Midoriya non doveva mandare all'aria quel momento.
"Non essere paranoico -pensava- andrà tutto bene."
In quel momento si trovava in un piccolo vicolo vicino alla UA, nascosto da sguardi o giudizi, con Shoto di fronte a lui. Izuku si era preso una grande cotta adolescenziale per quello che si poteva considerare un suo grande amico: negli ultimi tre mesi si erano avvicinati molto, trascorrevano insieme interi pomeriggi e uscivamo spesso a pranzo. Izuku non si aspettava di prendersi una cotta per un ragazzo (cosa che gli aveva causato parecchie crisi di identità), di conseguenza prendersi una cotta per Todoroki era stato scioccante, ma parlandone con i suoi amici aveva capito che in fondo non era una cosa di cui preoccuparsi. Era parte di lui, non un difetto, non un pregio.
L'altro ragazzo lo guardò sconvolto.
«Io...ti piaccio?» Disse puntando l'indice prima verso sé stesso e poi verso Midoriya, il quale cominciò ad annuire freneticamente.
Ci furono secondi di silenzio, spezzato poi da «Uhm, guarda, non voglio dirtelo in modo brusco, ma il sentimento non è ricambiato, almeno come vorresti tu.» Shoto portò la mano sinistra dietro il collo, guardando altrove.Onestamente, Izuku lo immaginava: lo aveva capito dai secondi di silenzio, dalla tensione, dall'insicurezza nei gesti e nei movimenti dell'altro.
"Come biasimarlo? -si diceva- Non si può fare molto quando un sentimento non è ricambiato. "Schiarendosi la voce e chinandosi per raccogliere il suo zaino da terra, Midoriya gli sorrise e si limitò a rassicurarlo che non fosse un problema e salutarlo.
Poi si avviò per tornare a casa, augurandogli buona serata.Per tutto il tragitto, si asciugò gli occhi lucidi; non gli piaceva essere giudicato e non aveva voglia di essere guardato con pietà dai passanti mentre piangeva a dirotto, dirigendosi a casa. Allungò il passo.
Arrivato a casa, disse alla madre di voler dormire perché era stanco e di non disturbarlo né svegliarlo per la cena, poi si fiondò in camera.
Lanciò lo zaino sotto la scrivania, poi si buttò sul letto e iniziò a piangere.
Si aspettava un rifiuto, ma faceva molto più male del previsto.
Il telefono vibrò: Mina gli aveva scritto per chiedergli come fosse andata. Si era aperto proprio con lei su tutta la questione, sembrava la persona più aperta e adatta a quel tipo di problema. Ignorò il messaggio e dopo un paio di ore si addormentò con gli occhi che bruciavano da quanto aveva pianto.Il giorni seguente, Midoriya, aveva due occhiaie non poco notabili, occhi rossi e paffuti. Tutti gli chiesero se stava bene o se era successo qualcosa, pure Bakugou, con tutta la sua grazia.
«Oh non preoccupatevi, ho solo dormito poco!».La giornata trascorse lentamente per Izuku, era stanco, distrutto, voleva solo tornare a casa e dormire.
Alla terza ora, Aizawa annunciò un nuovo progetto di gruppo: lo avevano chiamato il progetto-ponte. Consisteva nel mettere i ragazzi a coppie o a trio per studiare e lavorare insieme su uno studio dei comportamenti sociali. Midoriya avrebbe voluto sotterrarsi, non aveva la minima voglia di lavorare, di comunicare con qualcuno. I gruppi erano già stati fatti da tutto il consiglio docente, e Aizawa li stava per annunciare.
Un paio di coppie e di esalti dei compagni e poi toccò ad Izuku.
«Midoriya e Todoroki, lavorerete insieme su "come alle persone si relazionano e i comportamenti nelle relazioni".»Izuku giurò di aver sentito lo stomaco fare una capriola. Diventò pallido e iniziò a sudare.
«Cristo no...» sussurrò. Poi fece finta di niente e cominciò a disegnare sul suo quaderno, pregando che nessuno lo notasse.Alla fine della lezione, mentre tutti si preparavano per la lezione successiva, Todoroki si avvicinò al banco del ragazzo.
«Hey.» Disse.
L'altro alzò lo sguardo, e sorrise. «Oh, hey.»
«Uhh -Shoto si appoggiò al banco, mettendosi di fronte a Izuku.
«Ti va per le tre? A casa tua? Per il progetto intendo.»
Il ragazzo annuì più volte e cominciò a mettere a posto il banco come scusa per non guardare Todoroki negli occhi.
«Certo, certo!...è una splendida idea, sì.»
Un colpo di tosse e «Senti, Midoriya, non voglio che si crei una situazione di disagio tra noi-»
«Quale situazione di disagio? Non vedo nessuna situazione- voglio dire, non mi sento a disagio, no, no! Oh! Guarda l'ora, è proprio l'ora di andare in bagno! A dopo!» E così scomparve dalla vista del bicolore, il quale sospirò e si limitò a tornare a posto.★
Cronch, Cronch.
Il pacchetto di patatine stava finendo: Izuku, dall'ansia, aveva chiamato Mina e le aveva raccontato tutto, lei gli consigliò di mangiare o bere qualcosa e di non preoccuparsi, che si sarebbe tutto sistemato.
È così aveva aperto il terzo pacchetto.
Il campanello suonò, Midoriya buttò il pacchetto,ormai finito, e andò alla porta. Il tragitto cucina-porta d'ingresso gli sembrò improvvisamente più lungo e angosciante, non sapeva se godere di questa cosa o no: pregava che quel momento non arrivasse mai, quello dove avrebbe dovuto aprire la porta e vederlo.Aperta la porta, Todoroki era lì, davanti a lui, espressione impassibile.
«Entra.»
Non se lo fece ripetere due volte, tolse le scarpe e seguì Midoriya per andare in camera: guardandosi intorno poté notare che la casa era piccola e accogliente, gli piaceva.
Dopo una decina di minuti, erano già al lavoro.
Non c'era la solida atmosfera che tanto piaceva ad entrambi, in realtà era come se respirassero vero e proprio disagio: lo sentivano entrambi nei polmoni, al cuore, al cervello, in tutto il corpo. L'aria era tirata e faceva venire voglia di alzarsi e uscire da quella stanza.«Vuoi qualcosa prima di andare? Direi che per oggi abbiamo finito.» chiese Izuku sgranchendosi le braccia: avevano lavorato per tre ore di seguito, con una pausa da venti minuti in mezzo. Durante quest'ultima, dall'imbarazzo, tutt'e due avevamo guardato i loro cellulari e trascorso la pausa o su Tiktok o su Instagram. Ora ci avevano fatto l'abitudine, a quell'aria di disagio intorno a loro; comunque, ad essere sinceri, Midoriya lo voleva fuori da casa sua al più presto.
«Uh no.» rispose l'altro «...ma in realtà avrei bisogno di un altro favore..» disse timido.
Izuku si voltò verso di lui incuriosito e anche un po' scocciato: perché avrebbe dovuto aiutarlo? Lo aveva messo solo che a disagio e non si era preoccupato un minimo di lui. Non chiedeva il ricambio, ma un "Hey Midoryia mi dispiace" o un "Scusa, ma resteremo volentieri amici, posso confortarti?".
Si era sentito trascurato e preso in giro, e l'ultima cosa che voleva era aiutare Shoto....Ma un «Dimmi tutto.» uscì dalla sua bocca comunque.
Si diede uno schiaffo mentalmente e si maledisse da solo. "Stupido, stupido Deku, cretino, che ti salta in mente! Dov'è un po' di rispetto personale?!"«...posso rimanere a dormire?»
«Come scusa?»
Seconda revisione!
Scritta nel 2019 e revisionata per la prima volta nel 2020, ho deciso di dedicare un po' del mio tempo anche a questo!
Se è la prima volta che leggi "Il mio eroe", benvenuto! Se sei un povero disgraziato tornato dalle vecchie revisioni allora ben tornato<3!
Uscirà un capitolo revisionato a settimana, ogni domenica!
Lasciate una stellina se vi va<33.
-Todoxsan
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Il mio Eroe [TodoDeku]{COMPLETA}
Fanfiction[COMPLETA] (da cap. 8) " ... Avrebbe dovuto odiarlo, essere arrabbiato con lui, essere offeso, ma Midoriya non riusciva a fare altro che essere miserabile, triste ed innamorato. Sarebbe stata la sua morte. «Bakugou mi ha parlato» Iniziò Shoto. «E ho...