Io Ti Conosco

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Prima di arrivare al casolare mi dovetti fermare due volte per riprendere fiato e scolarmi l'ultima acqua che mi era rimasta con l'aggiunta di due bustine di zucchero. Trevor non disse nulla ne mi rimproverò per aver gridato o vomitato, se ne stette tutto il tempo di fianco a me assicurandosi che io bevessi e riuscissi a tornarmene sulle mie gambe al campo, pedalando piano e sempre alla stessa velocità, assecondando il mio ritmo lento. Quando finalmente fummo vicini al casolare scendemmo dalle biciclette e iniziammo a camminare piano, lui sempre a un passo vicino a me - non è una cosa di cui vergognarsi - disse poi lui guardando il casolare, fermandosi di colpo, io mi voltai a guardarlo seria senza dire nulla - la prima volta che ho ucciso un Vagante è stato proprio in quel bosco, gli ho fatto un buco in un occhio con un pugnale e poi l'ho sgozzato con un coltello perché quel maledetto si rifiutava di morire - fece una pausa come se si aspettasse che dicessi qualcosa ma restai a fissarlo mentre guardava l'orizzonte con la pace sul viso, quasi fosse felice - quando ho visto il corpo e ho sentito l'odore ho vomitato l'anima e tornarmene al Campo Base è stato davvero un supplizio - si voltò verso di me facendo un mezzo sorriso - in quel momento, tornando indietro, mi sono sentito vivo. Ero vivo, si certo avevo vomitato e puzzavo come una merda, ma ero vivo - io lo fissai annuendo, potevo capire quello che voleva dire, anche se avevo reagito in quel modo alla visione di un collo sgozzato dovevo trovarne il lato positivo, per quanto assurdo e terribile poteva essere, e quel lato era che ero ancora viva in un mondo crudele e orribile - mi abituerò - dissi annuendo girandomi verso il casolare e prendendo una grossa boccata d'aria fredda per poi incamminarmi trascinando la bicicletta assieme a Trevor.

Una volta sistemate le biciclette facemmo il giro per arrivare alle scale malmesse che portavano al Campo percorrendo la stradina quasi invisibile che circondava il muro tra l'erba secca, arrivati all'imbocco stretto e irregolare per entrare nel casolare vidi Caleb appoggiato al muro agitare una gamba su e giù dal nervoso con una mano che gli copriva la bocca, appena mi avvicinai lui voltò la testa sgranando gli occhi a palla verso di me, bloccandosi per qualche secondo - che cavolo è successo?! - disse allargando le braccia per poi farsele ricadere pesantemente lungo i fianchi osservando prima me e poi Trevor - non è il caso di parlarne qui - cominciò a dire Trevor ma Caleb iniziò ad avvicinarsi come una furia, anche se era più piccolo e decisamente più mingherlino non gli mancava certo il coraggio di sfidare Trevor, che d'altra parte era grosso il doppio di lui - la luna è alta, dovevate essere a casa prima del calar del sole, che diavolo è successo? - iniziò a sbraitare, Trevor non disse nulla mentre Caleb fissava prima me e poi l'amico - che cos'è quello? - disse poi strabuzzando gli occhi per vedere meglio al buio osservandomi con sguardo indagatore - è tutto okay Caleb - iniziai a dire ma lui mi fulminò con lo sguardo, non lo avevo mai visto così arrabbiato, soprattutto con me - non prendertela con lei, è stata mia l'idea di andare nella Zona Morta non sua, lo sai benissimo - Caleb mi guardò un po' affranto, forse si era reso conto dello sguardo fulminante che mi aveva lanciato sentendosi un po' in colpa, quando tornò ad osservare Trevor però sembrò ancora più infuriato, quasi fuori di se con gli occhi azzurri sparati e una espressione terrificante in viso che lo facevano sembrare quasi pazzo - hai ragione Trevor - disse annuendo - Maren non c'entra nulla, ma io e te dobbiamo parlare - lo disse quasi sibilando osservando l'amico dal basso verso l'alto con sguardo truce - va bene - disse Trevor senza emozioni per poi fissarmi - è meglio se vai a fare rapporto ad Angus di quello che abbiamo sentito - disse poi indicandomi con un cenno del capo di salire, io annuì - a dopo - dissi e me ne andai superando Caleb un po' mortificata anche se non avevo ragione di esserlo. Dopo aver salito le scale mi ritrovai davanti il via vai di persone indaffarate a prepararsi per la serata, le luci nel casolare a quell'ora erano date solamente dalle lampade ad olio sparse qui e li o all'interno delle tende facendo sembrare il tutto un gigantesco campeggio. Mi inoltrai nelle varie tende facendo il giro meno percorso solitamente andando diretta verso le tende di Ethan e Quintus, quando arrivai la tenda di Ethan era "accesa" e potevo vedere la sagoma del ragazzo sdraiato sul suo materasso - Ethan! - dissi e lui si alzò venendo verso di me tirando la tenda per far sbucare la testa - Maren? ma dove eri finita? - io scossi la testa - uhm, nella Zona Morta . - non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase che il ragazzo arricciò il naso guardandomi schifato - è meglio se vai a farti una doccia - disse scuotendo la testa - l'odore di sangue di Vagante può impregnarsi nei capelli, ci starei attento - io scossi la testa infastidita - sai dov'è Angus? - chiesi e lui fece spallucce - solitamente è nella sua Capanna, ma forse è con Dante per una riunione dei capi settimanale, non saprei - io sospirai spazientita - grazie Ethan - lui fece di nuovo spallucce - non c'è di che! - disse ritirandosi nella sua tenda, mi incamminai verso le capanne dei capi, non avevo nessunissima voglia di vedere Will e Roger soprattutto non in quelle condizioni, potevo ancora sentire l'olezzo di sangue infetto che mi ricopriva. Arrivata alle capanne dopo diverse occhiate furtive da parte di alcuni ragazzi Costruttori mi diressi verso la capanna di Angus bussando tre volte, il ragazzo uscì dalla capanna dopo vari tonfi sembrando piuttosto scosso e sorpreso - Maren che cosa è successo? - disse, il suo volto da sorpreso era divento preoccupato e i suoi occhi da prima stanchi erano diventati due fessure lucenti, attente - uhm non è una bella storia - dissi facendo un mezzo sorriso, lui mi fece segno di entrare aprendomi la porta, io sgusciai dentro alla velocità della luce per non farmi vedere da nessuno, dentro la stanza era illuminata solamente da una fioca luce proveniente da una lampada a olio tenuta a fiamma bassa - che è successo? Perché sei coperta di sangue? - disse richiudendo la porta venendomi incontro - Trevor e io ci siamo inoltrati nel bosco - dissi e lui scattò in avanti verso di me diventando serio - cosa? Siete entrati nel bosco? - io aggrottai le sopracciglia - beh si, mi ha mandato a riferirti quello che abbiamo sentito - dissi, lui mi fissò torvo, quasi pensieroso - dov'è Trevor? A che ora siete rientrati? - sembrava spaesato, come se non ricordasse quello che aveva detto Trevor giù al Forno nel Campo dei Pattugliatori, come se lo avessi appena svegliato - siamo tornati ora... abbiamo sentito dei Vaganti parlare di un passaggio sotto le mura... Angus tutto bene? - lui si guardò attorno spaesato per poi fissarmi, i suoi occhi brillavano alla luce della lanterna - perché sei coperta di sangue Maren? - lo disse con tono severo, come se mi stesse sgridando - un Vagante mi ha aggredito fuori dal Bosco - iniziai a dire piano, sentendomi una bambina sgridata - non era ancora del tutto un Vagante in verità perché continuava a chiedermi aiuto, alla fine mi ha assalito e mi sono difesa ma era troppo forte e così Trevor gli ha mozzato la testa - a quelle parole Angus scattò camminando avanti e indietro per la stanza con le mani sulla testa - Angus... - dissi e lui si voltò verso di me toccandomi le spalle, lo sguardo preoccupato e il viso tirato in una smorfia - tu stai bene? ti sei fatta qualcosa? - io lo fissai, alla fioca luce della lanterna ad olio potevo vedere i capelli sfumarsi di un leggero color ramato, annuì un po' spaesata non capenso quel gesto improvviso e inaspettato -... Si- farfugliai anche se a pensarci bene con tutti i graffi che mi ero presa nei rovi avevo un po' male ovunque, lo stomaco mi bruciava per il vomito e il sangue secco del Vagante sul viso e sui vestiti iniziava a pizzicarmi la pelle - dov'è Trevor? - esitai, evidentemente Caleb non aveva avvisato Angus che si era addormentato perdendo la cognizione del tempo, e sapeva che Caleb avrebbe ammazzato Trevor per essere arrivato così tardi al casolare - sta discutendo con Caleb ... diciamo che se non sono arrivati alle mani poco ci mancava - Angus scosse la testa staccandosi da me afferrando un vecchio giubbetto di pelle scura indossandolo alla velocità della luce - vado a parlare con loro - disse frettolosamente mettendosi gli scarponi sparsi uno qui e l'altro sotto al letto - appena finirò con loro verrò a cercarti, devo spiegarti alcune cose che ancora non sai - io rimasi ferma in mezzo alla stanza mentre lui arraffava cose a caso mettendole in tasca correndo velocemente di qua e di là, mi spostai sulla destra della capanna quando mi sfrecciò di fianco quasi inciampando nella sedia a dondolo, io scossi la testa, sembrava agitato e in preda all'ansia, probabilmente era preoccupato per Trevor - allora ci vediamo dopo - dissi e uscì dalla stanza aprendo la porta mentre lui mi guardava andare via.
Andai verso la mia tenda stancamente quasi trascinando i piedi, ad ogni passo le gambe mi sembravano pesanti e doloranti per lo sforzo per quanto avevo pedalato nell'erba, ero sudata e puzzavo da morire e i tagli dei rovi sulle braccia e sulle gambe iniziavano a darmi fastidio davvero bruciando al minimo movimento. Attraversando uno spazio poco trafficato mi si mise di fianco un ragazzino cicciotto dai capelli color nocciola e il naso a patata - c-ciao Maren - disse con una vocina stridula un po' imbarazzata - oh - esclamai cercando di non far capire che ero stanca morta per interagire con lui - ciao Tommy, come stai? - Tommy avrà avuto si e no tredici anni, camminava in maniera buffa quasi ciondolando e i suoi vestiti erano larghi e sformati, come se indossasse indumenti di tre taglie più grandi - bene - si affrettò a dire - hai visto Caleb? - io agrottai le sopracciglia - prima ma ora non so dove sia, mi dispiace - dissi e lui fece una smorfia - ti serviva qualcosa da lui? - Tommy mi fissò fermandosi a metà strada tirando su col naso - è che non mi piace fare il Costruttore, ho cambiato decine di lavori ma non me ne riesce bene uno...vorrei provare a fare il Riparatore, forse sono bravo in quello - sembrava affranto, quasi deluso con la faccia baffuta decisamente giù di morale - uhm senti facciamo così, vado a farmi una doccia perché sono piena di sangue e poi ti accompagno io - sorrisi ma Tommy alla parola sangue strabuzzò gli occhi indietreggiando di un passo -... sangue? - disse terrorizzato io mi avvicinai piano - ah non preoccuparti, non è mio - a quelle parole il ragazzino buttò gli occhi all'indietro e cadde come un sacco di patate, feci appena in tempo ad avvicinarmi con uno scatto per sorreggergli la testa prima che sbattesse sul cemento duro ritrovandomi poi con un ragazzino svenuto tra le mani, inginocchiata a terra "non è possibile" pensai "oggi succedono tutte a me!" - EHY! - gridai per farmi sentire da qualcuno - TOMMY È SVENUTO! - aspettai un attimo senza vedere nessuno arrivare, così iniziai a scrollare il ragazzino poggiandogli la testa per terra alzandolgi le gambe - EHY