Il passato di Mike

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Mike nacque nel 1971 nel Queens, era il settimo di otto figli, tutt'oggi lo chiamano il figlio più piccolo, anche se ha 48 anni. Fin da piccolo il suo sogno era di giocare a calcio come portiere, era davvero bravo, riusciva a "volare" da palo a palo con un'agilità di un gatto, era davvero innamorato di questo sport. Mi raccontava quanto era difficile mantenere gli allenamenti, non per le diete da rispettare, ma perché la fatica era troppa per la sua età, cominciò gli allenamenti seri all'età di 13 anni, si allenava con i Tigers, suo padre era così orgoglioso di vedere suo figlio che inseguiva il proprio sogno con una devozione innata, amava il calcio come Romeo amava Giulietta, lui e il pallone erano migliori amici, a volte si addormentava col pallone di fianco al letto.
Mio nonno Jake (padre di Mike) , però, voleva gli stessi risultati sia in campo che fuori.
Vuoi sapere dove? A scuola. Diciamo che non era un patito per lo studio, non gli piaceva per niente, cercava ogni giorno di passare la lezione inventandosi un metodo per passare la giornata in fretta, un giorno come un altro ebbe la folle idea di costruire una palla con i fogli di giornale, la fece bella massiccia e la sigillò con del nastro adesivo. Prese la palla, entrò in classe e cominciò a calciarla coinvolgendo alcuni suoi compagni di classe, il professore urlava ma l'unico che riusciva ad ascoltarlo era lui medesimo. Ti chiedi cosa c'è che non va? E ci credo, sembrava tutto normale, finché non successe un disastro, Mike sta avanzando con la palla al piede, si posiziona la palla sul destro fa un piccolo passetto, prova il tiro e la scarpa non c'è più. Tutto poteva succedere ma non si immaginava che la scarpa sfondasse la finestra della classe che separava essa dal corridoio. Il professore senza dire una parola scese nell'ufficio del preside, egli salì e rimase incantato dall'opera d'arte che nacque da quell'incidente, cercò di capire chi fu l'autore di quel capolavoro, ma tutti pensavano che lo chiedesse soltanto per punirlo, Mike si fece avanti con tanto di fifa:

Mike:"S-s-sono stato io..." con una voce tremolante.

Preside:"Chi ha parlato?!"

Mike:"Io signore"


Preside:"Vieni qui giovanotto!"

Mike:"Arrivo" addio mondo crudele.

Preside:"Sei stato davvero tu a fare questo?"


Mike:
"S-s-si, ma giuro... non l'ho fatto apposta" disse con una voce stridula.

Preside:"Sei un artista ragazzo, questa è un'opera d'arte!"

Mike e il professore:"Cosa?!" dissero in coro e con un tono sconvolto.

Preside:"Come hai fatto a fare una mela in tutte le sue caratteristiche... sei riuscito a realizzare una forma perfetta, addirittura nei suoi particolari con la foglia e il picciolo" disse con un'aria meravigliata.

Mike
:"Signore, non per vantarmi ma ho sempre avuto una passione artistica dentro di me" ma se non sai disegnare neanche uno Stickman.

Professore:"Signor preside, vorrà prendere provvedimenti spero!"

Mike:"Che professore premuroso" disse sottovoce.

Preside:"Per una cosa così merita soltanto il premio Nobel." disse con fierezza.

Esatto, Mike riuscì a cavarsela sfondando la finestra con una scarpa giocando a calcio, la cosa che rimase un mistero fu la scomparsa della scarpa.
Siamo nel 1988, dopo anni di intensi allenamenti un osservatore stava cercando calciatori da reclutare nei Tigers, Mike non stava più nella pelle, voleva impressionarlo facendo una delle parate più spettacolari che abbia mai fatto, quel giorno riuscì a volare, riusci a non far entrare nemmeno un pallone in rete. A fine partita l'osservatore insieme all'allenatore richiamarono Mike, era così ansioso:

Osservatore:"Giovanotto, ti andrebbe di fare il provino per i Red Devil's?"

 Mike non riuscì a parlare, era talmente preso dall'emozione che il tempo si fermò, disse con un filo di voce:"Si!".
Tornò a casa per raccontare la notizia a tutta la sua famiglia, non riusciva a crederci Jake, era così fiero di suo figlio che niente lo rese felice come quel giorno, egli lo avrebbe accompagnato in capo al mondo per realizzare il sogno di suo figlio. Arrivò il giorno del provino, Mike diede il mille percento di se stesso, diede più del suo massimo, riuscì a fermare palloni di calciatori famosi, erano tutti sbalorditi dalle sue capacità. Riuscì a passare il provino, tre presone su cento che erano lì ci riuscirono e lui era uno dei tre, il ragazzo era forte.
Era il giorno della partenza ed era arrivato il momento dei saluti, Mike non si sentiva pronto a lasciare la famiglia, ma la motivazione che lo spingeva andava oltre ogni paura, partì con la voglia di voler rendere i suoi genitori orgogliosi di lui, di dimostrare ai suoi fratelli e sorelle che non era più il piccolo Mike ma che stavolta era diventato un adulto che inseguiva il suo sogno che teneva sul palmo della mano, era quasi fatta, ma qualcosa non andava, si ritrovava in camera d'albergo tra mille pensieri, non era mai stato così lontano da casa, ogni secondo che passava a non sentire la sua famiglia era una coltellata al cuore, prese una decisione che ogni sano di mente non avrebbe fatto, fu un folle, raccolse la sua roba e tornò a casa abbandonando il sogno per la quale aveva lavorato tanto, perché per lui la famiglia era più importante di volare afferrando un pallone in volo, era più importante di sentirsi vivo mentre salvava la partita al 90° minuto, perché la sua famiglia gli dava tutte queste sensazioni ogni istante della sua vita.
Jake e Margaret non si aspettavano il suo ritorno, non appena videro loro figlio cominciarono a fargli mille domande, erano tristi e felici allo stesso tempo. Rispose ad ogni domanda con le lacrime agli occhi ed una voce tremolante, sua madre e suo padre si sentirono veramente fortunati di essere amati così da loro figlio.
Per Mike iniziava un nuovo cammino, doveva trovare lavoro, non era facile trovarlo quindi si inventò un idea a dir poco "geniale", andò da un tappezziere, entrò e disse:

Mike:"Buongiorno, mi scusi il disturbo, cercate personale da assumere?"

Titolare:"Cerchiamo solo gente qualificata ragazzo."

Mike:"Allora è il suo giorno fortunato, è da piccolo che faccio questo mestiere" no, non è vero.

Titolare:"Ah davvero? Facciamo una settimana di prova e se ne sei davvero in grado io ti assumo"

Mike:"Quando comincio?" se l'è bevuta.

Titolare:"Puoi cominciare anche adesso!"

Mike:"Certo!" ecco, sono fregato.

Mike sorprese il titolare dimostrandogli l'impegno e la voglia di imparare il mestiere, non gli importò che non era capace, perché secondo il suo credo nessuno nasce capace di far tutto, ma col giusto impegno e con la giusta costanza si può imparare tutto e farne un'esperienza di vita.
Questo fu il primo insegnamento di Mike che mi inculcò svariate volte, ascoltai questa storia milioni di volte ma soltanto oggi capisco che tutte le volte che uscì questa storia era per il mio bene, mi insegnò che nella vita non basta saper fare un qualcosa, bisogna crederci fino in fondo.






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