kitty AU

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Kit Herondale entrò nella sua nuova scuola a passi veloci.
Ormai era abituato a trovarsi sempre in nuove scuole, con nuovi professori e, soprattutto, nuovi compagni.
Suo padre faceva uno di quei lavori in cui non rimani in un posto per più di un anno, massimo, se era veramente fortunato, tre, poi il ragazzo era costretto a cambiare città, e, di conseguenza, a cambiare vita, a cambiare amici.
Kit, dopo quindici anni, aveva capito come funzionava, se non si affezionava a nessuno non soffriva, aveva imparato a stare sempre in disparte, a non attirare l'attenzione, e, dopo anni di pratica, non gli riusciva così difficile.
O almeno, credeva così finchè, durante l'ora di pranzo, quando si era accomodato in un angolino appositamente scelto perché isolato da tutto e tutti, un ragazzo con i capelli neri gli si avvicinò.
Pensava volesse parlare, e subito gli salì un accenno di panico, invece si sedette semplicemente vicino a lui con le cuffie bianche, che stonavano con i capelli molto scuri, da cui si poteva sentire quella che Kit capì essere musica classica.
Sembrava completamente immerso nei suoi pensieri, non sembrava nemmeno essersi accorto della presenza del biondo.
Kit, invece non poteva fare a meno di guardarlo,
com'è bello
pensò, cosa estremamente intelligente, ci mancava solo che il ragazzo gli puntasse un coltello al collo, lui avrebbe pensato comunque alla sua incredibile bellezza.
La prima cosa che si notava nel ragazzo erano gli occhi, li aveva di un grigio intenso, colore estremamente raro, ma bellissimo. Erano occhi in cui sarebbe stato estramemente semplice perdersi. Aveva un espressione distratta, come se stesse pensando a cento, ma anche mille, cose contemporaneamente.
I capelli neri cadevano a ciocche sul viso, e Kit dovette far appello a tutta la sua forza di volontà per non riportarle al loro posto.
Il biondo continuò a fissare l'altro ragazzo, per un tempo che a lui sembrò infinito, finchè la musica nelle cuffie bianche cessò, e il moro ritornò alla realtà.
A quel punto si girò verso l'Herondale ed incominciò a fissarlo, o meglio, quasi a studiarlo come se lui fosse stato un esemplare estremamente raro di insetto.
A quel punto Kit si costrinse a dire qualcosa, qualcosa di estremamente stupido.
"Sei bellissimo"
Complimenti, per l'uscita intelligente cervello, l'avrai spaventato.
Invece l'espressione sul viso del moro rimase impassibile, se non per un leggero luccichio negli occhi, sempre  indecifrabile, ma Kit sperò non significasse che sarebbe scappato da un momento all'altro chiamando la polizia.
Poi suonò la campanella.
Il ragazzo ancora sconosciuto a Kit si alzò e si avviò a lezione.
Il biondo non la prese parecchio bene, voleva conoscere meglio il ragazzo che era riuscito ad abbattere tutte e barriere che aveva messo intorno al suo cuore durante quegli ultimi anni con un solo sguardo.
Ma lui non sapeva ancora che, a distanza di pochi mesi, sarebbero diventati più che amici, avrebbero scoperto di avere più cose in comune di quante tutti e due avevano immaginato durante il loro primo incontro. A distanza di anni sarebbero arrivati ad amarsi, più di quanto entrambi avessero mai amato qualcuno durante la loro vita.
Chissà perché a Kit piaceva tanto Los Angeles... beh forse il paesaggio.
:)

NIENTE RAGA,
Non ho molta voglia di rileggerlo, quindi forse lo pubblicherò soltanto :))))

L'ULTIMA FRASE È COSÌ TRASH AIUTO HAHAHAHA.
Perdonatemi, è anche per me mezza notte... AHAAHHAHA NO, ME LA DOVEVO RISPARMIARE, LO SO.

Mi sa, mi sa, che fa schifo, ma io ci ho provatooo. Migliorerò, promesso.🤠

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