CAPITOLO 4 GOLDEN RABBIT

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"Il più piccolo". E così che mi hanno sempre definito e per certi versi...non mi è mai dispiaciuto.
Mi è stato utile in situazioni "banali", come la fetta più grande di una torta o diritto di scelta su cosa guardare in TV,poi...fu solo una scusa per avere sempre ragione!

Sono nato a Busan,nel modesto quartiere di Mandeok-Dong,nel distretto di Buk,il 1° Settembre 1997, secondogenito di una normale e tranquilla famiglia.
I miei genitori decisero di chiamarmi JUNGGUK, ovvero"Pilastro della Nazione".
Non capivo il perché di questo nome,ero solo un bambino normale, cittadino di una grande Nazione...non avrei mai immaginato che il mio nome,un giorno, sarebbe diventato così importante.

Ho frequentato la scuola elementare e la scuola media a Baekyang,Busan, e fin da piccolo mi sono distinto per la mia capacità di riuscita in qualsiasi campo,dalla scuola allo sport.
Amavo la scuola,mi era sempre piaciuta,mi definirei un vero Nerd,ma lo sport e l'arte erano parte del vero me.

Quando ero piccolo,mio padre mi diceva sempre "ricorda figliolo...il fisico è importante,ma è l'arte a definire chi sei davvero".
Mio padre mi spingeva sempre al massimo,oltre i miei limiti, diceva "se riesci in questo.. niente ti sarà impossibile da superare e affrontare" e aveva ragione.
Su qualsiasi cosa mi buttavo ero il migliore!
Non lo facevo per competizione..(o forse un pochino),ma lo facevo per me stesso e testare le mie capacità,capire fin dove potevo spingermi.

Mi piaceva fare sport,era un calmante naturale contro lo stress della scuola e mi faceva stare bene,tanto che da piccolo avevo deciso di diventare un giocatore di Badminton professionista,lo trovavo estremamente originale.
Ma un pomeriggio,in TV,vidi un'esibizione di G-Dragon dei BigBang,con la canzone "Heartbreaker" e ricordo di essere rimasto senza parole!
Trattenni il fiato per tutta l'esibizione,avevo il cuore a mille e l'adrenalina alle stelle.
Fu lì che decisi che sarei diventato un cantante.

Cominciai a lavorare sodo e mi buttai a capofitto sul ballo e sul canto,che diventarono parte integrante delle mie giornate,della mia vita...di me.
Mi allenavo tutti i giorni dopo la scuola e il fine settimana facevo ore extra per perfezionare o definire un passo.
Ma ricordo un sabato pomeriggio in particolare,che fece vacillare le mie convinzioni: mi stavo allenando,ero super concentrato,quando sentì delle voci in un parco lì vicino
-Hey..su andiamo! Voglio farmi una partita a quel nuovo videogame- stavo lì,nascosto a spiare i miei amici,che con sorrisi smaglianti di dirigevano tutti insieme verso la sala giochi..mentre io...ero da solo.
Gli occhi si fecero lucidi,presi tutto e corsi a casa;ero distrutto a livello emotivo,mi sentivo vuoto e cominciai a pensare che tutto quello che stavo facendo era una perdita di tempo.
Aprì la porta e vidi mia madre che mi dava il "bentornato"
-Oh Jungguk..come mai così presto?!-
i miei occhi si riempirono di lacrime,non volevo vedere nessuno così corsi in giardino e mi arrampicai sul salice piangente dove mi rifuggiavo quando volevo disegnare o ascoltare la mia musica.
Cercai di calmarmi ma scoppiai in lacrime. Mi sentivo messo da parte,non voluto,da quelli che credevo miei amici.
Stavo lì,a sentire il vento insinuarsi tra le fronde del salice, mentre le lacrime scendevano copiose dai miei occhi,senza smettere.
Ero confuso..non sapevo cosa fare..io amavo la danza..ma non avere qualcuno con cui condividere..era questo che mi uccideva..cosa avrei dovuto fare?
I minuti sembrano infiniti;il sole stava tramontando lasciando spazio alla luna,la stessa luna a cui rivolgevo le mie lacrime e i miei dubbi...ma poi sentì un fischio familiare..lo avrei riconosciuto su mille...era mio padre!
È sempre stato il mio migliore amico, l'unico a cui esprimevo i miei pensieri più intimi, l'unico che mi ha sempre ascoltato,proprio come un diario segreto.
Mio padre si sedette sotto il salice e restò in silenzio,sospirai e dissi
-...sto davvero facendo la cosa giusta?!- mio padre sospirò e mi chiese
-..a te piace ciò che stai facendo?!- non mi aspettavo una domanda come risposta e dopo alcuni attimi di silenzio,dissi
-io amo la danza,il canto,la musica...mi fanno sentire libero di esprimere tutto ciò che non riesco ad esternare a parole...ma...mi sento tanto solo..- dissi con un filo di voce
-figliolo...ascolta...tu hai un grande sogno...non tutti possono capire... è l'altra faccia della medaglia! Ma tu sei forte e se vuoi seguire questo sogno devi imparare ad essere ancora più forte, determinato a non mollare..-mi rispose mio padre
-... papà...pensi che sarò felice?!-
-perchè questa domanda?!-mi chiese lui con tono sorpreso
-...se dovessi intraprendere questa strada e mi dovesse mancare la mia "vita normale"?!- mio padre sospirò e mi disse
-... Jungguk...se ami ciò che fai..non rimpiangi il passato-.
Quelle parole mi colpirono l'anima e il cuore e in un attimo calò il silenzio.
Guardai il cielo sopra di noi,ed era trapuntato di stelle;pensavo a quello che mio padre mi disse ma la sua stessa voce mi risveglio
-..figliolo...lo so che ti senti solo e so che il non poter condividere la tua passione con qualcuno ti fa sentire escluso...ma io ho un idea! Ti piacerebbe iscriverti ad uno sport di squadra?!- mi disse amorevole,lo guardai incuriosito
-e quale?!-
-che ne pensi del Taekwondo?!- esclamò sorridendomi,lo guardai ma immediatamente riabbassai lo sguardo
-..ma.. papà...costa troppo...non posso..- mi sentivo davvero in colpa,non potevo permettere che facessero anche questo,mi stavano già pagando le lezioni di danza e mi avevano anche regalato una costosissima chitarra classica,ma mio padre sorrise e dopo avermi aiutato a scendere mi accarezzò la guancia e mi abbracciò forte
-non devi preoccuparti.. a quello ci penso io! Sai che per te,la mamma e Jungjae farei di tutto! Ma se tu vuoi davvero frequentare le lezioni di Taekwondo io ti appoggerò!- lo abbracciai fortissimo e sorrisi..avevo il papà migliore del mondo!

The Wings of Success:Le ali del successo [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora