5. Mare

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Era da un po' che a Niccolò balenava nella mente l'idea di andare in vacanza solo noi quattro e quello che si è inventato quest'anno mi ha veramente lasciato senza parole: un mese negli Stati Uniti. Quando mi ha dato i biglietti aerei e detto delle sue intenzioni sono letteralmente rimasta senza parole, lui che ha una paura folle dell'aereo decide così di punto in bianco di farsi quasi 24 ore di viaggio tra andata e ritorno.

I gemelli poi hanno dato di matto, correvano per casa urlando come dei pazzi che sarebbero andati a trovare i supereroi e ci sono voluti almeno due giorni per calmarli.

Finalmente una vacanza solo noi quattro. Per la prima volta dopo tre anni Niccolò è riuscito a portarci al mare senza tutti i nostri amici, i gemellini all'inizio erano un po' abbattuti per la scelta fatta dal loro padre ma poi si sono ricreduti quando li abbiamo portati in spiaggia.

Per non parlare del viaggio in aereo, con Niccolò che continuava a borbottare frasi sconnesse sottovoce cercando di distrarsi, Tommaso che ha iniziato a urlare contro un bambino tedesco perché secondo lui non era un bambino ma una bambina e Leonardo che ha avuto un attacco di asma proprio mentre stavano per decollare. Insomma le premesse non erano delle migliori, ma una volta che tutti e tre si sono messi calmi e tranquilli il viaggio è stato un piacere.

Dopo essere atterrati e aver recuperato i nostri bagagli, siamo andati in hotel dove ovviamente Niccolò ha prenotato la stanza più grande perché, a detta sua, è molto più comodo stare in grande piuttosto che in stretto e così ci siamo ritrovati dentro a quello che io pensavo fosse un mini appartamento: due camere da letto enormi, un soggiorno con tanto di divano letto e un balcone spropositato con una vista spettacolare.

"Ma sei impazzito?" chiedo entrando nella stanza e rimanendo a bocca aperta.

"Ma va amò, se dobbiamo fa 'na vacanza almeno famosela bene. E poi siamo in quattro, o spazio ce vole tutto" mi risponde facendo scendere Tommaso dalle spalle e chiudendosi alle spalle la porta.

"Ma Niccolò... Va bene che lavoro da un avvocato e i soldi non ci mancano però... Non è un po' eccessivo?" obietto preoccupata. È vero che non ci manca nulla e che economicamente non stiamo affatto male ma non voglio che lui organizzi tutto e che usi solo ed esclusivamente i suoi soldi, sopratutto se si tratta di cose che possiamo benissimo dividere.

"Andrè no. Per voi vojo solo er mejo. E poi piccolè noi dobbiamo ancora fa 'rviaggio de nozze no? Quindi non è esagerato"

"Ma Nic..." cerco di ribattere ma vengo zittita da mio marito che mi mette un dito sulla bocca e mi fissa intensamente.

"Amò basta. Era 'na sorpresa e 'nte devi preoccupà"

"Niccolò il discorso è un altro, lo sai che odio quando fai così" dico incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio.

"Hai ragione, pure io odio quanno prendi e cose pe loro e nun me lo dici, fai sempre de testa tua. Fidate piccolè che questo è 'ncazzo in confronto a quello che fai per me e per loro tutti i giorni"

"Ma cosa c'entra? È un altro discorso..."

"Amò la chiudiamo qua. Basta. Se l'ho fatto è perché me andava de farlo, i soldi nun ce mancano e 'nte devi preoccupà de niente. Siamo una famiglia e se io voglio portarvi sulla luna vi porto. Va bene?"

"ANDIAMO SULLA LUNA? QUANDO PAPÀ?" urlano in coro i gemellini mentre saltellano da una parte all'altra della stanza.

"Ah non lo so belli de papà. Bisogna vede se la mamma è d'accordo, oggi c'ha voja de fa polemica" dice prendendoli entrambi in braccio e guardandomi con aria di sfida.

"Io polemica? Ma hai proprio un bel coraggio!" ribatto sbuffando. Per fortuna viene Leo in mia difesa. 

"Papà ma basta fare i dispetti alla mamma uffa!"

Piccoli Istanti || Niccolò Moriconi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora