TRE

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Sento il suo cuore. Il suo battito si è unito al mio formando una dolce melodia.
Non so se reggerò ancora a lungo.
Sento delle voci, un gruppo si sta avvicinando a noi.
Ma si, rovinate il momento.
"Ma guardalo l'americano, primo giorno di scuola e già ne ha rimorchiata una!"
Mi molla per poterlo guardare in faccia.
Inizialmente gli lancia un occhiata minacciosa, poi però mostra una delle sue smorfie e comincia a ridere.
"Fratello, da quanto tempo. Quest'estate sei letteralmente sparito!"
Da come si parlano devono conoscersi da parecchio tempo.
Rivolge un saluto anche al resto della comitiva.
Credo che Dylan abbia capito che sono curiosa, perché mi guarda e mi incoraggia a presentarmi.
No sono troppo timida per certe cose.
Allora ci pensa lui.
"Thommy, lei è Martina. Frequentiamo gli stessi corsi , ci siamo conosciuti questa mattina."
Lo dice come se fosse una barzelletta.
"Marti, lui è Thomas. Siamo amici da quando mi sono trasferito, è come un fratello per me."
Ci lascia alle presentazioni. Sembra simpatico questo suo amico, e in bellezza non scherza nemmeno lui.
Una chioma chiara, occhi verdi e lucidi. Corporatura un po' più fragile ma, persino più alto di Dylan.
Credo che andando di questo passo, presto o tardi la mia vita sociale potrà definirsi tale.
Mentre parliamo tra noi e proviamo a conoscerci un po'meglio, suona la campanella.
Con la fine della pausa, ci riuniamo tutti davanti alla porta dell'aula 109.
Lezione di italiano, che bellezza.
Questa volta ad unirsi a noi c'è pure Thomas. Ora ci basta sperare che il prof non sia un pazzoide.
Detto fatto.
Un uomo appena sotto la trentina, forse uno dei docenti più giovani di tutto l'istituto.
Taglio di capelli alla moda, moro. Occhi scuri e carnagione olivastra.
Vengo dalla scuola con più cessi al mondo e mi ritrovo qui, nel paradiso dei bellocci.
Per fortuna che tutti loro per me sono ancora degli estranei. Se mi avessero conosciuto appena un anno fa, si sarebbero schifati.
Entriamo in classe.
Prima lezione, chissà cosa ci farà fare. Si presenta a noi con fare misterioso.
"Salve a tutti ragazzi, io sono il vostro nuovo professore di italiano. Il mio nome è Stefan Holmes."
"Come Sherlock Holmes?"
Un ragazzo si azzarda a fare la battuta e scoppia in una grande risata. Una parte della classe lo segue a ruota.
Holmes però non reagisce. Lancia un occhiata a Ettore, il grande simpaticone e comincia a scrivere qualcosa su un quadernetto blu.
Scrive e ci guarda. Scrive e ci guarda.
Passano per lo meno cinque minuti prima che lui si decida ad aprire bocca.
"Bene ragazzi, vi dividerete in quattro gruppi da cinque, che io ho già stabilito."
Comincia a fare i suoi nomi, formando così gruppo dopo gruppo.
Sento il nome di Thomas, susseguito dal mio, quello di Dylan e altri due a me ancora sconosciuti. Victoria e Logan.
"Avete le prossime due ore di lezione per trovare un argomento valido che ha a che fare con l'adolescenza. Dovete ampliarlo e discuterne tra voi, per poi presentarlo alla classe. Se non sarà sufficiente il tempo a disposizione, dovrete arrangiarvi e trovare un modo di finire il lavoro fuori dall'orario scolastico."
Mi pare un saputello. Va bene, se insegna qui avrà studiato in ottime scuole, basta sentire il suo cognome.
Torna a sedersi al suo posto e noi ci dividiamo, raggruppandoci agli estremi dell'aula.
Logan e Dylan uniscono due banchi, così per poterci stare tutti.
Ci sediamo tutti e ci guardiamo imbarazzati.
Dylan é l'unico che posso dire di 'conoscere'. Con Thomas ho scambiato qualche parola e gli altri due, solo in un occasione li ho notati.
Victoria é la ragazza che ho notato a spagnolo, quella che non ha dato tanta retta a Dylan, concentrata su un disegno e su un ragazzo. E quel ragazzo é proprio Logan.
Timidi sguardi passano dall'uno all'altra, non riesco a capire se si conoscono o é il primo giorno che si incontrano, come noialtri.
Thomas cerca di prendere l'iniziativa.
"Allora ragazzi, qualche idea? Sappiate che io non mordo, potete stare tranquilli." e accenna una risata.
**
Anche questa lezione é finita, per fortuna o non.
Uscendo dall'aula, il signor Holmes mi sorprende.
"Arrivederci mister Holmes."
"A domani signorina Araujo."
Ha pronunciato il mio cognome come se fosse un dio brasiliano. Nessun errore di pronuncia, espressione dura e impassibile. Dev'essere uno di quei prof depressi.
Nonostante tutto, nel 'gruppo di studio', ci stavamo divertendo. Abbiamo fatto la conoscenza l'uno dell'altro.
A Victoria piace disegnare, piace l'arte. Logan é un esperto di tecnologia, riesce ad hackerare quasi ogni tipo di sistema. A Thomas e Dylan piace la musica, proprio come a me. Suonano insieme dopo la scuola, Dylan sta alla chitarra e Thomas alla batteria.
Mi hanno proposto di andare da loro dopo la scuola, nel garage delle prove. In realtà l'hanno proposto all'intero gruppo, così potremo finire il compito per italiano.
Saluto tutti per poter tornare verso casa.
Mentre mi volto sento una mano stringermi forte il polso. Mi giro e trovo sempre lui.
"Credo di potermi meritare un saluto migliore, no?"
Così dicendo mi abbraccia, tenendo una mano sui miei fianchi e accarezzando i miei ricci con l'altra. Pian piano sussurra queste dolci parole:
"Ti ringrazio. Grazie per oggi, per aver reso il mio primo giorno di scuola indimenticabile e per esserti confidata con me. Vuol dire molto."
Brividi mi scendono giù per la schiena, e giurerei di averli sentiti arrivare fino ai piedi.
Mi lascia andare.
Anche se ci vedremo nuovamente tra un paio d'ore, sento una specie di vuoto. Dopo un abbraccio così dei suoi, tutto il resto sembra 'niente'.
Mi dirigo verso casa, dimenticando un piccolo particolare.
Scordo sempre che in questa scuola, qualcuno che conosco c'é. Mio cugino Manuel, che frequenta l'istituto da ormai quattro anni ed é molto felice che sia l'ultimo.
Mi tocca passare da lui per un saluto e per potergli dare un messaggio, da parte di mia madre.
"Manu, ciao!"
Lo abbraccio.
"Mamma ha detto che questa sera cenate da noi, perciò non prendetevi impegni."
Mi guarda, sorride. Nonostante vari disguidi, come credo sia normale, andiamo molto d'accordo.
"Oh, certo! Ci saremo, tranquilla. Ma dimmi..com'é andato il tuo primo giorno?"
Cerco di raccontargli tutto nei minimi dettagli, escludendo certi miei pareri sui ragazzi, non voglio rischiare che vada a spifferare tutto a mia madre. Cerco di essere discreta, ma voglio mostrargli chi é Dylan.
Lo indico. I miei tentativi di nascondere le cose a Manuel sono vani.
"Quel ragazzo? Cugina, ti sta fissando da quando sei arrivata qui da me, e dal modo in cui anche tu lo guardi dubito che non provi interesse."
Come fa, non l'ho ancora capito.
Decido di confidarmi, tanto non posso peggiorare le cose.
Gli spiego bene tutto, sperando che non mi prenda per una pazza sclerotica.
"Marti, sembri cotta."
Mi costa ammetterlo.
"No cugino, non sono cotta. Saremo buoni amici, mi auguro solo questo."
Se c'è persona più testarda di me, vi prego fatemela conoscere.
Su queste cose sono impassibile, non voglio mostrare apertamente i miei sentimenti agli altri, non più, ho sbagliato troppe volte in questo.
Eppure sto ricominciando a mentire. A mentire anche a me stessa, pur sapendo che forse fa male.
SPAZIO AUTRICE
Salve lettori, tutto bene?:)
Spero tanto che gradiate anche questo capitolo. Scusate tanto per il ritardo, avevo promesso che per sta mattina avrei aggiornato.
Spero di poter pubblicare il prossimo capitolo domani! Grazie ancora a tutti voi, buona serata!!

Forse fa maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora