14. Taboo

694 32 7
                                    


Lena

Quando mi aveva detto di voler recuperare il tempo perso, non gli avevo voluto credere. Ma più sto insieme a lui e più mi rendo conto di quanto mi sbagliassi.
Ormai passo molti weekend con mio padre e la famiglia di Ginevra a Firenze, e le cose si stanno incastrando alla perfezione talmente bene, che quasi non mi sembra vero.
Ecco perché quando mi hanno chiesto di invitare Dario a pranzo con noi, quasi non ci credevo.
È un po' strano averlo qui, in una casa che è sconosciuta anche per me, circondati dalla mia nuova famiglia che per tanto tempo avevo perso. Non so esattamente come dovrei sentirmi, ma ogni volta che mi perdo nei pensieri, Dario mi stringe la mano sotto al tavolo e io ritorno alla realtà, davanti al suo sorriso incoraggiante.
Averlo qui mi fa bene.



Dario

Non sapevo bene cosa aspettarmi da questa giornata. Avevo già conosciuto Roberto, il padre di Lena, in circostanze poco ottimali, ma non avevo mai incontrato Ginevra e sua madre, Tiziana. A guardarle, sembra di vedere un riflesso: le due sono uguali, i capelli scuri e lunghi, gli occhi grandi e scrutatori. L'unica differenza sono le rughe sul viso di Tiziana.
Sono stati tutti molto accoglienti, ma non riesco a guardare Roberto senza pensare a ciò che Lena mi ha raccontato: un padre assente, che l'ha abbandonata per un'altra famiglia e che non si è più fatto vivo. Lui è l'origine dei mali di Lena, il motivo per cui non lascia entrare nessuno, la ragione per cui teme l'abbandono ed è diventata una persona fredda.
Io la vedo: il modo in cui si irrigidisce quando deve sforzarsi di guardarti negli occhi, o il modo in cui sembra inciampare nelle parole quando deve dire qualcosa di importante o di scomodo, o ancora quando combatte con la sua rabbia e con i suoi pensieri oscuri.
Lei forse non lo sa, ma io vedo tutto questo.
Ho voglia di proteggerla.



Lena

Il pranzo sembra durare un'eternità, ma quando finalmente la tavola è spoglia e le stoviglie pulite, ci ritroviamo tutti in giardino a parlare, mentre Tiziana tira fuori una serie di giochi da tavolo e ci invita a sceglierne uno.
Ogni tanto lancio un'occhiata a Dario, perché ho paura che possa sentirsi a disagio, ma lui è tranquillo e sorridente. Forse sono l'unica a sentire l'ansia addosso.
Ci accomodiamo su delle sedie di plastica bianche, intorno ad un grosso tavolo in marmo: un accostamento piuttosto bizzarro.
Mentre Tiziana apre la scatola di Taboo e dispone gli oggetti sul tavolo, io mi sento nuovamente lontana: mi divido in due e mi osservo dall'esterno. Intorno a me i suoni sono ovattati, come quando stai per addormentarti e all'improvviso ogni cosa sembra essere sommersa dall'acqua.
Non so neanche dove sto guardando, quando sento una voce ergersi sopra a tutti gli altri rumori.
- Allora, pedina viola o blu? - mi sta chiedendo Ginevra, che a quanto pare è in squadra con me.
- Blu. - riesco a farfugliare in risposta.
Dovrei essere felice, e invece...



Dario

L'ironia della sorte vuole che io finisca in squadra con Roberto, mentre Tiziana rimane fuori visto che siamo dispari, e decide di fare da arbitro e controllare che nessuno provi a barare.
Le ragazze stanno vincendo alla grande ed è tutto merito di Lena: abbiamo scoperto a nostre spese che è bravissima a questo gioco.
Di solito anche io me la cavo, ma in questo momento sono troppo nervoso per concentrarmi appieno. So che è la presenza di Roberto a mettermi in soggezione, perché nonostante tutto, percepisco i suoi occhi su di me e so che mi sta studiando. Provo a tollerarlo il più a lungo possibile, ma la verità è che nutro del rancore nei suoi confronti, ed è strano perché a me, quest'uomo, non ha fatto niente.
Ma a lei sì.

È il mio turno di far indovinare la parola, quindi pesco la carta. Quando leggo le lettere che si compongono su quel pezzo di carta colorato, istintivamente mi scappa un ghigno.
Tiziana gira la clessidra col tempo.
- È quella persona che ti tiene in braccio appena sei nato, e che poi ti ama e ti sta accanto per tutta la vita. - dico, sotto l'espressione confusa di Roberto, che non capisce.
- Lui dovrebbe esserci sempre, per te. Per rimboccarti le coperte prima di andare a dormire, per darti consigli. Lui dovrebbe essere quello che quando la mamma ti dice di mangiare sano, ti porta al Mc Donald. Quello per cui nonostante tutto, tu sarai sempre la sua piccola bambina. -
Ho detto una delle parole proibite, e Tiziana se n'è accorta, ma non ha detto niente: forse perché il mio tono si è fatto duro e aggressivo, forse perché i miei occhi si sono incatenati a quelli di Roberto, giudicandolo con rabbia.
C'è tensione nell'aria, talmente tanta che basterebbe una parola sola, quella giusta - o quella sbagliata? - per far esplodere tutto.
- È scaduto il tempo. - dice Tiziana a bassa voce, per spezzare quel silenzio e cercare di recuperare la situazione.
- Zero punti. - ci prende in giro Ginevra, sempre cercando di alleggerire la tensione.
- Peccato, era facile. - sbotto io, abbandonando la carta sul tavolo e lasciandomi andare sulla sedia.
Era facile fare il padre, ma tu non sei neanche un uomo.

Quando mi giro a guardare Lena, lei è pietrificata e sta fissando le proprie mani, intrecciate in grembo. Sento salirmi un nodo alla gola, subito seguito dai sensi di colpa.



Lena

Non so bene cosa sia appena successo, non lo capisco. Mi sento stordita.
Ginevra mi sta dicendo che è il nostro turno, che io devo indovinare le parole, quindi cerco di ricompormi e concentro la mia attenzione sul gioco, per evitare di pensare troppo alle parole di Dario e al silenzio di Roberto.
Durante il nostro turno, mio babbo si alza annunciando che andrà in cucina a prendere da bere per tutti. Un attimo dopo, Dario chiede a Tiziana dov'è il bagno e si allontana dentro casa.

Ginevra sta cercando di farmi indovinare le parole, ma la mia mente è altrove e su 3 ne indovino solo una.
Penso a Dario, alla tensione fra lui e mio padre, che non sembrava esserci mentre eravamo a tavola, probabilmente Dario è stato molto bravo a nasconderlo.
Né lui né Roberto sono tornati, mentre io, Tiziana e Ginevra rimaniamo da sole al tavolo per quella che sembra un'eternità.
- Non lo biasimo, sai. - dice Tiziana, dal nulla.
- Anzi, mi sorprende che non sia stata tu a dire qualcosa a tuo padre. - continua, lasciandomi spiazzata.
- So che non si è comportato bene con te, ma ci sta provando. - aggiunge, guardandomi con dolcezza. Io rimango immobile e la fisso come imbambolata.
- Ci stiamo provando. - conclude poi, facendomi un sorriso debole, ma intenso.
Io non so cosa dire o cosa pensare, perché nel frattempo mille dubbi, paure ed emozioni si sono impossessati di me, togliendomi la voce.
Poi Dario riemerge dalla soglia di casa con delle bottiglie in mano, seguito da mio padre che porta i bicchieri. La tensione è evidente, ma i due fingono che non sia successo nulla e tornano a sedersi ai loro posti.
Mi chiedo se Dario sia davvero andato in bagno, o se abbia spostato la discussione con Roberto dentro casa, ma non mi sento di chiederglielo. O forse non voglio saperlo.
Finiamo la partita di Taboo, da cui io e Ginevra usciamo vincitrici. Tiziana tira fuori la torta di mele che ha preparato e ce ne offre due fette per festeggiare. Tutto sommato, il pomeriggio trascorre in serenità e le tensioni sembrano sciogliersi, ma so che è solo all'apparenza.

- State attenti per strada. - ci raccomanda Tiziana, mentre ci saluta con due baci sulle guance.
- Ci vediamo alla prossima. - sta dicendo invece mio padre, mentre Ginevra ci saluta calorosamente.
- Magari potremmo fare una gita fuori porta. - aggiunge papà, mentre mi abbraccia.
Poi si avvicina a Dario e si stringono la mano in modo quasi solenne, ma quando i loro sguardi si incontrano, riesco quasi a vedere l'elettricità che li lega.
- Magari. - risponde pungente Dario.

Chissà cosa si saranno detti.

_______________________________________

Nel prossimo capitolo:
- Perché pensi che ti giudicherebbe? In fondo è tua amica. - sta dicendo la Gabrielli.
È tornata dalle ferie e la sua pelle è visibilmente abbronzata, i capelli castani leggermente schiariti. Indossa una maglia di un rosso cangiante, insieme a quell'aura di malinconia che ci veste tutti ai primi di settembre.

_______________________________________

Non ho molto da aggiungere su questo capitolo, sinceramente.
Secondo voi cosa è successo tra Dario e Roberto?

Chi può salvarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora