lo scontro

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……… Ops mi scusi……..
Un colpo, uno scontro e poi una voce calda e seducente che pronuncia quella frase. Era
una calda mattina d’estate in quel di Otranto e, un paio di penetranti occhi color cielo, in‐
corniciati in una criniera color rame legata a coda alta e due labbra rosso fuoco pronun‐
ciano quella frase; il classico urto che avviene fra due persone che guardano entrambe
dalla parte opposta; il rimbombo di quella voce richiamò la mia attenzione e con lo
sguardo seguii quella donna mentre si allontanava scorgendo, un paio di cosce che scom‐
parivano in un leggero vestitino estivo quasi trasparente che tradiva anche il gonfiore in
corrispondenza della fica e l'assenza del reggiseno. Io sono questo, sono un.sogno.erotico,
lascio che la mia mente vagabondi fra le calde ed eccitanti emozioni che una donna può
regalare. Ogni spunto alla provocazione e all’eccitazione sessuale non mi sfugge neanche
quando questo è celato oppure apparentemente non esiste e, lo trasformo in parole e, in
quella donna, c’erano tanti richiami al piacere puro, c’era tanto da osservare e c’era tanto
da scrivere. Nei giorni successivi la rividi più volte e, con calma, potei finalmente apprez‐
zare per intero il suo corpo: bella in viso con lineamenti minuti e definiti, la pelle chiara
color latte e a tratti rossa come dei nordeuropei dopo l’abbronzatura, due seni piccoli ma
sodi con i fieri capezzoli a tenere su la stoffa dei suoi leggeri indumenti. Iniziai dunque a
seguirla e non mancò di rendersene conto ricambiando la mia presenza con occhiate am‐
miccanti e sorrisi di approvazione. Seduta al bar, con le cosce accavallate mostrava quasi
la fine delle sue gambe e l’inizio dei luoghi dove il piacere si concretizza, entrando nelle
calde acque salentine, evidenziate da brasiliane dai colori sgargianti, si potevano apprez‐
zare le natiche sode e lo stretto canale fra di esse che conduce a luoghi dove un cazzo tro‐
va il giusto appagamento. Il fatto che lei ricambiasse i miei sguardi, che la cosa non la in‐
fastidisse mi fece pensare che potevano superare la penna e la carta e concretizzare il tut‐
to in qualcosa di più serio magari, una cosa a tre e dunque, si rese necessario l’approccio
di persona: nella mia mente, la vidi stretta fra due cazzi che si lasciava andare ad ogni ge‐
nere di sproloquio mentre gli spasmi del mio orgasmo e di quello del suo uomo la farci‐
vano fin dentro l’anima di sperma oppure, mentre era in ginocchio di fronte a noi a la‐
sciarsi fare una doccia di sborra dopo averci regalato un pompino con quelle labbra rosse
e carnose; le vacanze però, finirono prima che potessi provarci e infatti, un giorno non la
vidi più segnando la fine di tutte le mie speranze di poterla conoscere più a fondo. Rima‐
si ad Otranto ancora alcuni giorni e, girovagando per le vie, altri spunti mossero la mia
immaginazione e la mia penna: le donne d’estate sono in grado di scaldare più del sole
stesso ma, quell’estate come lei nessuna. Ebbi spesso l’impressione di rivederla ma, erano
solo residui di un ricordo che aveva allietato quei giorni di vacanze che presto finirono
anche per me.

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