3. Una lampada al neon

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Suonano alla porta, dovrebbero essere Adriano e Federica. Finisco di vestire i due monelli e mi presento in soggiorno dove Niccolò sta parlando con i nostri ospiti.

"Ecco la nostra mamma! Come stai Andre?" mi chiede Federica abbracciandomi. Da quando l'ho conosciuta è sempre stata una ragazza d'oro e se non ci fosse lei a darmi una mano con Tommaso e Leonardo non saprei veramente come fare.

"Bene, anche se qui qualcuno è particolarmente agitato oggi" rispondo sorridendo. La creaturina che mi porto dentro da ormai cinque mesi oggi si è fatta sentire parecchie volte.

"Mai come quei due che già c'avete! Tommaso oggi pomeriggio m'ha fatto morire" dice Adriano facendo una faccia sconvolta, non so come dargli torto dato che ultimamente quella peste di Tommaso sta assomigliando sempre di più a suo padre per quanto riguarda atteggiamenti e modi di fare. Per non parlare di come si esprime a parole, questo appena diventa un po' più grandicello ci farà diventare pazzi. Non che adesso siano tutte rose e viole, anzi quando si mette a litigare con suo fratello e vuole avere ragione non c'è santo che tenga. Fortunatamente Leonardo non è testone come lui ed è un po' più diplomatico, quindi quando vede che suo fratello non vuole assolutamente sentire ragioni si tira indietro e lo lascia fare. Almeno lui è un po' più calmo di quel terremoto di Tommi.

"Regà io c'avrei pure fame, se nun ve dispiace se mettemo a tavola" Niccolò va a chiamare i gemelli che sono rimasti nella loro cameretta a giocare e finalmente ci sediamo a tavola.

"Ciao zia! Dopo mi racconti quella storia di oggi?" chiede Leo mentre Niccolò lo sistema sulla sedia e gli infila il bavaglino di Spiderman.

"Zio dopo giochiamo con le costruzioni così ti faccio vedere come sono diventato bravo" Tommaso allunga le braccia ad Adriano che se lo prende in spalla e gli fa fare un giro del soggiorno e della cucina a mo di aeroplano.

"Prima mangiate e poi fate tutto quello che volete" dico iniziando a mettere la pasta nei piatti.

"Anche giocare con il pallone?"

"Tommaso no! Il pallone in casa sai che non si usa"

"Ma uffa ieri con il papà lo abbiamo usato" dice mettendo il broncio e sbuffando.

"Che cosa avete fatto ieri?" chiedo guardando Niccolò con gli occhi sbarrati. Non cambierà mai.

"Ehm... Niente... Perchè...?"

"Ma dai papà tanto ormai Tommi gliel'ha detto. Ieri abbiamo giocato con il pallone che ci ha regalato lo zio Stefano e abbiamo anche fatto un pasticcio... Piccolo però mamma"

"Certo che voi due non siete capaci di stare zitti eh!" esclama Adriano ridendo come un matto. Io li strozzo tutti e quattro.

"Sentiamo. Cosa avete combinato?" chiedo aggrottando le sopracciglia e sedendomi a tavola.

"Ma niente piccolè" fulmino Niccolò con lo sguardo che subito si gratta la nuca, consapevole di averla pestata bella grossa.

"Il papà ha rotto il vaso della nonna" la voce della verità. Leonardo tiene gli occhi bassi e Tommaso fa finta di niente. Io non so davvero cosa fare con questi tre. L'ho detto che mi faranno santa.

"Ma io dico ma sei impazzito? Posso capire loro due che sono piccoli e non hanno ancora il senso della balia ma tu Niccolò sei fin troppo grande! Cosa devo fare con voi?"

"Mamma fallo dormire nella cuccia di Spugna e Chiara" il silenzio viene rotto dalla vocina di Tommi, inutile dire che tutti scoppiamo a ridere. Non riesco ad essere arrabbiata con i miei uomini, trovano sempre il modo di scamparla.

"Me pare n'ottima alternativa Andrè, ce lo vedo Moriconi nella cuccia" dice Adriano ridendo a crepapelle.

"Ringrazia che ce so i bambini sennò t'avrei già ammazzato de botte" sibila Niccolò tirando un calcio sotto al tavolo ad Adriano. Peccato che abbia preso la mia di gamba lo scemo.

Piccoli Istanti || Niccolò Moriconi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora