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Il professor Jean-Louis Caspari era nel suo elemento naturale. Da venti minuti cercava con gesti enfatici e parole solenni di avvicinare gli ascoltatori alla letteratura francese tra il Romanticismo e il Realismo,senza tuttavia aspettarsi che gli studenti ricavassero granché dalla lezione. "Se si ricordano anche solo tre frasi,mi reputo già soddisfatto",era solo peelr dire. Era appena arrivato a una delle sue poesie predlferite di Baudelaire,quando la porta dell'aula si spalancó di colpo. Trafelata e rossa in viso,una stufentessa con un cappotto di lana azzurro e basco abbinato sgusció dietro. Accennó un sorriso di scusa,e mentre avanzava cautamente verso il corridoio laterale per andare a sedersi,Jean-Louis Caspari interruppe la lezione e scese dal piccolo podio. Il vecchio professore era noto per la sua abitudine di mettere in imbarazzo i ritardatari. Con un'agilità che smentiva la sua stazza,raggiunse con un balzo l'ultima arrivata e le si paró davanti.

"Sono lieto che voglia assistere alla mia lezione,Mademoiselle...?" Inarcò un sopracciglio in un'occhiata interrogativa. "Castel. Valérie Castel," rispose lei,e così seppi il suo nome,come del resto tutti quelli seduti nell'aula. "Bene,Mademoiselle Castel", replicó il professore allungando la mano,che la ragazza strinse esitando. "Le porgo il mio più caloroso benvenuto tra noi". Con un ampio gesto del braccio disegnó un cerchio in direzione dei circa centocinquanta presenti,che seguivano sghignazzando il dialogo in corso di fianco al podio. "Sfortunatamente la mia lezione é iniziata da..." confinuó rovistandosi platealmente in tasca per tirare fuori l'orologio d'argento, "venticinque minuti. Spero che per lei non sia un problema." Valérie Castel arrossì poi rivolse al professore un sorriso incantevole. "Oh no",disse con una voce chiara che si sentì anche nell'ultima fila. "Se non é un problema per lei,professore,non é un problema nemmeno per me." Notai la lieve contrazione agli angoli della bocca.

I miei compagni si diedero colpetti di gomito e si misero a bisbigliare. Era una risposta insolente,ma data con una naturalezza tanto disarmante che non si capiva bene come interpretarla. Il professor Caspari aveva spirito a sufficienza per ribattere a tono. E,nonostante gli occhi che brillavano dietro le lenti fossero indeboliti dall'età,ci vedeva ancora abbastanza per accorgersi della bellezza,quando la incontrava. Il suo sguardo indugió sulla giovane screanzata,che nel frattempo si era tolta il basco e se lo rigirava incerta tra le mani. "A dire il vero,trovo leggermente irritante che si interrompa la mia lezione,ma a partr questo,di sicuro é un problema più per lei che per me,Mademoiselle. Io,infatti,a differenza sua conosco l'argomento".

Valérie annuì contrita e a quel punto si sentì in obbligo di fornire una rocambolesca spiegazione,che oltre a lei coinvolgeva un povero gattino,un albero troppo alto e un poliziotto gentile. "Non é da me arrivare in ritardo",assicuró con aria candida. "Non succederà più".

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