Pattugliatori

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I giorni seguenti furono più tranquilli e metodici: mi svegliavo di soprassalto verso le 7 di mattina, andavo da Fryer a prendere qualcosa da mettere sotto i denti e mi ritrovavo con i Raccoglitori davanti le scale per scendere dal soppalco. Erano almeno 15 ragazzi tutti magri ed esili come Will, che li capeggiava.
Il primo giorno di lavoro era stato duro, avevo corso per un grande campo strisciando tra il fango e le foglie taglienti per almeno 30 o 40 minuti raggiungendo poi una vecchia discarica quasi abbandonata di vecchi oggetti metallici. Il mio compito era mettere tutto quello che mi sembrava utile nel cesto che portavo sulla schiena, una volta pieno dopo 3 o 4 ore di lavoro, dovevo richiuderlo e correre di nuovo indietro dalla stessa strada stando attenta a non perdermi. Indossavo dei guanti per non tagliarmi e dovevo stare attenta a scalare le montagne di pezzi di metallo tagliente e arrugginito per poter trovare oggetti migliori e non troppo vecchi.
Dopo una settimana e diverse occhiatacce da parte di Will mi stavo abituando, correre per tutto quel tempo mi sfianca e la sera, quando gli altri ragazzi si radunavano attorno alla luce delle lanterne o lampade a gasolio per chiacchierare, io andavo a dormire.
Era una settimana che non vedevo Angus, lo avevo visto di sfuggita qualche volta correre fuori dal casolare e lui mi aveva guardata con curiosità, sempre con quello sguardo un po' tagliente. Avevo sentito dire da Trevor in mensa che si comportava in modo diverso dal solito da quando ero arrivata, ma le voci che giravano sul mio conto erano tante e ormai ci avevo fatto l'abitudine.

Quella mattina mi svegliai tardi, il sonno mi appesantiva come se avessi il corpo fatto di cemento ma non importava, era giorno di riposo. Mi alzai stiracchiandomi indossando dei vecchi vestiti maschili taglia piccola che mi aveva gentilmente procurato Caleb e sbirciai fuori dalla tenda, vidi Dante passare avanti e indietro correndo tenendosi il lungo macete fisso lungo una gamba "chissà che fa" pensai.
Uscì dalla tenda sbadigliando scompigliandomi i capelli mossi corti fino a un po' dopo l'inizio delle spalle, il taglio sul sopracciglio era ormai una crosta spessa e dura e la schiena una macchia scura di lividi, le braccia, a forza di lavorare tra i rottami, erano ammaccate e stanche.
Avanzai dirigendomi verso la mensa incontrando Will portare dei cesti pieni di materiale verso un piccolo deposito, quando si voltò mi fulminò - senti un po' Maren - disse con la sua voce un po' ovattata - sai che giorno è oggi? - io lo fissai, c'era qualcosa di diverso nel suo tono, qualcosa di severo - è giorno di riposo - dissi e lui sorrise staccandosi dal cumulo di materiale incrociando le braccia ossute - è giorno di riposo... Per gli altri. Nessuno ti ha dato il permesso di non lavorare oggi. I novellini qui sgobbano, ti devi meritare la pausa - io scossi la testa, il modo in cui lo disse mi urtò i nervi - scusami ma non avevi specificato che i novellini dovevano comunque lavorare oggi- il ragazzo mi si scagliò addosso fermandosi a pochi passi da me solo quando io, in tutta risposta, presi uno dei cesti vicino a me facendolo cadere tra me e lui, bloccandolo - mi stai sfidando? Renditi conto che sono il capo del tuo gruppo, non ci metto niente a banditi- io restai in silenzio guardandolo - raccogli il cesto e vai a fare il tuo lavoro - io lo fissai truce senza muovere un muscolo, poi sospirai raccogliendo il cesto rimettendolo a posto, sfilandogli vicino e lanciandogli uno sguardo fulminante, lui mi prese per un braccio fermandomi - non sottovalutarmi, c'è un motivo se sono il capo qui - mi sussurrò, io osservai la sua faccia da ratto con disgusto - giù le mani - dissi strattonando il braccio, Will lasciò la presa - che ti credi di fare? - disse mentre io mi giravo verso la mensa - mangio e me ne vado - dissi più forte di quello che pensassi, lui mi chiamò ma io non mi girai andando vero la mensa, una volta arrivata vidi Fryer e gli corsi incontro - ciao - dissi seria e lui si voltò a darmi una ciotola di poltiglia di pane imbevuto con qualcosa di dolce - buongiorno, ci siamo alzate tardi oggi vedo- io non dissi nulla fulminandolo con lo sguardo. Trangugiai la colazione in un secondo, presi un cesto e scesi le ripide scalette storte e malandate che portavano di sotto, arrivata sul fondo un impeto di rabbia mi invase: da quando ero arrivata quasi tutti mi trattavano con sufficienza, Will era stato gentile le prime volte che mi aveva incontrata, ma ero sicura che quel cane di Roger gli avesse detto qualcosa. Sbottai lanciando la cesta lontano da me, sedendomi su uno dei gradini più bassi, mi misi le mani sul viso cercando di scacciare il pensiero di Will che mi rimproverava - tutto bene? - mi tolsi le mani dal viso guardando verso sinistra, Caleb se ne stava appeso ad una corda penzolante come quella che avevo cercato di scalare giorni prima, indossava dei guanti e una cinta con degli attrezzi sopra la maglietta bianca- che ci fai li? - chiesi e lui sorrise - no, che ci fai Tu li - disse scendendo la corda, io lo fissai venirmi incontro, mi guardò per un po' e poi scossi la testa facendo un mezzo sorriso- nessun lavoro qui è fatto per me- dissi Caleb sbuffò - cazzate, Angus mi ha detto del Vagante - disse - quello è il tuo lavoro - io scossi la testa - Will mi odia, farà di tutto pur di ostacolare Angus e tenermi nel suo gruppo - Caleb si sedette di fianco a me - Will e Roger qui non contano nulla, sono Angus e Dante a prendere le decisioni, Angus sembra non fare mai nulla di concreto come capo ma molte delle decisioni di Dante sono in realtà frutto di Angus- io feci spallucce - e con ciò? - Caleb sorrise - Angus non chiede mai nessuno per il suo gruppo, sono anni che Trevor, Ethan e Quintus sono gli unici Pattugliatori e quando ha chiesto a Dante di averti nel suo gruppo....beh diciamo che Dante ci ha pensato, sa che Angus è intelligente e ha fiuto per certe cose, sarebbe stupido dirgli di no - guardai Caleb, si era fatto la barba sembrando più fresco, i capelli spettinati gli ricadevano scomposti sulla fronte - non lo so Caleb... Non so perché Angus mi voglia nel suo gruppo ma Dante si deve dare una mossa perché inizio a stufarmi di questa situazione- mi alzai prendendo il cesto da terra - mi ha fatto piacere rivederti - dissi e lui sorrise mostrando i denti - vieni al Raduno questa sera, è da un po' che non ti si vede in giro - io feci una smorfia "come se mi si fosse sempre vista" pensai. Lo salutai con la mano, mi misi la cesta in spalla ed iniziai a correre fuori dal casolare.

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