QUALCUNO MI DIA UNA MANO! - gridai di nuovo, nessuno veniva ad aiutarmi. Poggiai di nuovo le gambe di Tommy per terra iniziando a dargli piccoli schiaffi sulle guance - Tommy coraggio .... Tommy mi senti? - il ragazzo mugugnò qualcosa arricciando il naso - svegliati cacchio dai ... - gli ripresi le gambe tirandogliele in alto - QUALCUNO MI AIUTI! - sbuffai per la frustrazione, in un posto pieno di persone tutti facevano finta di non sentire. Dopo vari minuti in cui tentavo di svegliare Tommy scrollandolo e alzandogli le gambe sentì qualcuno gridare sul fondo dell passaggio in cui stavo, per poi venire verso di noi correndo, poco dopo, nella fioca luce prodotta dalle lampade, vidi arrivare Caleb correndo tenendosi il lungo coltello incollato al fianco per non farlo sbattacchiare di qua e di la - che diavolo è successo? - disse inginocchiandosi per terra scrollando Tommy per le spalle, il ragazzino mugugnò qualcosa e Caleb scosse la testa sbuffando afferrandolo poi per la maglietta sudicia e tirandolo a sedere mantenendogli la testa diritta appoggiandosela sulla spalla - ti stava cercando, quando ha capito che quello che ho addosso è sangue è svenuto - Caleb mi guardò serio - prendilo per l'altra spalla, dobbiamo trascinarlo in infermeria - mi spostai verso destra prendendogli il braccio - al mio tre - disse Caleb - uno... Due... Tre! - con fatica sollevammo il ragazzino mettendoci le sue braccia attorno alle spalle tentando di trascinarlo verso l'infermeria, ogni passo mi sembrava di avvertire le gambe cedermi per lo sforzo fatto nel pedalare e camminare nei rovi. Caleb ogni tanto mi lanciava qualche occhiata furtiva come se mi stesse studiando - ci siamo quasi - disse arrivati davanti ai tendaggi dell'infermeria, evidentemente vedeva la stanchezza sul mio viso tirato in una smorfia di dolore. Dopo aver appoggiato Tommy su un lettino di vimini Caleb lo guardò, pareva affranto, quasi amareggiato nel guardare il ragazzino mugugnare cose a caso - mi piacerebbe dire che Trevor è un ragazzo furbo, e lo è per dio, ma questa volta è stato uno scemo- disse fissandosi i piedi sedendosi sul lettino vicino Tommy - non volermi a male per prima, ma oltre essere il Capo dei Riparatori sono anche uno di quei rompi palle che fa rispettare le regole- lo disse quasi con disprezzo, come se odiasse quel compito e odiasse doverlo fare, si spazzolò i capelli folti e spettinati con la mano destra come per cacciare via dalla mente i pensieri - non penso male di te, ma vorrei sapere se c'è l'hai anche con me oltre che con Trevor - lui strabuzzò gli occhi scuotendo la testa voltandosi verso di me - certo che non ce l'ho con te caspita! - disse facendo un mezzo sorriso, io scossi la testa sorridendo a mia volta, Caleb solitamente era gentile e garbato ma quella sera pareva diverso, più aspro e deciso, come se stesse tramando qualcosa o pensando intensamente - lo lasciamo qui? - chiesi e lui si alzò dal lettino sbuffando spazzolandosi i pantaloni sporchi di polvere sulle ginocchia - i Curatori arriveranno tra un po', dopo la cena, lo lasceremo qui tranquillo, il massimo che può fare è cadere dal lettino e spaccarsi un dente - io feci spallucce, in quel momento mi andava solamente di farmi una doccia e mangiare qualcosa - immagino tu non abbia cenato - disse lui sorridendo amichevolmente, io annuì sospirando poggiandomi al muro con stanchezza, ogni muscolo del mio corpo sembrava teso e la pesantezza della giornata iniziava a farsi sentire - no, in effetti avrei un certo languorino, ma ancor di più avrei una certa urgenza di farmi un bagno - lui rise - allora andiamo, ho giusto dei vestiti puliti da consegnarti -

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09, 2021 ⏰

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