Andrea
Andai annoiato verso il cameriere e presi l'ennesimo bicchiere di vino bianco, credo fosse il quarto quella sera. Poi ritornai verso la poltrona isolata dalle altre e mi accomodai nuovamente, mentre guardavo i restanti partecipanti intenti a ballare.
Erano passati sei mesi da quando ero arrivato in Missisipi o più precisamente a Jackson. I primi giorni erano stati orrendi, non che ora siano meglio, chiariamo. Comunque mi ero trovato a disagio in una realtà molto diversa da quella da cui provenivo. Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua.
Beatrice aveva fatto il possibile per sistemare tutti i dettagli, partendo dal posto in cui avremmo dormito... Mi aveva parlato di alcune possibili case non troppo grandi, e mi aveva avvisato che a differenza dell'Italia, in questo posto usavano delle casette a un solo piano con garage e giardino.
Successivamente, pochi giorni dopo il mio atterraggio avevo conosciuto James e lo avevo aiutato a concludere un film comico, in tre mesi finimmo e facemmo uscire il lavoro nelle sale. Esso ebbe fin da subito un grande successo e attirò molta gente. Perciò, nonostante la fine delle riprese, restammo tutti uniti per le varie interviste, sfilate, pranzi e altre stupide robe commerciali. Parlando a proposito, mi trovo a una di quelle feste incluse.
Fortunatamente avevo legato molto sia con James, che era diventato il mio migliore amico e con le altre persone. Apparentemente ero più socievole rispetto a mesi prima, ma dentro di me avere così tanta gente intorno mi faceva sentire ancora più solo. Sapevo che molti, infondo, mi stavano accanto solo per approfittarsi della mia immagine e questo feriva.
Spesso mi domandavo come mai fossi lì, in una cittadina degli Stati Uniti. Mi capitava mentre camminavo, mentre bevevo un caffè o mentre ero in macchina, ripensavo almeno una decina di volte durante la giornata a Leonardo e a come si era "messa in pausa" la nostra relazione. Poi mi concentravo sul mio vero obiettivo e allora un po' di forza mi tornava donandomi una briciola di coraggio. Mi ripetevo che nulla era perso e che anzi, dovevo lottare per salvare la persona che amavo.
Guardai un'ultima volta i partecipanti e mi venne il voltastomaco, allora decisi di andare a prendere una boccata d'aria fresca sul balcone. Da là su riuscivo a vedere il fiume illuminato, merito degli innumerevoli battelli animati che ondeggiavano su di esso. Era un'atmosfera felice, di balli divertenti e musica jazz in qualsiasi angolo avessi guardato. Infatti il corso d'acqua mi aveva sempre dato un senso di tranquillità e di nostalgia. Era impossibile dimenticare il passato e rivedevo costantentemente tutte le volte che avevo ballato con Leonardo.
A proposito di lui, chissà come se la stava passando?
Guardai il cielo stellato e sperai che anche lui ovunque si fosse trovato, lo stesse guardando. Fortunatamente quella città non era molto illuminata in alcune parti e poiché c'era molta natura, le stelle si vedevano meglio che a Milano.
Tornando a Leonardo, se tutto il mio piano fosse andato bene, entro un anno sarei riapparso in Italia da lui... Sperando che mi avesse aspettato fino ad allora.
Ritornai con la testa a quando ero arrivato in aeroporto e per sbaglio mi era caduto il cellurare in un laghetto, ero disperato. Non tanto per il telefono, ma perché era la mia unica fonte di comunicazione con Leo. Ero stato talmente stupido da salvare il suo numero unicamente su quel telefono e non sulla sim.
Leonardo d'altro canto, come me, odiava i social e non si era mai registrato da nessuna parte: non l'avrei mai trovato online, non avevo nemmeno nessun contatto con i suoi amici.
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Ho trovato l'amore | Paola Zanei || In Pausa.
Romance(Boyxboy) Seguito del primo libro "L'amore si nasconde dove sa di essere trovato". E se la realtà non fosse quella che ci hanno fatto credere? Cosa si arriva a fare per la persona che si ama? Può l'amore sopravvivere alla distanza? Si sa che esso no...