Capitolo 28: Il vaso di Pandora. (Parte 1)

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Era l'inizio di dicembre a New York, quando Jason, seguito dagli altri, si dirigeva verso l'entrata dell'Empire State Building. L'arrivo della guerra aveva iniziato a pesargli sulle spalle con la paura dell'oscurità. Sapeva che cosa doveva fare quando sarebbe giunto il momento, aveva ripassato il piano diverse volte, ma era ancora incerto su come gli eventi si sarebbero svolti, se sarebbero andati come voleva o no.

Ignorò i forti venti ghiacciati che soffiavano contro di lui mentre entrava nell'edificio. Uomini e donne d'affari coperti da giacche, per bloccare il freddo, riempivano lo spazio. Nessuno di loro li guardò in modo strano verso di lor quando si fermarono davanti al banco accoglienza. Proprio come l'ultima volta, il ragazzo seduto lì era sepolto dai giornali, ignaro dei dintorni.

Jason sospirò profondamente. "Seicentesimo piano, per favore."

Il giovane alzò lo sguardo, roteò gli occhi e piegò il suo giornale quando si rese conto di chi si trattava.

"La tua gente non si stanca mai, vero?" Pescò la carta dalla tasca e quando Jason allungò la mano per prenderla, lui la tirò indietro. "Gli dei sanno che state visitando?"

"Sì." Mentì Reyna. "Non è colpa nostra se non sei stato informato."

"Non viene mai informato." Mormorò Hazel dietro di lei. "Siamo di fretta, quindi dacci la chiave e basta."

Lui roteò nuovamente gli occhi e diede la carta a Jason, che la prese istantaneamente. Andarono verso l'ascensore, che per fortuna era vuoto. Quando furono dentro, Jason inserì la carta nella fessura e premette il bottone che era apparso magicamente. Quando l'ascensore corse verso il cielo, il silenzio prese il sopravvento; era diventato un amico per loro con l'avvicinarsi della guerra. L'ascensore si fermò e le porte si aprirono per rivelare l'Olimpo davanti a loro.

Quando uscirono, Reyna ammirò la città. "È davvero bellissima, l'ha progettata tutta Annabeth?" Chiese.

Jason annuì in risposta, la città era davvero bellissima. Non riusciva a immaginare che la governasse Percy, l'avrebbe resa una terra desolata se ci avesse vissuto il suo esercito.

"Per prima cosa, dobbiamo trovare un posto sicuro per prepararci. Andremo verso la foresta che si trova fuori dalla città, non verremo visti laggiù. Andiamo, dobbiamo essere pronti per il tramonto."

Diedero le spalle all'entrata della città e scapparono nel bosco. Dopo un'ora di discussione per decidere quale posto fosse il migliore, decisero di rifugiarsi su una collina che dava sulla città e gli alti alberi che la circondavano li avrebbe protetti. Una volta che ebbero disfatto gli zaini e montato le tende, si riunirono intorno a Jason per esaminare la mappa del palazzo dell'Olimpo.

"Questa è la biblioteca nascosta." Spiegò Jason, indicando un punto sulla mappa che era protetta da molte camere nascoste e trappole del palazzo. "Chirone ha detto che il vaso deve essere lì, perché gli dei ci nascondono tutti gli oggetti di valore della storia."

"Come faremo a entrare nel palazzo se è pesantemente protetto?" Chiese Hazel.

"La nostra possibilità miglior è dall'alto. Potete aspettare tutti ai cancelli del palazzo. Io e Frank entreremo da sopra, fenderemo un'imboscata alle guardie che controllano l'uscita posteriore da tutte le direzioni, così non riusciranno a chiedere rinforzi." Disse Jason.

"Come faremo con la celebrazione che gli dei stanno facendo? Ogni dio e dio minore sarà nella città." Chiese Leo.

Prima di ogni battaglia, gli dei facevano una celebrazione per avere buona fortuna. La celebrazione serviva a ricordare che potevano vincere, era la distrazione perfetta per i semidei. Avrebbero avuto la possibilità di entrare e uscire senza essere visti.

"Non vi preoccupate, me ne occupo io."

I semidei saltarono in aria quando Poseidone apparve dietro di loro. Si scambiarono sguardi preoccupati e sorpresi prima che il dio del mare potesse spiegare.

"Non preoccupatevi, sono dalla vostra parte. Chirone mi ha contattato."

"Lord Poseidone, senza offesa, come possiamo credervi?" Chiese Jason incrociando le braccia sul petto.

"Diversamente da Zeus, voi volete dare a mio figlio una seconda occasione, volete ragionare con lui ancora. Con il mio aiuto, riuscirete a girare facilmente nel palazzo. Io distrarrò gli dei e gli dei minori per non fargli lasciare la sala del trono. Il vostro compito è occuparvi delle guardie." Spiegò.

Si scambiarono degli sguardi di nuovo e giunsero a una conclusione silenziosa.

Jason annuì. "Va bene, sei dentro. Ci muoviamo a mezza notte."

~~~

Annabeth si trovava dietro il trono di Percy mentre molti semidei venivano spinti dalle guardie nella sala del trono e spinti in ginocchio davanti a Percy. Aveva ordinato alle guardie di portargli tutti quelli che sospettava avrebbero potuto tradirlo.

"Domani, campo Mezzo-Sangue marcerà in guerra e io devo occuparmi di questo." Disse quando l'ultimo semidio, Vincent, fu costretto in ginocchio.

"Quindi sarà meglio tenere i tuoi piani per te o con me. Forse anche qualcuno delle Alte Guardie è un traditore." Disse Annabeth lanciando un'occhiata verso le Alte Guardie che stavano in fondo alla stanza, con Atlanta e Derek al loro fianco.

"So già chi è, Annabeth, sono qui solo per vedere la sua reazione." Spiegò Percy prima di girarsi verso i suoi campeggiatori.

"Credo sappiate tutti perché siete stati portati qui." Disse mentre i suoi occhi guardavano la paura di ogni cattivo. "Siete tutti sospettati per il fuoco che è stato appiccato ieri sera. Se ne siete responsabili, vi consiglio di dirmelo ora, perché la punizione sarebbe peggio se lo scoprissi per conto mio."

Tutti i semidei rimasero in silenzio, fino a che Percy non parlò di nuovo. "Se nessuno di voi parla, immagino di dovervi fare parlare."

"Vi prego, mio signore, perché dovremmo tradirvi? Il lato degli dei ha già perso." Implorò Vincent.

La sua richiesta di pietà fu seguita da diversi semidei che chiedevano la stessa cosa; l'eco delle loro voci riempì la sala del trono.

"Basta!" Ordinò Percy appena si alzò dal trono. "Se nessuno di voi parla, vi farò rinchiudere e dopo che avrò vinto vi farò impiccare, così on vedrete mai la vittoria del male. Prendeteli!"

Le guardie obbedirono ai suoi ordini e presero i semidei, ignorando le loro grida di pietà mentre li trascinavano fuori dalla sala del trono.

"Non capisco." Sussurrò Annabeth nell'orecchio di Percy. "Se sai chi è, perché rinchiuderli?"

Percy alzò la mano per avere silenzio, lei annuì inchinando la testa e raddrizzandosi a fianco del suo trono.

"Ti spiegherò il perché dopo." Mormorò, poi si girò verso le Alte Guardie. "Andate via tutti, insieme a Derek. Atlanta, tu resta, ho una cosa da fare per te."

Le Alte Guardie corsero fuori dalla stanza e Derek, senza esitazione, li seguì.

Quando le porte della sala del trono si furono chiuse, Percy si girò verso Atlanta, il suo sangue nero ora evidente.

"Ora, spiegami perché hai appiccato quel fuoco."

Ricercato [Traduzione di Wanted (Percy Jackson Fanfiction)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora