VIII

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Harry amava tante cose del suo lavoro.

Innanzitutto, di sicuro, c'era lo stare a stretto contatto con i ragazzi, vederli crescere, maturare e cambiare con i suoi stessi occhi, ma una grande fetta dell'enorme torta che era la professione dell'insegnante era certamente preparata con una buona dose di cultura al posto della farina e tanta pazienza al posto dello zucchero.

Da quando lavorava alla Brixton State School, poi, si erano aggiunti altri buoni motivi per alzarsi la mattina con il sorriso pur dovendo lavorare per otto ore in un edificio decadente.
Anzi, principalmente era uno: Louis.

Louis che faceva sempre finta di dormire nonostante il suono irritante della sveglia, in attesa di Harry che lo baciasse per spronarlo a svegliarsi e iniziare l'ennesima giornata insieme.

Louis che gli asciugava i capelli in punta di piedi davanti allo specchio mentre lui mangiava al volo un pancake, che spesso nemmeno finiva e che, quindi, veniva spazzolato via dal ragazzo più grande.
(O da Liam che, svegliatosi per colpa loro quando dormivano nell'appartamento a Southbank, entrava in bagno con la scusa di svuotarsi la vescica, ma sono dettagli irrilevanti.)

Ma soprattutto Louis che ormai da giorni non faceva che parlare di quanto fosse orgoglioso di Damian, il quale aveva pronunciato quella tanto bramata sillaba in modo convinto e sereno qualche giorno prima.

Lo avrebbe ascoltato ripetere le solite cose per l'eternità se significava vederlo così sorridente e sinceramente alleggerito da qualunque peso sul petto, come se una semplice parola di due lettere dette da un dodicenne gli avesse apparentemente risolto tutti i problemi della sua esistenza, pagato ogni bolletta, pulito ogni angolo di casa.

"All'uscita gli ho chiesto se gli servisse una mano a mettere a posto lo zaino e lui mi ha detto di sì." raccontò l'insegnante, con una mano sul petto e gli occhi luccicanti mentre guardava Harry, che lo ammirava a sua volta come se fosse un lumino acceso in una stanza buia. "L'ha proprio detto a voce alta, dando anche un colpo di tosse prima. È una leggenda, una fottuta leggenda."

Attraversarono il corridoio che portava all'ingresso dell'istituto l'uno accanto all'altro, incuranti del fatto che avrebbero potuto incuriosire qualcuno o, peggio ancora, far storcere loro il naso.
Insomma, non si stavano né tenendo per mano né sfiorando, ma era evidente la loro complicità fisica anche nel modo in cui camminavano vicini.
"Sono così fiero di voi." espirò quasi tremante Harry, con gli occhi inevitabilmente lucidi mentre Louis saltellava verso l'uscita, felice.

"Io non ho fatto niente." rise piano il maggiore, camminando all'indietro per stare faccia a faccia con il suo ragazzo e girando anche verso destra, diretto verso la porta con il vetro filato.
"No, tu hai fatto tutto." lo corresse, aprendo la porta per lui e sfiorandogli la mano mentre lo invitava ad uscire, con un sorriso stanco sul volto che solo un professore delle medie poteva avere a metà maggio. "Sei una forza della natura." continuò, per poi afferrargli la mano e intrecciare le loro dita davanti agli sguardi confusi e increduli di alcuni studenti più grandi che stavano aspettando, probabilmente, i loro amici per prendere l'autobus insieme.

"Harry." lo redarguì Louis, guardandosi intorno con il cuore che batteva all'impazzata, all'improvviso serio in ogni tratto del bel viso. Era un fortuna che l'ultima campanella fosse suonata già da un pezzo e che quindi il cortile anteriore della scuola fosse quasi completamente vuoto.
"Mh?" chiese, fingendo un'innocenza ben lontana dalla realtà mentre, addirittura, chiudeva la porta con la mano libera e si portava quella intrecciata a quella di Louis alle labbra, stampandone un bacio dolce sulle falangi tatuate.

"Sei pazzo." rise il più grande, venendo subito trascinato dal suo ragazzo mentre correva in fretta verso la sua enorme macchina nera nel parcheggio fuori dalla scuola, che aprì lo sportello e lo fece salire al volo prima che qualcun altro potesse assistere alla scena da commedia romantica che sembrava stessero recitando.

It's just a spark but it's enoughDove le storie prendono vita. Scoprilo ora