Anna si trovava raggomitolata sul divano chiaro di Jillian, con le ginocchia al petto e il viso basso, celato dai suoi capelli.
Dopo che il fidanzato e i suoi amici se ne erano andati, tutta la sua rabbia repressa si tramutò in profondo sconforto.L'amica era andata a prepararle un tè caldo; non aveva bisogno di chiederle spiegazioni riguardo la sua aggressività nei confronti di quei ragazzi, ormai lo sapeva bene dopo tutte quelle volte in cui Anna le si era confidata. Non ci voleva un genio laureato in psicologia per capire che quella ragazza era stressata fino al midollo.
Tornò in salotto con in mano una graziosa tazza color lavanda, il quale contenuto fumava ed emanava una piacevole aroma nell'aria. Anna però non sembrava intenzionata a sedersi composta e continuava a nascondere il viso.
Jillian la guardò per qualche secondo con fare avvilito, anche se nel profondo un ghigno iniziava ad allargarsi.
«Sai cosa ti ci vorrebbe? » le disse, sedendosi affianco a lei «Uno strizza cervelli!»
«Non ho intenzione di pagare qualcuno per ascoltare i miei pensieri... » borbottò la mezza gatta.
«Non devi pagare nessuno... Ci sono io! Ci sono stata dall'inizio... Cioè... Da quando mi sono trasferita...» ridacchiò appena.
Anna alzò la testa e la guardò: era palesemente stanca e al limite della sopportazione. Jillian invece sorrideva tranquilla.
«Andiamo... Dimmi tutto quello che ti passa per la testa. Troverò il modo di consolarti. »
«E... E come potresti fare? » le chiese Anna, poco convinta.
«Fidati cara... » si portò una mano sul collo ed iniziò a giocherellare con la catenina della sua collana «Io ho una stretta etica contro le bugie... »
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Lyon risalí il tunnel verso l'alto più veloce che poteva, non curandosi della sporcizia che volava sui suoi vestiti, non era quella la cosa più importante al momento.
Cico e Giorgio lo seguivano a ruota, non sapendo come fare per aiutare, infatti oltre ad essere preoccupati si sentivano anche inutili.Una volta usciti dal buco, Lyon non attese neanche un attimo ed iniziò a correre verso la loro base, per poi teletrasportarsi a casa. Correva come un vero incosciente, non badando a ciò che gli stava intorno, infatti rischiò più volte di essere aggredito dagli Eyes in the dark, che per ripicca rallentarono un po la corsa degli altri due.
Il leader non aveva una chiara idea su cosa potesse accadere alla sua fidanzata ma gli stavano ronzando in testa così tante macabre ipotesi che bastavano per convincerlo a muoversi.
✦✧✧ casa di minecraft ✧✧✦
Intanto Anna stava parlando a manetta, agitava nervosamente le braccia e faceva avanti e indietro per la stanza.
«Cioè.. É proprio incoerente... Lo strangolerei!!! Anzi... Stasera, appena torna a casa... Lo strangolo!!!»
«Ma non attenteresti mai seriamente alla sua vita, vero? » le chiese Jillian, comodamente seduta sul divano; la sua testa si muoveva a destra e a sinistra seguendo la marcia dell'altra e non perdendola di vista un attimo.
«Eh no, non sarei mai capace di fargli del male seriamente...»
«Però ritieni che si meriterebbe qualcosa di maluccio... »
Quell'affermazione immobilizzò Anna al centro della stanza.
Stava riflettendo su quelle parole, sapeva che sotto sotto, nei meandri più profondi della sua testa, stava pensando ad una cosa simile. Era una più casuale coincidenza oppure Jillian era davvero in grado di leggere nella mente?
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𝑻𝒉𝒆 𝒔𝒐𝒖𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒓𝒆𝒗𝒆𝒏𝒈𝒆 ❬𝚆𝙶𝙵 𝙵𝚊𝚗𝙵𝚒𝚌𝚝𝚒𝚘𝚗❭
Fanfiction𝑻𝒓𝒂𝒎𝒂: ᴜɴᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ᴅᴏᴠᴇ ʟʏᴏɴ ᴇ́ ᴛᴏʀᴍᴇɴᴛᴀᴛᴏ ᴅᴀʟʟᴀ ᴄᴏᴍᴘᴀʀsᴀ ᴅɪ ᴜɴ ɴᴜᴏᴠᴏ sᴄᴘ, ᴅɪ ᴄᴜɪ sɪ ᴘᴏʀᴛᴀ ɪʟ ᴘᴇsᴏ ɴᴏɴ sᴏʟᴏ ɴᴇʟ ᴍᴏɴᴅᴏ ᴀ ʟᴏʀᴏ ᴅᴇᴅɪᴄᴀᴛᴏ ᴍᴀ ᴀɴᴄʜᴇ ɴᴇɢʟɪ ᴀʟᴛʀɪ ɪɴ ᴄᴜɪ ᴠɪᴠᴇ ᴄᴏɴ ɪ sᴜᴏɪ ᴀᴍɪᴄɪ. ᴍᴇɴᴛʀᴇ ᴅᴀʟʟ'ᴀʟᴛʀᴀ ᴘᴀʀᴛᴇ ᴀɴɴᴀ ᴇ́ ɪɴғᴀsᴛɪᴅɪᴛᴀ ᴅᴀʟ ʀɪᴛᴏʀɴᴏ ᴅɪ...