Dario
- Quella ci sta provando, sicuro. - mi sta dicendo Francesco, mentre cerca di farmi capire quale ragazza tra le tante lo starebbe fissando incessantemente da più di 10 minuti.
Non capisco perché lui stia qui a parlarmene, invece di andare da lei e presentarsi.
Dopo uno shot di rum e un discorsetto d'incoraggiamento, riesco a convincerlo a buttarsi e lui le si avvicina.
Io raggiungo gli altri al tavolo in terrazza e mi unisco ai loro discorsi da gruppo, discorsi senza capo né coda, senza scopo, senza fondo, fini a sé stessi.
Mi accendo l'ennesima sigaretta della serata, perché sto fumando in compagnia e quando si è in gruppo si fuma tutti di più.
In mezzo alle chiacchiere e al fumo, come un secondo livello che si erge sopra ai discorsi inutili dei miei amici, mi chiedo quale sia il senso di questa messa in scena.
Che poi sono proprio un incoerente: critico tutti loro, le loro chiacchiere superficiali, ma poi eccomi qui, a rispondere e a ridere senza pensare al motivo per cui sto ridendo. Allora in fondo, anche la coerenza, come molte altre cose, è sopravvalutata.- Ciao, Dario giusto? - mi si avvicina una ragazza. È molto carina, i capelli castani e ricci fino alla schiena, gli occhi chiari.
- Piacere, Martina. - si presenta, e io le stringo la mano. So che si sta approcciando perché ha un interesse, e in fondo la cosa mi lusinga.
Ci mettiamo in disparte a parlare, mi racconta della sua università, mi chiede di me: classici discorsi da rimorchio.
Martina indossa un vestitino estivo con i fiori, ed è molto carina, abbastanza da poter attirare la mia attenzione.
Automaticamente, senza pensarci, i miei occhi vanno alle sue braccia, ai suoi polsi, e poi ai suoi occhi. Senza volerlo, sto facendo una lista delle cose che le mancano: i capelli lisci, un bracciale, gli occhi verdi.
Gli occhi di Martina però sono azzurri, sono belli.
Gli occhi azzurri sono sopravvalutati.La liquido con una scusa e torno dai miei amici. Tiro fuori una sigaretta, la rompo e tiro fuori il tabacco. Preparo la cartina lunga e il filtro, e inizio a rollare la mia prossima dose di spensieratezza.
Lena
Stasera mia madre è uscita, e fortunatamente per una volta sono uscita anch'io, così non dovrò subirmi le sue telefonate notturne post-discoteca.
Sofia e le sue amiche mi hanno in qualche modo convinta a venire a questa festa, in un locale di Bologna molto frequentato.
Parlando sempre di cose fuori dalla mia comfort zone, Sofia mi ha fatto indossare i suoi vestiti: un paio di shorts di jeans a vita alta e una t-shirt in pizzo; l'unico oggetto mio che ho tenuto è il largo bracciale nero al polso.
Mi sento un po' a disagio, perché so che questo luogo e questi vestiti non mi si addicono, ma faccio uno sforzo per sembrare naturale.
Sono abbastanza sicura di sembrare una zebra in mezzo ad un branco di leoni.Il posto pullula di persone e Sofia e le altre sembrano conoscere parecchia gente. Io mi tengo in disparte tutto il tempo, fino a che sento nominare da qualcuno un terrazzo e decido di andarci per prendere aria, nella speranza che lì ci sia meno casino.
Dario
Ho finito di girare il mio drum corretto e me lo accendo, tanto qui non controlla nessuno.
Mi allontano dagli altri, poi mi appoggio con i gomiti sulla ringhiera e guardo Bologna dall'alto. Questa città è magnifica e ne sono innamorato, come ci si può innamorare solo dei luoghi e delle opere d'arte.
Inspiro il fumo e lascio che la calma mi pervada, impedendomi di pensare a cose - a persone - che non dovrei avere in mente.
Sto giusto pensando di tornare a cercare la tipa di poco fa, Martina, e continuare la nostra conversazione poco stimolante, quando mi giro e vedo una ragazza appoggiata sulla ringhiera, non molto distante da me.
Ha i capelli lisci e biondi e un bracciale nero e grosso al polso, ma non può essere lei: dove sono i vestiti larghi, la maglia di Otto Disk?
Questa ragazza indossa dei vestiti attillati e mentirei se dicessi che non sto scorrendo i miei occhi lungo le sue forme.
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Chi può salvarci
FanficLe persone si possono incontrare nel più inaspettato dei posti. E scoprire di avere in comune gli stessi demoni nascosti.