L'ODIO CELATO

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L’avevo conosciuta al Lago di Garda durante quella vacanza che avevo fatto con gli amici, in quell’estate di tre anni fa.
Era lì, fuori l’hotel, abito nero lungo e capelli raccolti sul viso: mi era rimasta subito simpatica. Le sue labbra, sulla mia anima, dischiudevano una parlata piacevolmente garbata e da “speaker radiofonico”, come amava definirsi lei.
Tra un caffè e l’altro e fugaci scambi di sguardi, mi aveva parlato dei suoi libri preferiti - come il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde - e della sua presunta morale che l’avrebbe portata addirittura a un passo dalla vita monastica.
Che gran passo doveva essere per una donna farsi suora. Era così lontano dalle mie vedute, liberali e così intrise di ateismo e di pensiero scientifico.
Mi esortava a non essere razionale, mentre io non la capivo. Forse era un suo modo di avvicinarmi a lei, eppure lei era sempre così distante, così attaccata a quel modo di vedere le cose…
Io invece ero libero da ogni condizionamento.
Dopo non molto mi disse che era impegnata in una storia con uomo di trentacinque anni più vecchio di lei. Mi fece vedere le sue foto: era osceno, brutto.
- Un vecchio come può solleticare le voglie di una così giovane ragazza che nonostante in passato avesse voluto la castità, è piena di vita -, mi chiedevo insistentemente.
Da quel giorno con lei non mi sbilanciai più di tanto. Ero sempre lo stesso, ma cercavo di avvicinarmi meno intimamente, le parlavo più come un amico.
A lei questo non piaceva: si sentiva offesa; il fuoco della passione era stato spento.
Il suo uomo si faceva sempre più assillante nella sua mente. Io invece, che ero stato visto come il salvatore della sua anima, il traghettatore verso l’altra sponda dello Stige, l’avevo abbandonata.
Il motivo era che non mi sentivo più preso da questa persona, già sentimentalmente occupata.
In una giornata come tante, in una serie di botta e risposta mi scrisse:
- Dai facciamolo, io con te volevo solo farlo -
E io:
- Va bene, sto arrivando -
Lei però rispose con una frase che mi colpì nel profondo:
- No, oggi non posso, c’è il mio ragazzo che mi vuole stasera -
Il giorno dopo riprese con la sua morale cristiana. Era questo il modo tutto suo di mettere a tacere le mie voglie.
Io però non la volevo più: in lei s’intravedeva questa sua ipocrisia nel vedere le cose, dogmatica: riteneva gli uomini il male, cosi diceva nei suoi discorsi.
Lei amava ancora lui? Oppure era così falsa da desiderare un uomo solo per il sesso e allo stesso tempo denigrarlo?
Ero interessato a lei, non solo sessualmente, e in quel sentimento d’amore stavo cercando di comprenderla. Nel letto, in quelle notti, la mia mente si riempiva d’immagini, e tutte riguardavano io che l’avevo scaricata, comportandomi come tutti gli altri.
Lei amava ancora quell’uomo, eppure io ero stato così stupido da ascoltare quelle sue storie su questo fantomatico tipo che lei diceva avesse fatto anche lo stronzo con lei. Come poteva un uomo di trentacinque anni più vecchio della sua donna godere nel vederla soffrire, tirandosela pure? Questo succedeva fra loro, eppure nella maggior parte delle sue storie lui era per lei l’amore della sua vita; colui che aveva realizzato il suo sogno. Non che non concepissi l’amore senza età, ma per come la vedevo adesso, io ero solo una vittima sacrificale.
Per come la vedevo io, lei voleva solo vendicare la propria rabbia verso quest’uomo, o verso il genere maschile tutto.
Io ero solo un povero ragazzo che credeva ancora nella logica dell’amore, e stavo per essere fatto a pezzi da questa persona che aveva dalla sua parte le armi del bigottismo della società.
Per questa donna la fede era diventata solo una parola, un’arma con la quale accendere gli animi e mascherare le proprie voglie, la propria tendenza all’infedeltà.
Io, da ateo disincantato, passavo per la povera pecorella smarrita, o il peccatore che non aveva saputo consolare.
Fu così che prese ad insultarmi, riversando la sua collera su di me. Da un giorno all’altro ero diventato l’eretico che veniva bruciato sul palo della piazza, così da redimere ed espiare la sua infedeltà.
Per non ferirmi, la lasciai andare per sempre.
 
Solo l’odio infine s’era dunque rivelato.
Eppure non nutro rancore verso questa persona, poiché credo che in amore non è la propria rabbia, ma il proprio cuore che bisogna ascoltare.

L'UOMO/MACCHINA DA SCRIVEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora