Il liceo

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Oh, il liceo, c'è chi lo vede come un sogno ancora da provare, ma per me non fu così, temevo cosa mi aspettasse dietro quel cancello.
Primo giorno, ero vestito di tutto punto. Avevo indossato i miei jeans migliori, la maglietta fortunata ed un pizzico di autostima, cosa che non ho mai avuto. Immaginavo gli armadietti lungo il corridoio, aule dove si studiava chimica e si facevano esperimenti continuamente, dovevo scoprire tutto in un giorno. Arrivai di corsa, erano le 7:50 e si entrava alle 8:00, non volevo fare tardi, stavano per aprire il cancello, cominciai a scendere le scale e accadde l'imprevisto. Vuoi sapere cosa? Inciampai su una pianta che sporgeva verso l'interno delle scale. Cominciai a fare le capriole in stile Kung fu panda giù da quella enorme rampa di scale, sembrava infinita, coinvolsi un ragazzo durante la mia discesa trionfale, persi pure una scarpa, ma non era questo il peggio, tutti ridevano di me, persino il me interiore mi prendeva per il culo, l'unico ragazzo che non rideva era il ragazzo che investi col mio corpo.
Tornai a casa e rimandai il mio primo giorno di scuola, come inizio non c'è male. 
Benvenuto al mio "primo giorno di scuola", vedevo già in lontananza ragazzi che ridevano di me, ma non mi interessava, la delusione fu non trovare gli armadietti nel corridoio, aule di chimica come le ho sempre sognate, sembrava sempre la stessa identica scuola. Riuscì a trovare la mia classe dopo svariati tentativi e figuracce, entrai e tutti mi guardarono come se avessero visto il professore, scelsi il banco infondo all'angolo vicino la finestra, mi guardai intorno e vidi lei. Il suo nome? Ti accontento ma non farne un abitudine. Il suo nome è Stephanie.
Ero attratto da lei, la osservavo ogni giorno, non riuscivo ad avvicinarmi, la paura di frantumarmi di nuovo era troppa, anche se era passato più di un anno da quel giorno. Sentivo ancora qualcosa per Rosalie e non mi lasciava ancora del tutto indifferente, non sapevo cosa fare, Stephanie mi piaceva, ma la paura era troppa. Ci scambiavamo sguardi intensi, eravamo da lato a lato della classe ma io riuscivo a vederla, non mancavo un giorno per non perdermi l'opportunità di vederla.
Mi presi di coraggio e mi avvicinai, riuscì solo a dire:"ciao" con una voce stridula, lei mi sorrise e non riusci più a parlare, anche lei non riusciva, le piacevo ma era ed è troppo orgogliosa per ammetterlo oggi. La paura di cui ti parlavo si fece avanti, l'immagine di Rosalie mi ricordò cosa significa soffrire per amore, cosi le mostrai lati di me che non esistono, mi impaurì quando lei mi fece la medesima domanda:"E' un peccato che noi siamo soltanto amici". Cominciai a sorridere per un breve istante e le dissi cosa non pensavo, che la vedevo come un'amica, il fatto è che non volevo perderla, se avesse lottato forse mi sarei lasciato andare e la paura che avevo si sarebbe cancellata come un granello di sabbia trasportato dal vento. Lei si stava allontanando e cercai di attirare la sua attenzione facendo l'impensabile, mi misi con una ragazza di cui non mi importava niente, mi sono trasformato in Rosalie.

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