Capitolo 17

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Io e Radja non ci siamo più ne visti ne sentiti e sta sera andiamo a ballare tutti insieme come ogni sabato. Non ho ancora trovato la risposta che cercavo perché alla fine con Davide sto bene e mi dispiace lasciarlo poi non so bene cosa provo per il belga l’ho sempre considerato un amico, o forse no. Mi metto le mani in testa, sto impazzendo.

“Sara” la voce di Giulia mi riporta alla realtà

“Dimmi” sorrido

“Questo ti piace?” mi fa vedere un vestito, siamo in centro a fare un po’ di shopping sta sera, almeno lei vuole essere perfetta.

“Non tantissimo preferisco quello” indico un vestito rosso forse un po’ corto e alla mia amica brillano gli occhi

“Perfetto” batte le mani

“Camilla” gira per il negozio cercando Cami che ancora non ha fatto pace con Lukasz

“Saraaaa” Camilla mi chiama e mi fa vedere il suo vestito

“Si mi piace” la mia amica sorride soddisfatta e va a pagare, Giulia finisce di comprare le ultime cose e cambiamo negozio, l’unica che non ha ancora trovato nulla sono io anche perché non sto facendo molta attenzione a quello che vedo

“Allora lì prendiamo le scarpe e poi andiamo giù verso piazza di spagna per il vestito di Sara” sento dire a Giulia, annuisco meccanicamente e ricominciamo a camminare. Si provano qualcosa come otto paia di scarpe e finalmente riesco a trovare anche un vestito per me. Torniamo a casa poco dopo le quattro e mi butto sotto la doccia senza nemmeno mangiare tanto vado a casa di Davide, mi cambio ì e raggiungiamo gli altri casomai pranzo con lui.

“Allora ci vediamo lì?”

“Si Cami a dopo” esco a mi dirigo a casa di Davide.

“Salve a tutti” entro

“Caio, Davide è in camera, dorme” ridacchia Josè che ha sul letto quattro camicie diverse

“Quella bianca è bellissima”

“Allora mi metto quella, grazie per il consiglio” gli sorrido e raggiungo Davide, mi sdraio vicino a lui e mi addormento.

******

Guardo il calendario, mentre mi strofino i capelli, mancano dieci maledetti giorni. Mi manca, non lo nego ma mi sto abituando alla sua assenza e poi c’è Josè, sta sera spero che accada qualcosa.

“E’ corto, non esci così” Ale mi porta il vestito in camera

“Si ciao Alessà” rido

“Non scherzo, è una maglietta non un vestito”

“Stiamo tra di noi e poi voglio farmi notare da una persona..” abbasso lo sguardo

“Chi?”

“Josè” mio fratello sbuffa

“E’ troppo grande e poi a lui non interessi fidati, senza contare che non hai bisogno di quei vestiti per farti notare”

“Io voglio provarci, alla fine mi sta sempre accanto magari qualcosa per me la prova ma non lo sa”

“Non farti tute queste pippe mentali, Josè è uno tosto se voleva qualcosa da te l’aveva già ottenuta” va via scuotendo la testa. Forse ha ragione ma io voglio provarci lo stesso, alle brutte gli dico che avevo bevuto. Mentre tiro fuori le scarpe sento un tintinnio, guardo per terra e vedo l’anello che Mehdi mi aveva regalato, lo avevo nascosto perché avevo tolto tutto quello che me lo ricordava ma a quanto pare esce sempre fuori un particolare che mi costringe a ricordarlo. Decido di farmi del male, tiro fuori l’album con le nostre foto, mi metto l’anello al dito e chiudo la porta. Scorro le foto e ricordi mi affollano la mente, senza accorgermene inizio a piangere, mi rendo conto che sono passati si e non dieci giorni e mi manca da morire, altro che abituata alla sua assenza, io ho bisogno di lui. Sento la porta aprirsi ma non faccio in tempo a nascondere le foto

L'amore è una cosa sempliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora