Fra tristezza e felicità

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Questo periodo della mia vita potrei chiamarlo confusione, ti spiego perché.
era appena successo l'impensabile, avevo perso mio cugino sedicenne Jason con un incidente stradale e tutta la mia famiglia era totalmente sconvolta, mio padre piangeva ogni istante ascoltandosi le canzoni che aveva scritto e cantato mio cugino, mia madre Rose stava ancora peggio, non le si poteva parlare, tra nervosismo e pianti non restava niente, mia sorella Emily era molto attaccata a Jason, il suo dolore riuscivo a percepirlo, mi faceva star male vedere la mia famiglia così a pezzi, stavolta ero io la spalla su cui piangere, fu lì in quel preciso istante che il compito che ha svolto Rose nella mia vita ha avuto un grande impatto, mi salvò da mille situazioni con dei consigli che mi salvarono, certe volte mi chiedo se sia stato giusto non farmi commettere errori, a volte sbagliare è la cosa giusta da fare, vuoi sapere perché? Perché dentro di te non sai veramente se è giusto o sbagliato un azione se ancora non l'hai compiuta. Rose, infatti, certi errori me li fece commettere, come trasformarmi in un idiota per Rosalie, in passo non fatto per Stephanie, mi fece capire la differenza tra rimorso e rimpianto, vivere di rimpianti è cento volte peggio che vivere di rimorsi. Così decisi che con Ashley nessun momento era sbagliato, non contava il tempo perché il tempo è soltanto un illusione. Eravamo sotto casa, parlavamo di lei e del suo passato, che cosa le piace fare nel tempo libero, non riusciva ad annoiarmi  neanche provandoci, condivideva con me un tipo di umorismo che molte persone non condividono, il sarcasmo. Aveva degli sguardi tutti suoi, mi stava rapendo mentalmente, così le chiesi di uscire e signore e signori lei accettò, uscimmo il 24 gennaio del 2017, la nostra prima uscita, andammo al bowling, era più brava di me, io ero felice se ogni tanto non facevo andare la palla sul bordo della pista, vedendo le mie prodezze mi lanciò una sfida, ad ogni Strike che facevo mi avrebbe dato un bacio, sarei rimasto tutta la notte per fare uno Strike ma non ce ne fu di bisogno, al primo tiro e gran parte di fortuna ci riusci, realizzai il mio primo Strike, lei si fece avanti, io tremavo e sudavo freddo, ero anche emozionato, si strinse a me, si mise in punta di piedi e mi baciò in un modo che nessuna donna aveva fatto, riusci a dimenticarmi dove mi trovavo, non era più la gravità che mi teneva attaccato alla terra ma era lei, come se il cielo e la terra diventarono un unica cosa, quel giorno fu indimenticabile, tornai a casa sorridendo, sorridevo al punto che riuscivo a far sorridere gli altri senza dire nulla, non riuscivo a non pensarla, ero troppo preso da lei, la cosa bella che tutto questo era ricambiato, la domanda che tutt'oggi mi faccio è... cos'ha visto in me? Non sapevo darmi una risposta, diventai più ossessivo nei suoi confronti ma stavo attento a non ricommettere lo stesso errore che feci con Rosalie, dissi tra me e me:"Se mi ama, mi ama per quello che sono".
Si avvicinava Marzo, il compleanno di un mio cugino, Jonathan, io e lui eravamo molto amici, ma in quel periodo avevamo litigato per cose stupide che ci avevano allontanato un po', ma fu proprio lui a presentarmi Ashley, ed io gliene ero grato. Ashley doveva fare il prediciottesimo per Jonathan dove interpretava una la guardie del corpo del festeggiato, non ero d'accordo sull'abbigliamento, doveva indossare una minigonna e a me non andava bene, tutti l'avrebbero vista con una minigonna in uno schermo dove c'erano più di cento amici perversi di Jonathan. Io e Ashley litigammo e non ci crederai, per un litigio simile mi chiese una pausa, aveva bisogno di pensare, tutt'oggi mi chiedevo cosa doveva pensare, che io non ero abbastanza per lei? Che non le andava bene che un uomo fosse geloso verso la sua donna? 
Arrivò il compleanno, eravamo tutti eleganti, salutai Jonathan e vidi lei, semplicemente un incanto, ma io ero arrabbiato con lei, cominciai a bere vino per sopportare la serata, eravamo nello stesso tavolo e le cose andavano per lo più di merda, io non sapevo come dovevo comportarmi così cercai tutta la sera la mia ex migliore amica Summer, io e lei abbiamo avuto un passato, una storiella che non durò nemmeno tanto, ma lei mi amava, solo che non lo sapevo.
La notte si intensificava e Ashley mi portò fuori a parlare.

Ashley
:"Senti, ti ho pensato in questi giorni ed io ho bisogno di stare un po' da sola"

io:"Un po' quanto?"


Ashley:"Non lo so, ho bisogno di riscoprire me stessa"


io:"Non è vero e tu lo sai, hai solo paura"


Ashley:"Paura? E di cosa avrei paura sentiamo"


io:"Paura di me, di come potresti sentirti con me, hai paura di stare con qualcuno perché dopo non vorresti starci male, ma la vita è questa, è una lotta continua tra il bene e il male, tra chi siamo e chi vorremmo diventare"


Ashley:"E se non avessi paura?"


io:"Non saremmo qui a parlare di questo"

Ashley:"..."


[...]


Mi alzai e tornai dentro e come colpo di grazia il prediciottessimo di Jonathan, per carità era bellissimo, ma c'era Ashley, la minigonna e tutto il resto. A fine serata diedi un passaggio ad Ashley per accompagnarla a casa, si sedette sulle mie gambe, io ero semplicemente pietrificato, sentivo qualcosa per lei e la cosa non andava bene, perché lei come tutti si stava allontanando da me. Mi abbracciò per tutta la strada e il me interiore piangeva con me, l'avevo lasciata senza parole mentre mi diceva addio ma allora perché abbracciarmi, guardarmi con lo sguardo di chi ti farebbe scudo col suo corpo prendendosi un proiettile al tuo posto, non capivo.
Continuammo a parlare, restammo amici, ogni giorno mi raccontava tutto ed io l'ascoltavo, mi piaceva ascoltarla, sentire dei suoi lavori col fimo, gli ordini che faceva, quanto tempo impiegava, la cosa che mi stupiva è come trovava il tempo per cercarmi e dedicarmi anche solo cinque minuti con tutto quello che faceva, sembrava quasi che io e lei fossimo una coppia e anche di quelle affiatate.
Lei un giorno mi chiamò, disse che doveva parlarmi:

Ashley:"Scemo!"

io:"Ciao anche a te! Cosa c'è di così importante che morivi dalla voglia di dirmi?"

Ashley:"Ecco, io... ho pensato tanto e..."

io:"Ci risiamo"

Ashley:"Fammi finire cretino!"

io:"Scusami.."

Ashley:"Mi sono resa conto che ogni giorno non ha senso se non la condivido con te, ne sento
proprio il bisogno di sentirti, ho avuto paura"

io:"Paura di che"

Ashley:"Paura di perderti".

Welcome to my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora