi pervase guardando tutto quello che mi stava attorno, come se alla fine non fosse poi una così grande novità - a turno ogni persona che vive qui deve fare almeno tre o quattro ore utili, ciò vuol dire ripulire il posto, pulire la fossa comune e il bagno - "fossa comune"? Pensai " non sarà mica dove ci mettono i morti?" - cosa vuol dire fossa comune? - chiesi e lui senza voltarsi fece una smorfia - dove finisce chi muore, è il nostro cimitero - restai sorpresa, con tutta quella organizzazione tra tende e tutto il resto potevano morire anche se in gruppo? Non feci altre domande vedendo la faccia di Angus che si osservava i piedi un po' rattristato e mi voltai verso tre tende sgualcite poco lontane alla mia, erano una in fila all'altra e parevano abbandonate - come mai quelle tende sono lì infondo da sole? - chiesi, Angus fece spallucce - ci vivono i Pattugliatori, detti anche Esploratori , sondando i terreni esterni alle Mura, organizzano spedizioni nei territori lontani verso Sud e pattugliano le zone per vedere che non ci siano Reclutatori - a quelle parole mi voltai verso di lui - escono dalle Mura? E cosa c'è lì fuori? - il ragazzo non rispose voltandosi dall'altra parte indicando il grosso palco di legno in mezzo alle capanne - quella è l'Arena, se qualcuno combina qualcosa tocca ai Capi intervenire-
- vuoi dire che vi picchiate- lui fece spallucce, sembrava schivo, quasi non si fidasse di me "forse è perché sono una ragazza" pensai.
Mi fece vedere un po' tutto, dalla "mensa", alla cucina, alla fossa per i rifiuti e alla specie di lavanderia, poi mi riportò davanti alla mia tenda dopo un ora di camminata - siamo lontani da Endagort ma non così tanto da non destare sospetti quindi stai attenta - disse - questa sera Dante ti presenterà al Campo e forse ti dirà qualche regola, passo tra 5 minuti a prenderti per la cena - disse e mi salutò con un cenno del capo, guardandomi un po' imbarazzato. Mi voltai verso la mia tenda che era a pochi passi, spostando lo sguardo di lato mi trovai di fronte un ragazzo dalla pelle scura e gli occhi neri, sbalordito indietreggiò fissandomi stupefatto - tu.. Ma sei una ragazza! - disse indicandomi, io alzai le sopracciglia - si... a quanto pare- dissi facendo un mezzo sorriso, il ragazzo camminò ancora indietro toccandosi la nuca, aveva la fronte lucida come uno specchio e i capelli cortissimi e neri come la pece, gli occhi erano due palline scure e attente- come hai fatto ad arrivare qui?- chiese e io mi rannicchisi nella giacca - sono scappata dai Reclutatori - il ragazzo annuí con la bocca aperta strofinandosi la fronte incredulo - Fry! - si sentì da lontano, era Angus con al seguito un ragazzo mingherlino e magro dai capelli dello stesso colore di Dante - vedo che hai conosciuto Maren- disse Angus a Fry, lui guardò Angus ancora più stupito - lei è una ragazza! - ripetè e io agrottai le sopracciglia avvicinandomi e porgendogli la mano - Maren Wilgraft - dissi lui allungò la sua stringendo debolmente fissando la mia mano, come se avesse paura di spezzarla - Fryer Gustaf - Io feci una smorfia guardando poi Angus - Fry è il nostro cuoco per eccellenza - il ragazzo annuì toccandosi la nuca con una mano - diavolo non ho mai cucinato per una ragazza che figura ci faccio se sa tutto di merda?- disse ad Angus, lui rise guardandomi - sarai fantastico amico, e poi tutto quello che cucini sa di pollo quindi non cambia molto - Angus mi fece segno di seguirlo lasciando Fryer guardarmi andare via.
Camminammo fino la mensa e cioè un gruppo di tavoli posticci con delle assi sostenute da tronchi ai lati come sedie, poco più in là una stufa riscaldava un grosso forno vecchio stile di quelli con conduzione in legno. Il ragazzo più basso e mingherlino mi si mise a fianco mentre camminavamo, era alto come me e i capelli mossi gli ricoprivano la fronte, gli occhi chiari erano un po' a palla e il naso aquilino lo faceva sembrare un po' malandrino - sono Caleb - disse porgendogli la mano - ah, Maren, scusami - dissi un po' impacciata e lui sorrise, alla fine sembrava un tipo a posto. Arrivati ai tavolini dei ragazzi seduti più in là si voltarono a guardarmi, Angus mi fece segno di sedermi in un posto al tavolo davanti a noi, lui si sedette vicino a me con Caleb alla sua destra e io alla sua sinistra. I ragazzi mi fissavano intensamente mentre Angus non sembrava farci molto caso - mi stanno fissando tutti- dissi sotto voce sporgendomi verso di lui e lui annuì - da quasi 4 anni che siamo qui abbiamo visto molti venire e andarsene ma mai una ragazza, è una cosa che non si vede tutti i giorni - io non dissi nulla, forse era vero o forse no, l'unica cosa che speravo era che nessuno mi aggredisse. Ci fu un momento di silenzio quando tutti i ragazzi che abitavano al Campo iniziarono a sedersi a tavola arraffando scodelle di legno intagliato, Angus mandò Caleb a prendere due ciotole piene anche per noi e un brusio di chiacchiere e risate iniziò a diffondersi - è raro che le ragazze riescano a scappare dai Reclutatori - disse poi inzuppando un pezzo di pane vecchio nello stufato che Caleb ci aveva portato - sono stata fortunata - dissi - vivevo in una Casa di Lavoro, un orfanotrofio per ragazze, sono stata lì per anni e ho visto che cosa succedeva alle ragazze più grandi, raggiunta una certa età la padrona di casa offriva loro la colazione e quando scendevano i Reclutatori le afferravano per i capelli trascinandole nei furgoni- guardai la zuppa marroncina tristemente - ho visto tante ragazze venir portate via, una è persino morta ammazzata davanti la porta di casa- Angus non disse niente per un po' mentre assaggiando lo stufato sapeva effettivamente di pollo - sei stata coraggiosa ad andartene, non lo fa quasi mai nessuno, scappare dico - mi voltai a guardarlo - preferisco vivere libera, magari arrancando nel fango e tra i vermi, piuttosto che vivere rinchiusa e sfrutata- a quelle parole si girò guardandomi negli occhi, mi fissò con uno sguardo strano, gli occhi non erano più fessure ma sembravano ancora più dolci e comprensivi, come se capisse. Dal lato opposto della mensa qualcuno lo chiamò e lui si voltò di scatto, guardando in quella direzione: Dante lo aveva appena chiamato facendogli poi segno di seguirlo con un cenno del capo - scusami, arrivò subito- disse e se ne andò lasciandomi con Caleb a pochi centimetri che mangiava la zuppa in silenzio - per la cronaca- disse lui con un pezzo di pane in bocca - non sei stata fortunata, sei stata furba - si voltò a guardarmi, alla luce delle lanterne a gasolio sembrava quasi un quindicenne, lo fissai per qualche secondo, incerta su cosa dire e, alla fine, non dissi nulla.
Angus arrivò qualche secondo dopo accompagnato da Dante che mi elargì un largo sorriso - Maren, è ora- disse e io lo guardai torva - per cosa? - dissi mettendomi sulla difensiva, il ragazzo mi sorrise di nuovo - non serve agitarsi - disse indicandomi con un cenno del capo - ti presentiamo al Campo e poi domani Angus ti spiegherà le regole e tutto il resto - io annuì alzandomi dal tavolo, Dante mi fece poi segno verso destra incoraggiandomi a seguirlo, portandomi al centro dei vari tavolini, quando tutti si accorsero che una ragazza stava a fianco a Dante il brusio e il chiacchiericcio cessarono lasciando spazio al silenzio - Bene ragazzi, voglio presentarvi il nuovo membro del nostro Campo, Maren Wilgraft - disse, un silenzio imbarazzante aleggiava tra i tavoli mentre i ragazzi mi fissavano torvi o sorpresi - ma è una ragazza! - gridò qualcuno verso destra e Dante annuì serio - si, è riuscita a scappare dai Reclutatori, per questo merita di stare con noi. Trattatela bene e se vengo a sapere che qualcuno le ha fatto qualcosa sarà mutilato e bandito, siamo intesi? - un parlottare fece voltare Dante che se ne andò senza curarsi del fatto che io ero rimasta al centro dei tavoli, in balia di sguardi curiosi. Guardai verso Angus ma era sparito, come Caleb. Mi trascinai fuori dai tavoli e camminai fino alla mia tenda senza dire nulla a nessuno. Era stata una giornata lunga e piena di emozioni diverse, le gambe mi facevano ancora malissimo per la corsa e lo stufato di Fry mi aveva così saziata che non vedevo l'ora di dormire. Arrivata alla tenda mi ci infilati e rotolai dentro la coperta, in lontananza sentì qualcuno parlare ma chiusi gli occhi, troppo stanca per origliare, e mi addormentai.

ENDAGORT - L'inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora