Il Forno

2 0 0
                                    

La capanna di Caleb era più piccola delle altre ma sempre abbastanza "lussuosa", sapeva di sapone e un po' di muschio stantio. Mi fece sedere su una specie di divanetto mentre lui si accomodò su una vecchia sedia a dondolo - sei uno dei capi- dissi e lui fece un mezzo sorriso, era sdravaccato sulla sedia a dondolo come se per tutto il giorno avesse portato il peso del mondo addosso - si, sono il capo dei Riparatori - io tirai su col naso, non dissi nulla, non ne avevo voglia e non capivo perché alla specie riunione con gli altri alla capanna di Dante non si fosse presentato - che cosa ti ha detto Roger? - chiese, io lo fissai - perché vuoi saperlo? - chiesi e lui scosse la testa - so come cazzo è fatto Roger, quel bastardo è capace di sputarti in un occhio e dire che ti ci sei sputato tu da solo facendo in modo che gli altri ci credano - io scossi la testa, quel suo modo di parlare da capo mi sorprendeva, era così magrolino e con un viso da ragazzino impertinente che mai mi sarei aspettata fosse uno di loro - mi ha intimato di lasciar perdere l'idea di unirmi alla pattuglia di Angus, credo sia scocciato perché Dante mi ha messo con i Raccoglitori - lui annuì grattandosi la barba rada a lato del viso, i suoi occhietti lucidi brillavano alla luce fioca di una lampada a gasolio sembrando ancora più serio - non devi fidarti di lui - disse, io feci un mezzo sorriso - non lo avrei mai detto- dissi e lui fece una risatina, quasi fosse nervoso - Dante è decisamente più diplomatico di me, se fosse per me lo avrei già sbattuto fuori per aver influenzato i ragazzi a votarlo come uno dei capi. Devi stare attenta, è molto influente, non so come faccia ma sa manipolare i ragazzi - io lo osservai: era preoccupato, lo potevo vedere dalle fossette che gli si erano create sopra le sopracciglia, lo sguardo era fisso su un punto del muro dietro di me e sembrava quasi potesse perforare il legno tanto intensamente lo guardava - comunque non importa - disse alla fine - qui quello che prede le decisioni importanti è Dante e se lui ha deciso che tu sarai una Raccoglitrice, anche se alla fine andrai con Angus, Roger non ci potrà fare proprio niente - io mi strinsi delle spalle - è assurdo alterarsi per cose così - lui annuì di nuovo - stai attenta agli amici che ti farai qui, come hai visto non sono tutti bravi ragazzi - io feci si con il capo un paio di volte, aveva ragione dovevo stare attenta alle amicizie che decidevo di creare, chissà che un giorno non ne avessi avuto bisogno. Me ne stetti seduta sulla poltroncina guardando Caleb dondolare piano, non sapevo che cosa stava succedendo ne se stessimo aspettando qualcosa, ma alla fine, dopo dieci minuti di interminabile silenzio qualcuno bussò alla capanna - Angus? - domandò Caleb, la porta si aprì rivelando il ragazzo, si era sistemato i capelli che erano un po' umidi, quasi come se si fosse fatto il bagno e si fosse asciugato di fretta - bene - disse Caleb alzandosi pesantemente dalla sedia a dondolo - è ora che tu vada- mi disse e mi indicò la porta, io lo guardai stupita, mi aveva fatto aspettare quasi un quarto d'ora Angus e ora voleva farmi andare via? - ci si vede - dissi e sfilai fuori, Angus si girò venendomi dietro - aspetta, aspetta- disse poggiando una mano sulla mia spalla, io mi scostai di lato facendo una smorfia di dolore, la scapola mi faceva ancora parecchio male, il ragazzo mi guardò sorpreso - Gale mi aveva tirato una pietra, mi fa ancora male, probabilmente ho un livido - Angus annuì - scusami - disse, sembrava più tranquillo ora piuttosto che quella mattina, il viso era disteso anche se gonfio e con qualche livido - devo farti vedere le docce - disse, io annuì seguendolo. Non sapevo se potevo fidarmi di lui, ma c'era qualcosa.... Una sensazione che mi assaliva quando lo guardavo, come se ci fossimo già incontrati - sei stata coraggiosa prima con Roger - disse rompendo il silenzio e il crepitio delle nostre scarpe sul cemento - nessuno si è mai permesso di contraddirlo- io feci spallucce - perché è uno dei capi? - chiesi, lui scosse la testa - no, perché sa essere davvero meschino, non mi sorprenderei se ti facesse capitare qualcosa, i suoi ragazzi gli sono molto fedeli, più che a Dante - mentre camminavamo mi portò al di là delle ultime tende, passammo anche la mia che aveva un colore più nuovo delle altre. Le docce, alla fine, non erano altro che una fila di tubi sporgenti dal muro, c'è n'erano una ventina e sul fondo delle grate facevano defluire l'acqua evitando che si raccogliesse, negli anni i ragazzi avevano rattoppato il pavimento e il muro di cemento con mattonelle di diversi colori, facendo sembrare quel posto un vecchio spogliatoio malandato - ecco qui - disse indicando le docce, poi si addentrò nel lungo corridoio facendomi segno di seguirlo, in fondo verso l'ultimo pezzo di muro un palo con un telo di plastica scuro era tirato nascondendo la parete - i ragazzi oggi si sono prodigati a crearti un angolo doccia, sai per evitare casini- mi fissò per qualche secondo per poi distogliere lo sguardo, sembrava sereno anche se i lividi lo imbruttivano - grazie, in effetti mi serve un bagno - dissi, lui annuì - abbiamo recuperato degli stracci con cui ti puoi asciugare, dietro la tenda c'è tutto quello che ti serve - io annuì - siete stati troppo gentili - Angus fece un mezzo sorriso - vieni, devo darti una cosa - disse poi facendo una leggera corsetta, io gli andai dietro correndo al suo passo, era veloce anche se correva piano, la spalla ogni passo mi doleva e il taglio sembrava non volersi richiudere. Arrivati ad una tenda aperta sul davanti Angus guardò un ragazzino che armeggiava qualcosa - ehi Tommy- disse, il ragazzino alzò la testa di scatto, aveva I capelli color nocciola e gli occhi marroni, il viso era quello di un ragazzo sui 15 con gli zigomi sporchi di fuliggine nera - ciao, ti serve qualcosa? - disse, la voce ancora stridula - il pugnale che ti ho portato questa mattina - il ragazzo fece una espressione sorpresa - aspetta qui- disse voltandosi poi verso l'interno della tenda, armeggiò un po' spostando oggetti da un bancone, poi uscì tenendo in mano qualcosa - ecco qua, non è stato facile costruirlo - disse, Angus prese in mano un pugnale abbastanza lungo con un manico di legno levigato, sul fondo su un laccetto di pelle tirato c'erano le iniziale MW - tieni, è tuo- disse porgendomelo, io lo presi sorpresa notando che la lama non era come quella di un coltello normale ma era il chiodo che avevo inficcato a Gale nella spalla - non ci credo. Lo hai recuperato! - dissi, Angus sorrise, era la prima volta da quando lo avevo conosciuto che lo vedevo sorridere - si, beh mi sembrava giusto, tutti qui hanno un'arma - osservai più attentamente il pugnale che era stato levigato sapientemente, ora i lati erano un po' smussati e taglienti, la punta era estremamente affilata e sottile ma resistente, il manico in legno non era né troppo sottile né troppo largo e l'impugnatura era salda tra le mie mani, due corde di pelle erano legate una sul fondo e una verso l'inizio della lama forse per tenere ancora più saldamente il legno sul metallo - è stupendo - dissi e lui mi fece segno di seguirlo, sorpassammo le tende dei raccoglitori, Will mi salutò con un cenno del capo, serio, io sfilai via seguendo Angus fino le scale da cui ero arrivata il giorno prima - se te la senti vorrei farti vedere una cosa - disse - spero tu abbia abbastanza stomaco - io lo fissai torva - per cosa? - lui fece un mezzo sorriso - se vieni con me lo scoprirai - il ragazzo scese uno scalino saltandoci sopra come se non fosse traballante. Io esitai guardandolo, poi mi decisi a seguirlo, alla fine perché avrebbe dovuto mettermi in pericolo? Scesi le scale pericolanti con un po' di timore, ero sicura che più le avessi percorse e più alla fine mi ci sarei abituata. Arrivati in fondo osservai il capannone nella sua larghezza e lunghezza, in fondo, verso un angolo, vidi qualcosa di nero che svoltava verso una fessura - il capanno è collegato ad una vecchia fabbrica - disse - correndo l'altro giorno forse ci avrai fatto caso visto che il casolare ci è proprio attaccato- in effetti avevo notato vicino il casolare una vecchia fabbrica dismessa ma non pensavo fossero collegati. Percorremmo il capannone camminando a passo svelto, anche Angus, per quanto più forte di me, aveva ancora dolori ovunque dalla mattina - da che parte di Endagort provieni? - mi chiese, io mi scostai la matassa informe di capelli che mi ricadevano sugli occhi - da Brendeswey Burg, la parte povera- lui fece un sorrisetto - è abbastanza lontano dai confini di Endagort, che ci facevi al Mercato? - io lo guardai di sfuggita - scappavo, volevo nascondermi per poi prendere un treno verso le Terre di Nessuno - lui si schiarì la voce - I treni che vanno nelle Terre di Nessuno sono carichi di Vaganti, saresti morta ancora prima di arrivare al Buco- disse, io annuì - immagino di sì - dissi.
Una volta arrivati verso la fine del casolare un ragazzo con dei pantaloni scuri e una maglietta azzurra come quella di Angus si avvicinò verso di noi - Capo - disse - che ti è successo? - il ragazzo aveva fattezze orientali, i capelli scuri erano tagliati regolari e qualche ciuffo ribelle sulla fonte, era un po' più spesso di Angus e decisamente più basso, ma sempre più alto di me - storia lunga- disse, poi mi guardò - Maren lui è il mio vice, Trevor. Trevor lei è Maren - il ragazzo guardò sconcertato Angus per poi porgermi la mano - una ragazza? - chiese stupito con un mezzo sorriso, Angus fece una risata - si, una ragazza - Trevor scosse la testa per poi guardarmi - beh, benvenuta nel paradiso di chi fugge - disse facendomi poi segno di seguirlo, io gli andai dietro seguendolo attraverso un buco nel muro - sei un pattugliatore? - chiese ed Angus rispose per me - no, è una Raccoglitrice- Trevor non disse nulla né si voltò, percorremmo un lungo canale al buio, l'umidità era tale da entrarmi quasi fino nelle ossa e un venticello freddo dall'odore stantio mi spazzolava i capelli, ad un certo punto un odore acre e pesante mi investì facendomi tossire - che puzza, che è questo odore? - dissi ed Angus mi poggiò una mano sulla spalla sana - ora lo vedrai - disse, Trevor ci guidò fuori dal cunicolo stretto e, fermandosi prima dello sbocco si voltò a guardarmi - solo i pattugliatori e i capi sanno di questo posto, la sera prima di rientrare chiudiamo sempre tutto - disse e si voltò di nuovo andando verso l'apertura. L'odore, che si faceva ogni passo più pesante e insopportabile mi urtava la gola. Una volta uscita dal cunicolo mi trovai davanti uno spiazzo ancora più grande del capannone ma più basso e lungo, dietro delle macchine di metallo arrugginito vidi qualcosa muoversi ma Trevor avanzò sfilando tra le varie macchine di fabbrica ormai in disuso da chi sa quanto - non so cosa facessero qui - disse poi rivolgendosi a me - la fabbrica è inutilizzata e abbandonata da almeno 130 anni - arrivati verso un pezzo di fabbrica dove le macchine si diradavano ci si stagliò davanti un mucchio di materiale informe, sembrava come un agglomerato di polvere o terra - che cos'è? - dissi - perché non lo scopri da sola- disse il ragazzo asiatico, tenendomi il naso tappato con un pezzo della manica della giacca osservai meglio la montagnola, vidi qualcosa muoversi scompostamente ma molto lentamente, sembrava un topo ma era troppo sottile per esserlo, Trevor accese una Lanterna a gasolio tirata fuori da una cassetta poco distante, in effetti la luce che penetrava dalle finestre piccole e polverose era davvero minima. Trevor mi porse la torcia facendomi segno di controllare, io la presi osservando il ragazzo che era serio e composto, Angus non diceva una parola standosene in disparte con le braccia conserte, io mi avvicinai a quel cumulo di materia informe andando verso l'oggetto che si muoveva, quando fui abbastanza vicina osservai impietrita un dito, uno solo, muoversi tra la cenere grigia, non era attaccato a niente e si muoveva con degli spasmi, era grigio di cenere con un'unghia ingiallita e sporca di qualcosa di secco e nero- oh mio dio- dissi con un filo di voce, mi voltai verso i due ragazzi ed Angus sospirò- l'unico modo che si ha di ucciderli del tutto è bruciarli, ma devi bruciarli per bene- disse, io mi voltai - è questo il Forno? Quello che hai detto quando eravamo in infermeria? - Angus annuì serio, guardai meglio quel cumulo di cenere notando un braccio qui, una gamba lì, e di lato proprio dietro a tutto il cumulo, un piede che si muoveva piano, girai attorno alla montagnola di cenere e quando arrivai al piede lo guardai terrificata, al piede, non come gli altri pezzi che avevo visto, era attaccato tutto il corpo - è Gale? - dissi a Trevor che si era avvicinato a me osservando il corpo morto di quell'essere - si- disse - ci vorranno altri roghi per polverizzarlo del tutto, il virus resiste bene alle alte temperature - io scossi la testa, non sapevo che pensare ne sapevo dove guardare, indietreggiai tenendo la torcia davanti a me, Angus, che si era distratto a osservare il corpo bruciato del suo compagno si girò verso di me guardandomi terrificato - no! - gridò e io impattai su qualcosa di freddo e duro, mi voltai indietro e pochi secondi dopo essermi fermata sentì un rumore grutturale e qualcosa agitarsi nel buio, io indietreggiai di colpo gridando per la paura facendo luce in quella direzione: un essere secco e indefinito sbatteva la testa deformata contro uno dei tanti pali della macchina che creavano una specie di prigione dove era rinchiuso, aveva gli occhi vitrei, del sangue nero che gli sgocciolava dalla bocca mentre tutto il corpo era carne in putrefazione di colore bianco, delle vene scure gli solcavano tutto il corpo e qualche ciuffo di capelli umidi di un liquido scuro gli ricadevano sulle spalle, gridava cercando di afferrarmi, io tirai fuori il mio pugnale tenendolo alto verso il Vagante - c'è mancato poco - Trevor mi affiancò - tutto bene? - disse prendendomi la lanterna dalle mani io annuì abbassando il pugnale osservando il Vagante sbattere la testa spaccata in fronte gridando e ululando - un po' tutta la fabbrica è disseminata di Vaganti, sono tutti rinchiusi o legati e sono qui da quando la fabbrica ha chiuso, 130 anni fa- restai terrificata a guardare il Vagante dimenarsi e guardarci alla fioca luce della lanterna. Mi girai verso Angus fissandolo, avrebbe voluto avermi nella sua squadra, ma perché? Non sapevo se fossi stata in grado di affrontare tutto quello soprattutto non un Vagante - è assurdo - dissi scuotendo la testa - perché non li uccidete? - chiesi ed Angus fece un passo avanti - ci abbiamo provato, ma lo stadio della malattia è troppo avanzato, potresti anche spaccargli la testa in due ma sarebbero comunque in grado di aggredirti e per questo motivo non riusciamo nemmeno a bruciarli- io scossi la testa, indietreggiai ritornando verso il cumulo di cenere e i due ragazzi mi seguirono - ce altro che devo vedere? - dissi, Angus fece un segno a Trevor e lui mi guardò accennando una saluto con il capo per poi iniziare a correre verso il fondo della fabbrica - se non te la senti di andare avanti possiamo anche fermarci, non sei obbligata - io lo guardai facendo un sospiro profondo - perché mi hai portato qui? - chiesi lui mi fissò - mi sembrava giusto che sapessi, molti dei ragazzi non hanno mai visto un Vagante, ne hanno sentito parlare ma non ci si sono mai trovati davanti, volevo farti vedere come è il nostro mondo la fuori- si fermò a guardare il cadavere di Gale - se ti dicessi che ho paura, tu cosa mi diresti? - dissi dopo un lungo silenzio, lui si girò a guardarmi - ti direi che sarebbe da stupidi non averne, la paura ci tiene vivi - mi voltai verso il fondo della fabbrica prendendo il pugnale - e se ti dicessi che anche se ho una paura fottuta muoio dalla voglia di sapere che cosa ce più in la?- il ragazzo restò serio girandosi anche lui verso il fondo della fabbrica - sai, Trevor all'inizio era ancora più fifone di te, la prima volta che l'ho portato qui e ha visto un Vagante è scappato facendosela addosso, ma sai cosa lo ha portato a fare quello che fa ora? - io lo guardai facendo un mezzo sorriso - la curiosità - lui annuì - esatto - io sospirai - tu verrai con me? - chiesi e lui annuì - sarò dietro di te - annuì serrando le mascelle - bene, andiamo allora -

ENDAGORT - L'inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora