Alex
Quella sera si presentò davanti ai miei occhi una scena fin troppo surreale, che purtroppo nascondeva del vero.
Eravamo un gruppo di amici composto da due ragazze e tre ragazzi, ognuno fatta eccezione per Leo e me etero, ma ciò che vidi fu tutt'altro. Giulia e Sara stavano sulla pista a dare spettacolo mentre ballavano provocanti e ogni tanto infilavano la lingua nella bocca dell'altra, tutte e due con una presunta cotta che in quel momento era stata dimenticata. Sapevo che era colpa del troppo alcool, ma non mi capacitavo comunque come fosse possibile, loro che da sempre erano solo state migliori amiche.
Spostai il mio sguardo sul palco e vidì Giacomo a petto nudo cantare, davanti a lui un gruppo di ragazzine impazzivano e gli lanciavano reggiseni più qualche "ti amo". Quel ragazzo aveva sempre avuto una bella voce e in un angolino dentro di me speravo che iniziasse a fare il cantante più che l'attore, non perché non fosse bravo in quel mestiere, ma perché ero del parere che quando sei davvero bravo in qualcosa lo notano anche i ciechi; e lui era uno di quei ragazzi che anche quando parlava inseriva una certa melodia nella pronuncia delle parole.
Infine guardai il bancone: Leo era in evidente stato di ubriachezza e stava ordinando l'ennesimo "ultimo bicchierino".
Da quando Andrea era partito per l'America, Leo era lentamente caduto in depressione. Io e i ragazzi avevamo provato di tutto pur di farlo tornare come prima, ma nulla aveva funzionato.
Odiavo quel maledetto regista, aveva usato Leo come una sigaretta di cui poi si era sbarazzato appena ne aveva avuta la possibilità. Non c'erano scuse che reggevano ciò che aveva fatto, non lo avrei mai perdonato. Ma in quel momento non era a lui che dovevo dedicare la mia attenzione.
Andai in direzione del barista e presi Leo per il braccio strappandogli il bicchere dalle mani.
<< Oh che fai? Pezzo di merda.>> Mi urlò contro, ma in mezzo a quel frastuono sembrò quasi un sussurro. << E lasciami porca...>>
<< Non pensi di aver bevuto abbastanza?>>
Leo assottigliò gli occhi e si passo la lingua sul labbro.
<< Anche se fosse?>> Si mise in piedi di fronte a me. << Sono cazzi miei, lasciami in pace.>> Mi urlò nuovamente puntandomi il dito sul petto.
Alzai gli occhi al cielo e sospirai.
Che seccatura che diventava quando beveva.
<< Certo, come no! Sta zitto e torniamo a casa va.>> Dissi cercando di prendergli la mano ma lui la trasse indietro.
<< Voglio restare in questa discoteca di merda e magari scoparmi qualcuno, sono maggiorenne e non ho nessuno, quindi vattene e lasciami in pace.>>
Non doveva andare così, quello non era il Leo che avevo conosciuto e per il quale avevo preso una cotta bella grande.
<< Non è vero che non hai nessuno.>> Gli urlai di rimando. << E io chi cazzo sarei allora?>> Lo guardai negli occhi.
<< NON HO CHI VOGLIO.>> Sospirò. << Va bene?>> Si avvicinò a me e appoggiò la testa sul mio petto. << Scusami... È che mi manca... E io non so...>>
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Ho trovato l'amore | Paola Zanei || In Pausa.
Romance(Boyxboy) Seguito del primo libro "L'amore si nasconde dove sa di essere trovato". E se la realtà non fosse quella che ci hanno fatto credere? Cosa si arriva a fare per la persona che si ama? Può l'amore sopravvivere alla distanza? Si sa che esso no...