21. Estate

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Dario

Non so quanto tempo sia passato quando il dottore mi dà il via libera per andare a vedere Lena nella sua stanza. Sua mamma sta giusto uscendo dalla porta quando mi vede e mi sorride, ma qualcosa nel suo sguardo mi turba e mi lascia una strana sensazione addosso.
Lena è sul letto e sta guardando fuori dalla finestra, sovrappensiero, quasi non si accorge del mio arrivo. Solo quando sono accanto al letto si gira verso di me e mi abbozza un sorriso, che per me vale più degli altri, perché riconosco il dolore che nasconde.
Lena è più pallida del solito, e sembra così fragile: vorrei toccarla, abbracciarla, baciarla, ma ho paura che si spezzi e si sgretoli fra le mie mani.
Rimango in piedi, immobile accanto a lei, e di tutte le cose che vorrei dire, non riesco a dirne neanche una.

Lena

Faceva male solo a pensarlo e adesso che è qui, mi fa male anche vederlo: non credevo che sarebbe mai stato possibile provare un'emozione del genere, lontana da ogni logica comune e da qualsiasi altra cosa abbia mai provato, eppure così concretamente vicina all'amore.
Dario è davanti a me e i nostri sguardi sono cuciti l'uno con l'altro, ma nessuno dei due proferisce parola. In questo momento vorrei soltanto lasciarmi andare, farmi accarezzare dalle sue mani e perdermi nel suo profumo. So benissimo che tra le sue braccia tutto questo si fermerebbe: il dolore, la paura, i sensi di colpa, la delusione, l'inadeguatezza. So che basterebbe un suo abbraccio, ed è per questo che non me lo concedo.

Tiro un sospiro profondo, e sto per distogliere il mio sguardo da lui, quando Dario interrompe il silenzio.
- Ho avuto una paura fottuta. - dice, e le sue parole sono come una bomba che aspettava solo di esplodere.
- Di non rivederti più, di perderti senza neanche saperlo... Ho avuto paura. - ripete, con l'agitazione nella voce, che diventa presto anche la mia.
Avevo paura proprio di questo, quando ti ho conosciuto. Avevo paura di questo, di lasciarti entrate e di incasinarti la vita con i miei problemi. Avrei voluto evitare tutto questo, ma tu sei arrivato con prepotenza e non te ne sei andato. Hai preteso un posto nella mia vita e io avevo bisogno di una persona come te, ho bisogno di una persona come te.
Ma non così...

- Mi dispiace. - riesco a dire: ormai lo ripeto da tutto il giorno, come un disco rotto.
Freno le lacrime che mi bruciano negli occhi come fossero acido. Fermo le lacrime perché se piango adesso, non riuscirò più a parlare, e avrò bisogno della mia voce per ciò che sto per dire.

Dario

- Abbiamo deciso che la soluzione migliore è che io vada in riabilitazione. - sta dicendo Lena.
- Certo. L'importante è che tu stia bene, che tu sia pronta per questo... -
- No, fammi parlare. - mi interrompe lei, lasciandomi interdetto.
Una sensazione pungente inizia a farsi strada lungo la mia spina dorsale.
- La clinica è molto buona, la consigliano i dottori, è molto valida. -
Si ferma, come se stesse pensando, soppesando le sue prossime parole. La sensazione di prima si trasforma in brividi.
- Ma la clinica è fuori città, il che significa che non ci sarò... Per un po'... -
- Non importa. L'unica cosa importante è che tu stia bene, il resto verrà dopo, posso venirti a trovare, ci saranno degli orari di visi...-
- Dario. - mi interrompe di nuovo, questa volta con tono più fermo.
I brividi lungo la mia schiena sono arrivati fino allo stomaco.
No.

- Voglio esserci per te, aiutarti... -
Gli occhi di Lena non mi guardano più, non mi cercano più, puntati in basso verso le lenzuola, lucidi e rossi.
- Devo farcela. Posso farcela. - mi sta dicendo, con voce tremante.
"Certo che puoi, sei più forte di quanto credi" vorrei dirle.
- Ma devo farlo da sola. -
I brividi lungo il mio corpo si fermano improvvisamente, lasciando solo il gelo ad impossessarsi di me.
No no no.
Cazzo no.

Mi siedo e mi avvicino a lei d'istinto, senza pensare al vero significato di ciò che mi sta dicendo. Voglio solo averla vicino, ancora e ancora.
Le prendo la mano e lei mi lascia fare, le do un bacio sulla garza, sopra al polso: non mi importa del sangue rappreso, non mi importa di nulla. Solo di lei.
Lena torna a guardarmi, e ciò che raccontano le sue iridi fa male, molto più di qualsiasi altra cosa.
- Lena, io... -
Ho bisogno di te, ti amo.
-Dario, ti prego... -
I suoi occhi verdi sono duri, ma colmi di lacrime. Le sue labbra sono strette nello sforzo di trattenere tutte le sue emozioni: vuole essere definitiva.

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