FUTURE VISIONI

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Tutto era iniziato con la prima pioggia acida, il 3 settembre 2056, le coltivazioni ovunque andavano distrutte.
Carestie, fame, malattie…
Il cibo era diventato irreperibile, per anni eravamo morti di fame.
Il mondo stava andando incontro al suo triste destino, i governi affermavano che tutto era sotto controllo, ma non era così. Anni di continuo inquinamento si stavano riversando sulla nostra terra. A questo si aggiunsero le esplosioni atomiche, dieci anni dopo ch’era iniziata la guerra tra USA e Cina. Entrambi i colossi avevano cominciato a bombardarsi destinando l’umanità al collasso. Flotte di popolazioni erano migrate da questi territori, dove la radioattività mossa dal vento nelle varie direzioni s’intasava nei meandri di ogni elemento della natura.
Così recitava l’inizio di un libro di storia, che avevo trovato in una biblioteca polverosa, abbandonata.
Chi sono? mi chiedo.
Nessuno in giro, desolazione nelle strade e palazzi abbandonati; morte totale.
Inizio a camminare, per i campi tutto bruciato, mi stendo su quello che era una volta un prato.
Nera da un odore molto forte, la terra vomita i frutti della distruzione.
Fermo, attendo.
Non so quanto tempo è passato.
Il vento inizia a soffiare, soave poesia muove l’erba ormai secca.
D’un tratto, un bagliore accecante. Mi sento parte di qualcos’altro, come il vento mi muovo tra l’erba.
Corro, osservo, tutto si cura e tutto rinasce, sento di nuovo il profumo dei fiori, li porto con me. Estatico bisogno si contempla. Sento le mie piaghe curate, la terra allo stesso modo risorge, un albero in lontananza con mia grande sorpresa fiorisce.
Soave poesia primaverile, come amanti che si rincorrono faccio parte delle correnti, raccolgo petali.
Si fanno sempre più di tutti i tipi, esistenziale bisogno di libertà.
Mi faccio strada nell’aria, provo gioia.
Come soffio alieno la vita è rinata, mi sento parte di tutti.
Ma gli altri dove sono?
Il sole è alto, leggiadro il vento ogni volta che passo sull’erba, il prato inverdisce, silenzio.
Siamo stati noi, come atomi, particelle portatrici di vita, a curare la terra?
Continuo a cercare, forse c’è qualcuno da qualche parte.
Le creature della terra che fine hanno fatto?
Ora ricordo anche il loro nome: gli animali.
La mia anima esplode, volo verso l’orizzonte.
Siamo stati così egoisti, immondi esseri, abbiamo distrutto tutto, in nome del nostro stupido profitto.
Tristezza, nel ricordarlo.
A cosa è servito tutto questo? A niente.
La natura però è salva, verde rigoglioso ovunque, come una volta.
Dall’alto osservo questo splendido spettacolo, in pochi attimi tutto si è rigenerato, non si scorge altro che vita e colori.
 
Tutt’uno con il cosmo, volo verso l’universo infinito.

L'UOMO/MACCHINA DA SCRIVEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora