Maledette catene di Whatsapp.

38 1 2
                                    

< Andrea

Ho mal di pancia.>> Dissi con il mento appoggiato al gabinetto mentre espellevo tutto lo schifo che avevo ingerito.

<< Prendi questa medicina.>> Rispose Bea dietro la porta.

Cioè un miscuglio di erbe di sconosciuta provenienza create da lei.

Scusa, ma non volevo morire in quel modo.

A questo punto conviene tornare un attimo indietro di qualche ora e rendervi partecipi dell'infernale situazione.

Mi svegliai malissimo per colpa di un incubo su Leonardo. Poi andai in cucina per bere un bicchiere d'acqua ma Minny, durante la notte, pensò bene di aprire tutte le buste di patatine, pop corn, biscotti e spargerle per la stanza includendo perfino il divano che in quel momento, al posto di essere nero, era diventato giallo per quante patatine lo ricoprivano. Allora decisi di farmi una doccia, ovviamente l'acqua calda non voleva sapere di farsi viva. Più congelato che vivo e dopo essermi asciugato, sbattei il mignolo del piede contro lo spigolo e nel piegarmi colpii la testa contro un mobile, perdendo quindi conoscenza.

Quando mi risvegliai, Minny mi stava leccando. Provai ad alzarmi, ma mi accorsi di non riuscire a farlo poiché mi girava la testa, dopo non so quanto tempo andai a sdraiarmi sul letto. Non fu la scelta migliore, per sfogare la frustrazione mi bevvi una bottiglia intera di rum, seguita poi dai burritos trovati sopra il comodino.

Logicamente mangiarli subito dopo il liquore non era stata l'opzione più azzeccata. Mi venne subito lo stimolo del vomito e mi fiondai in bagno, dove, dopo più di un’ora, ero ancora piegato in ginocchio davanti al cesso a vomitare l’anima.

Capii che certe giornate iniziavano male e più andavano avanti, più peggioravano. Non c’era un motivo, semplicemente la vita vi ricordava di quella catena su whatsapp che non avevate condiviso qualche mese prima. Sì, quella che diceva che se non l’avreste condivisa con almeno dieci contatti, il giorno dopo avresti avuto una giornata di merda, ed eccola! Un po' in ritardo, ma sicuramente non avrebbe mai mancato a un appuntamento così importante. Insomma, pensateci bene, rovinare ventiquattro ore. Voi sprechereste l’oportunità di guastare la vita della persona che odiate per ventiquattro ore?!?!

Giusto, forse a qualcuno che mi odiava era stata data quest’opportunità ed ecco perché ogni dieci minuti me ne succedeva una peggiore di quella precedente.

<< Andrea.>> Urlò Beatrice. << Apri la porta o entro dalla finestra.>> Disse diminuendo sempre più il tono della voce.

<< Sappiamo entrambi che non lo farai.>> Sorrisi leggermente.

Il mio bagno dava su una parte del giardino posteriore del vicino, che aveva un bellissimo cane. Non capivamo per quale motivo però, appena l’animale vedeva Beatrice, iniziava a ringhiare guardandola male. Riassunto di come la mia segretaria aveva sviluppato una fobia per i cani.

Non mi alzai nemmeno a chiudere la finestra per non farla entrare, certo che non sarebbe mai andata volontariamente così vicina al cane.

Mi sbagliavo. Qualche secondo dopo, sentii diversi abbai e tantissime urla diventare sempre più forti, poi una sagoma nera saltò dentro il bagno e mi cadde addosso.

<< Non posso credere che tu l’abbia fatto davvero.>> Dissi guardando il suo viso a pochi centimetri dal mio.

Ho trovato l'amore | Paola Zanei || In Pausa. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora