IX

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Se c'era una cosa che Harry amava del suo appartamento era proprio il fatto che fosse luminoso.
Non importava che si fosse in cucina o in camera da letto: c'era sempre luce, il sole filtrava da ogni vetrata o finestra cristallina.
Ed era un bella vittoria da intascare se si pensa che così poteva ammirare ogni mattina i capelli del suo meraviglioso ragazzo ancora addormentato che diventavano fili di preziosissimo oro, abbinati ai suoi occhi assonnati che puntualmente lo facevano sentire osservato da due perfetti diamanti azzurri.
O due zaffiri.
Forse topazi, o acquamarine.

Harry aveva passato parecchie mattinate a chiedersi quale pietra, quale gemma si avvicinasse di più alle iridi variopinte di Louis, ma senza mai trovare una risposta degna.

Anche quella domenica mattina, quindi, era rimasto a interrogarsi su quale tonalità precisa avrebbero assunto gli occhi profondamente addormentati del più grande, su quale colore avrebbe dovuto aggiungere quel giorno all'enorme tela che ormai tanto bianca non era più.

Si girò piano tra le braccia del maggiore, facendo collidere il petto coperto da una leggera t-shirt nera con il suo anziché con la sua schiena nuda, ancora marchiata dai graffi lasciati da lui stesso qualche ora prima.
Doveva ammetterlo, era bello sentire Louis vivido contro la sua pelle, come se le unghie lo avessero appena impresso in un momento di piacere fuori dal comune.
Poggiò la fronte tra le sue clavicole, lasciando poco sotto dei baci pigri da sopra la maglietta, con l'intenzione di svegliarlo dolcemente e non con la solita fretta e furia che coglieva entrambi quando dovevano scappare al lavoro e pensare a chissà quale stratagemma per non farsi vedere nella stessa macchina all'ingresso.
(Spesso chi dei due non stava guidando scendeva all'angolo prima della scuola e camminava fino al parcheggio dei docenti, ma altre volte semplicemente facevano finta di dimenticarsi.)

Harry fece scivolare una mano sotto il cotone scuro della maglietta di Louis, sfiorandolo con i polpastrelli su tutto il fianco ben definito e tracciando un confine invisibile che collegava le fossette di Venere alla base della schiena e le scapole evidenti per la posizione in cui stava dormendo, ossia con un braccio piegato sotto la testa e l'altro ancora a penzoloni vicino al sedere del ragazzo. Quando il riccio appesantì leggermente il tocco al centro della schiena, poggiandoci completamente la mano e avvicinandolo a lui, un piagnucolio lasciò la bocca socchiusa di Louis, che prontamente Harry baciò con delicatezza e con un enorme sorriso sulle labbra.

"Perché sei ancora a letto?" fu la prima cosa che domandò il più grande, ancora ad occhi chiusi e con la voce roca dal sonno in cui, in parte, ancora stava nuotando bellamente.
Harry si diede una spinta con la mano sulla schiena del ragazzo per tirarsi ancora più su e fronteggiare Louis, poggiando la testa sul suo stesso cuscino. "Perché è domenica e voglio approfittarne per stare in un letto caldo con la mia persona preferita al mondo." canticchiò il riccio, per poi ridacchiare e stampare dei piccoli baci su tutto il viso piacevolmente infastidito dell'altro.

"Penso che se ci fosse Emma Watson in questo letto me ne accorgerei." biascicò, soffocando uno sbadiglio contro una mano mentre con l'altra accarezzava piano i capelli di Harry.
"È una delle persone migliori in questo pianeta, ovviamente te ne accorgeresti!" commentò fintamente offeso, per poi ridacchiare e sussurrare un "Mi riferivo a te, stronzo." ad un respiro dalle sue labbra, tirandogli piano quello inferiore.
"Hai dei gusti davvero discutibili, allora." continuò senza mai aprire gli occhi, per poi togliersi il lenzuolo di dosso con un movimento del piede. Era una persona freddolosa solitamente, ma Harry era una stufetta umana e le temperature stavano iniziando ad alzarsi con l'arrivo della fine del mese di maggio.

"Smettila." tagliò a corto il più piccolo, prendendogli il volto con entrambe le mani per poi baciarlo con forza a bocca chiusa finché il più grande non gli strinse piano il braccio, avvisandolo di star finendo il fiato. "Buongiorno, amore." mormorò poi, sorridendo con una sola fossetta sul viso e stampandogli un bacio sulla punta del naso lentigginoso.
"Le persone starebbero meglio la mattina se ricevessero un bacio sul naso." citò, rimanendo sbalordito quando Louis aprì finalmente le palpebre, facendo sì che un raggio di sole gli colpisse proprio le iridi cerulee.

It's just a spark but it's enoughDove le storie prendono vita. Scoprilo ora