Capitolo 11

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“Non ci posso credere” urlo aprendo la busta, abbraccio forte Josè e gli do un bacio sulla guancia poi ricomincio a saltare

“Abbiamo vinto lo scudetto mentre dormivo?!” Davide entra in camera frastornato

“No ma guarda qua” gli metto i biglietti per andata e ritorno da Monaco davanti agli occhi

“Wow allora devi cambiare casa” ride

“Si ma non fa niente” alzo le spalle poi controllo la data, 30 settembre, il mio compleanno

“Non potevi farmi regalo più bello” lo abbraccio ancora

“Consideralo il mio regalo anche se anticipato”

“Perché lo ha fatto?”

“Perché non posso fare a meno di volerti bene e vederti felice mi far star bene”

“Grazie mille davvero, sei un amico” poi guardo Kostas

“Lo so che ti sto sulle palle e sicuramente vederti felice ti infastidisce ma vedi di tacere con mio fratello almeno per una settimana poi ci parlo io”

“Si tranquilla” va via mogio, ha pure il coraggio di fare l’offeso

“Rimani a dormire qui cos’ ti abitui a casa?!” ride Davide

“Non farei così lo spiritoso fossi in te perché sono capace veramente di piombarti a casa”

“Non fatico a crederlo, comunque mi ritiro nelle mie stanze buona notte” torna di là

“Senti ma se veramente rimani qui, ormai è tardi e non voglio che torni a casa da sola”

“Va bene mi metto di là sul divano”

“Non se ne parla mi ci metto io”

“Si così io devo dividere la camera con questo essere” indico Kostas che intanto è tornato a letto

“Su non fare la bambina” addolcisce lo sguardo

“Eh va bene” sospiro, mi preparo e mi metto a letto. Non riesco a dormire così mi alzo, vedo Kostas dormire e mi fa tenerezza, sembra un bambino potrei anche perdonarlo alla fine non l’ha combinata così grossa e poi gli voglio bene. Quanto sono sentimentale la notte, scaccio quel pensiero e vado sul balcone ma prima passo in salone e mi casca l’occhio su Josè che dorme beato senza maglia, effettivamente ci avevo visto lungo la prima volta, è un fico. Rimango a guardarlo per un po’, mi chino per dargli un bacio in fronte ma prima che potessi andare via mi prende per un braccio, è sveglio il paraculo, senza dire nulla mi fa posto sul divano letto e mi abbraccia come se stesse ancora dormendo, all’inizio mi oppongo ma alla fine penso che non c’è nulla di male siamo solo amici.

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“Bè calcolando che è passata un’ora dalla cena e nessuno dei due è ancora morto possiamo dire che abbiamo fatto un buon lavoro” Radja guarda l’orologio

“Si direi di si” rido ma so che è il momento di affrontare il discorso, sono le due passate e devo anche tornare a casa

“Comunque sono venuta qui per un motivo preciso” mi schiarisco la voce e lui si fa serio

“Bè lo immaginavo, ti ascolto”

“Mi manchi, semplicemente questo insomma siamo sempre stati amici e poi si è rotto qualcosa…”

“Da quando ci siamo fidanzati si” finisce la frase

“Già e mi dispiace perché alla fine è giusto che siamo felici per conto nostro ma ciò non deve contrastare la nostra amicizia”

L'amore è una cosa sempliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora