Capitolo 11

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Note: Questo capitolo tratterà in minima parte della violenza sessuale. Se non gradite non leggete!

La mattina dopo la stanza di Kidou era quasi del tutto avvolta nel silenzio; si avvertivano solo il leggero russare di uno e i mugugni sconclusionati dell'altro.

Era presto e il sole si stava svegliando proprio in quel momento. Quasi come se lo avvertisse, anche Kidou si destò dal suo sonno tranquillo, interrompendo il leggero russare e sostituendolo con un mezzo verso infastidito quando si ritrovò un ammasso di capelli scompigliati davanti alla faccia.

Socchiuse leggermente gli occhi, sorridendo al ricordo di quello che era successo la sera prima. Affondò il naso tra i capelli di Fudou e si accoccolò a lui per godersi il calore che sprigionava, restio ad alzarsi.

Cinque minuti dopo si scostò con delicatezza e si sollevò per poterlo guardare in viso. Rimase ad osservare Akio (ormai si era preso la libertà di chiamarlo così) dormire serenamente acciambellato su se stesso, proteso leggermente verso di lui. I capelli erano sempre scompigliati e gli incorniciavano in modo perfetto il viso leggermente spigoloso, le ciglia lunghe e la bocca rosea lievemente schiusa. Ebbe la tentazione di baciarlo ma si trattenne e continuò ad osservarlo con mal celata avidità.

Gli occhi vermigli di Kidou scesero lungo la linea del mento e poi del collo, indugiando più del dovuto sul petto scoperto e non privo di imperfezioni del castano, arrivando all'altezza del ventre dove le coperte coprivano il resto del corpo nudo di Akio.

Kidou sospirò, perso nelle sue fantasie, e con la coda dell'occhio notò come l'orologio segnasse già le sette del mattino. Sospirò sconsolato e rivolse un'ultima occhiata all'altro prima di alzarsi. Andò in bagno per lavarsi e poi si cambiò nella stanza, cercando di non gettare troppo l'occhio sul corpo privo di indumenti di Akio.

Quando fu pronto ad uscire dalla stanza per andare al piano di sotto, gettò un'ultima occhiata al moro prima di avvicinarsi. La sua intenzione era lasciargli un piccolo bacio sulla fronte, regalandogli magari una grattatina dietro le orecchie ancora da gatto, poi però, come un lampo a ciel sereno, le parole che Fudou gli aveva detto la sera prima lo colpirono.

"Ti amo."
Si aveva detto proprio quelle parole.

Si ritrasse immediatamente, guardando ad occhi spalancati il ragazzo addormentato con cui aveva condiviso il letto quella notte. Fudou lo amava, e lui? Cosa provava per Fudou? Lo amava o era stato solo una nottata di sesso? Oppure poteva averlo detto solo trasportato dal momento?

Kidou non sapeva la risposta a quelle domande che gli affollavano la mente ormai confusa. Una cosa però era certa: non poteva non provare nulla per Fudou. Poteva non amarlo ma di sicuro non gli era indifferente perché (dannazione!) ci era andato a letto!

Con ancora mille dubbi, gettò un'ultima occhiata a Fudou (addolcendo lo sguardo inconsapevolmente) ed uscì dalla stanza. Scese al piano di sotto e poi uscì di casa, dimenticandosi completamente di fare colazione.

¬°¬

Kidou non riuscì a reggere ad una lotta di resistenza con i suoi pensieri per più di mezza giornata e all'una spaccata, cioè quando iniziava la sua pausa pranzo, chiamò Sakuma.

"Pronto?"

- Sakuma, sono Kidou. Ho bisogno di parlarti! Possiamo vederci alle 5:30 al solito bar?-

"Wowo amico! Intanto ciao, e poi cos'è tutta questa fretta?"

- Ciao..- rispose Kidou, poi sospirò portandosi una mano a stropicciarsi gli occhi. - Ho fatto una cazzata Sakuma..-

"Va bene, 5:30 al solito bar. Ci vediamo lì."

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